-"Ti dispiace se ti faccio compagnia?" Chiese Federico, alzando il tono di voce per via della musica alta, facendo sobbalzare lo sconosciuto.
Questo si voltò e puntò i suoi occhi verdi sul biondo, per poi leccarsi il labbro inferiore.
-"Mi dispiacerebbe il contrario." Replicò e gli porse la mano. "Io sono Taylor, e tu come ti chiami occhioni blu?"
-"Federico." Rispose e strinse la mano del ragazzo. "Mi chiamo Federico, dolcezza."
Il biondo, con gesti lenti e ben studiati per mettere in evidenza il suo corpo coperto da una camicia bianca e un jeans nero aderente, si sedette sullo sgabello accanto allo sconosciuto e gli sorrise sornione.
Lo sconosciuto, che aveva detto di chiamarsi Taylor, ricambiò il suo sorriso e bevve l'ultimo sorso del suo drink verde.
-"Posso offrirti qualcosa?" Gli chiese il ragazzo.
-"Dipende da quello che vuoi offrirmi." Replicò il più piccolo e ammiccò allo sconosciuto.
La musica risuonava alta nella stanza gremita di persone, chiunque volesse conversare era costretto ad alzare il tono di voce. Un gruppo di ragazzi alle spalle del minore stava parlando di Benjamin, di quanto fosse bello e di quanto loro fossero attratti da questo, e Federico stava facendo del suo meglio per ignorarli e non voltarsi a gridare loro che Benjamin era molto più di un corpo. Stava cercando di dedicarsi totalmente al bellissimo ragazzo che aveva davanti ma una parte della sua mente continuava a riportarlo al moro.
Il ragazzo rise e si morse il labbro inferiore.
-"Pensavo ad un drink ma suppongo di poter fare di meglio." Rispose e si passò una mano tra i capelli neri.
Il biondo ghignò e allungò una mano per accarezzargli la coscia, coperta da un pantalone bianco con degli strappi.
-"E quale sarebbe il tuo meglio?" Gli chiese e si leccò, più volte, le labbra. Sentiva lo sguardo di quel ragazzo fisso su di lui, sulle sue labbra, attento ad ogni suo movimento e riusciva a percepire quanto l'altro lo desiderasse.
Taylor si avvicinò all'orecchio del minore e gli morse il lobo, per poi parlare.
-"Se vieni con me al piano superiore sarò lieto di mostrartelo." Gli sussurrò all'orecchio, per poi lasciargli qualche bacio sul collo.
Federico era un po' infastidito da quel contatto ma cercò di ignorare quella sensazione. Voleva soltanto divertirsi. Tirò leggermente i capelli del ragazzo, per allontanare il viso dal suo collo e poterlo guardare, e annuì.
-"È proprio quello che ho intenzione di fare." Rispose e scese dallo sgabello. "Spero ne valga la pena."
-"Fidati biondino, ne vale eccome la pena."Federico e Taylor si fecero spazio tra la gente, spintonando qualcuno e chiedendo scusa ad altri, fino a quando non raggiunsero le scale che li conducevano al piano superiore dove il biondo era stato soltanto in compagnia di Benjamin.
Quando i due, mano nella mano, superarono la stanza dove Benjamin e Federico erano stati insieme per la prima volta il biondo sentì un nodo stringergli la gola. Tutto in quel locale gli ricordava Benjamin. Benjamin era ovunque.
Taylor lo condusse ad una stanza in fondo al corridoio, aprì la porta e davanti a loro comparve una stanza abbastanza trasandata. Le pareti, tinte di viola, erano rovinate dall'umanità e c'era della muffa ovunque, una scrivania in legno con una gamba spezzata era sistemata alla parete destra, accanto alla porta, e al centro della stanza c'era un letto sfatto che sembrava non promettere nulla di buono.
-"Non è il massimo ma al momento è l'unica disponibile." Disse Taylor e scrollò le spalle. Entrò nella stanza e portò con sé il minore, per poi chiudere la porta.
-"Decisamente non è il massimo." Rispose il biondo e storse il naso.
-"Suppongo tu sia abituato a cose migliori di queste."
-"E che cosa te lo fa pensare?"
-"Federico, tesoro, la tua camicia costa molto più di quanto gran parte dei presenti in discoteca abbia mai guadagnato in vita sua. È stata la prima cosa che ho visto di te." Ridacchiò Taylor e gli cinse la vita con le mani. "Ma noi non siamo qui per parlare di soldi." Aggiunse e lo tirò a lui. "O meglio, non siamo qui per parlare in generale." Concluse e lo baciò.
Federico rimase immobile a quel contatto, quasi non si rese conto che l'altro lo stesse baciando. Perché la gente continuava a notare prima le sue disponibilità economiche e poi lui come persona? I suoi soldi erano più importanti della sua personalità?
Tutti consideravano Benjamin un oggetto per i loro desideri sessuali, vedevano prima il suo corpo e poi lui. A lui succedeva lo stesso, soltanto con i suoi soldi. Forse erano più simili di quanto avesse mai pensato.
Taylor spinse il biondo sul letto, che cigolò pericolosamente sotto il peso dei loro corpi, e quel gesto ridestò Federico che spinse via il ragazzo.
-"Che succede?" Gli chiese Taylor e aggrottò la fronte. "Ti ho fatto male?" Continuò e lo guardò preoccupato.
Il biondo scosse la testa e si alzò dal letto.
-"No, tu non hai fatto nulla di male." Rispose. "Io però non posso, mi dispiace." Aggiunse e si avvicinò alla porta. "Mi dispiace." Ripeté e corse via dalla stanza, sotto lo sguardo confuso del ragazzo.Federico, senza pensarci troppo, raggiunse nuovamente il camerino del moro e rimase deluso quando trovò la porta aperta ma nessuna traccia di Benjamin.
-"Cerchi Benjamin?" Gli chiese Sheldon, la guardia del moro.
Il biondo annuì.
-"È andato via?"
-"No, è fuori a fumare." Rispose la guardia. "Al secondo ingresso, sbrigati."
-"Sta bene?" Gli chiese, preoccupato, Federico.
-"Con te starebbe meglio."Federico, in meno di un minuto, raggiunse il secondo ingresso e spalancò la porta. Le luci dei lampioni lo colpirono in pieno volto, costringendolo a chiudere gli occhi per qualche momento, ma subito dopo riuscì a mettere a fuoco una figura, china su se stessa e con le ginocchia strette al petto, contornata da una nube di fumo che riconobbe come Benjamin.
-"Ben!" Urlò Federico e corse verso di lui, superò la nube di fumo e si gettò in ginocchio accanto a lui.
Il moro, decisamente sorpreso, si voltò verso di lui e un piccolo sorriso comparve sul suo volto.
-"Pensavo te ne fossi andato con quello lì..." Sussurrò il moro, riferendosi a Taylor.
Il più piccolo notò i suoi occhi lucidi ma decise di non fare domande, si limitò ad accarezzargli il volto.
-"Volevo farlo ma non riuscivo a smettere di pensare a te." Rispose. "E anche a quello che hai fatto con Thomas."
Benjamin sospirò e inclinò la testa da un lato.
-"Io non volevo, te lo giuro..." Sussurrò. "Ma lui ha il controllo della mia vita e non posso dirgli di no..."
-"Ti minaccia?"
-"In un certo senso..." Rispose Benjamin. "Non voglio parlare di lui adesso, ti prego." Aggiunse. "Voglio solo scusarmi con te."
Il biondo sospirò e lo strinse tra le sue braccia.
-"Non scusarti, non devi. Non è colpa tua." Replicò. "Promettimi soltanto che, se dovesse esserci una seconda volta, non me lo nasconderai e cercherai di dirgli di no." Aggiunse.
Il più grande annuì e si avvicinò di più a lui.
-"Ci proverò." Rispose. "Adesso però non parliamo più di lui. Non mi interessa di Thomas, mi interessa soltanto di te."
-"Sono qui, Ben."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...