-"Tesoro." Disse sua madre e gli mise una mano sul braccio. "Non credi sia giunto il momento di presentarcelo?"
Federico scosse la testa vigorosamente.
-"No." Rispose. "Non voglio presentarvelo."
I genitori del più piccolo rimasero abbastanza interdetti da quella risposta tanto secca, che non accettava repliche, per cui non aveva nemmeno avuto bisogno di pensare prima di parlare. Amber e Leonard si erano sempre fidati del giudizio del loro unico figlio, in quegli anni non aveva mai preso scelte che li preoccupassero a tal punto da costringerlo a comportarsi in un determinato modo.
In quel momento, però, non riuscivano a capire il motivo della scelta di Federico? Perché si ostinava a non volergli presentare Benjamin? Se gli aveva chiesto di vivere con lui un motivo doveva esserci, non doveva essere una storiella di poco conto che sarebbe finita da lì a poco.
Amber e Leonard si scambiarono un'occhiata preoccupata, per poi tornare a guardare loro figlio che li osservava impassibile. Il primo a parlare fu Leonard, dopo un rumoroso sospiro.
-"Possiamo almeno sapere perché non vuoi presentarcelo?" Gli chiese, desideroso di conoscere la motivazione che spingeva suo figlio a comportarsi in quel modo.
-"Non vogliamo costringerti a fare nulla, sia chiaro." Aggiunse Amber e fece un passo verso di lui, facendo risuonare il ticchettio dei suoi tacchi neri. "Vogliamo soltanto capire il perché di questa tua decisione."
Il biondo annuì e si appoggiò con la schiena contro il muro dell'ingresso.
-"Non credo sia ancora arrivato il momento." Rispose Federico, optando per una mezza verità. "Non voglio pressarlo a fare nulla. Benjamin ha un carattere abbastanza particolare e non so se sarebbe d'accordo." Mentì il ragazzo. Federico sapeva benissimo che il moro non avrebbe avuto alcun problema a conoscere i suoi genitori. Il biondo era anche abbastanza sicuro che Benjamin sarebbe piaciuto ai suoi genitori, qualcosa però lo spingeva a non compiere quel passo. Voleva tenere Benjamin lontano dalla sua famiglia. "Per giunta questa notte ha avuto una brutta caduta, è andato in ospedale e gli hanno consigliato di restare a riposo ed evitare situazioni nuove e stressanti." Aggiunse, nel tentativo di cambiare argomento e per fortuna ci riuscì.
-"Cos'è successo? Sta bene?" Chiese allarmata sua madre. Tipico di lei, si preoccupava anche per persone che non conosceva e si faceva in quattro per aiutare chiunque. "Ha bisogno di qualcosa? Medicine? Cerotti?"
Il più piccolo scosse la testa.
-"Solo di riposo e tranquillità." Rispose. "Ci penso io a lui."
-"Allora sarà meglio andarcene." Disse Leonard. "Per qualsiasi cosa chiamaci." Aggiunse e aprì la porta.
-"E chiamaci anche quando vi deciderete a fare le presentazioni ufficiali." Disse Amber e gli stampò un bacio sulla guancia, sporcandolo con il rossetto. "A presto, tesoro."Quando il più piccolo salì al piano di sopra, ritornando in camera con il moro, tentò di tornare a dormire ma continuava a ripensare alla conversazione con i suoi genitori e come aveva mentito a questi, scaricando tutte le colpe sul moro. Non sapeva esattamente che cosa lo spingesse a comportarsi in quel modo, perché volesse tenere Benjamin lontano dalla sua famiglia, sapeva che i tre sarebbero andati d'accordo eppure aveva paura.
Aveva paura di ammettere ai suoi genitori di essersi innamorata di una persona come Benjamin, dello stile di vita di questo. Aveva paura che i suoi genitori perdessero la fiducia che avevano riposto in lui.Erano quasi le undici del mattino quando il moro, dopo aver mugolato qualcosa sottovoce ed essersi voltato più di una volta nel letto sfatto, aprì gli occhi e incontrò quelli di Federico che gli stava sorridendo.
-"Buongiorno." Sussurrò Federico e si abbassò su di lui per dargli un bacio a stampo.
-"Buongiorno a te." Mugolò in risposta il moro, con la voce impastata di sonno, e si stiracchiò.
-"Come hai dormito?" Gli chiese il più piccolo e gli accarezzò la testa. "Come ti senti?"
-"Una domanda alla volta, mi sono appena svegliato." Ridacchiò Benjamin e rotolò fino a ritrovarsi con la testa sul petto, coperto da una canotta rossa con delle scritte nere, del suo fidanzato. "Ho dormito bene e mi sento bene, fatta eccezione per un po' di mal di testa."
-"Vuoi uno degli antidolorifici che ti ha dato il dottore?"
Benjamin scosse la testa, quasi impercettibilmente per evitare che il dolore aumentasse.
-"No, grazie, sto bene."
Per qualche momento il silenzio calò nella stanza, si sentivano soltanto i loro respiri regolari e la mano del minore che si muoveva sulla schiena del più grande. Il primo a parlare fu proprio il maggiore, molto più attento di quanto l'altro pensasse.
-"Che cosa c'è che non va?" Gli chiese Benjamin, senza però alzare lo sguardo per guardarlo. "E, per favore, non dirmi niente. Non mentirmi."
Il biondo chiuse gli occhi per un momento, per poi sospirare profondamente.
-"Sono venuti i miei genitori."
-"Potevi svegliarmi. Già la volta scorsa ci hanno trovato in una situazione abbastanza imbarazzante." Rispose il più grande. "Non vorrei che pensassero male di me, ancora prima di conoscermi."
-"Non pensano nulla di male su di te, stanne certo." Replicò Federico e sospirò nuovamente. "Anzi non vedono l'ora di conoscerti."
Il moro sorrise e baciò il petto del minore.
-"Anch'io voglio conoscerli. Sono curioso di conoscere le persone che hanno messo al mondo il mio meraviglioso fidanzato." Rispose. "Dovrò complimentarmi con loro all'infinito."
-"Ho detto loro che tu non vuoi conoscerli." Disse il più piccolo, senza pensarci troppo.
Il sorriso sul volto di Benjamin svanì del tutto e questo si allontanò dal corpo del minore, per mettersi a sedere a gambe incrociate sul letto e guardare Federico che se ne stava in silenzio.
-"Ti vergogni di me?" Chiese Benjamin, guardandolo direttamente negli occhi. "Ti vergogni della mia vita?" Continuò. "Hai paura che possano odiarti? Ripudiarti?"
-"Mi vergogno di me stesso, Benjamin." Rispose il biondo e si voltò a guardarlo, gli occhi leggermente lucidi e un falso sorriso appena accennato. "Ho paura di deluderli. Sono il loro unico figlio, vogliono per me il meglio."
-"E io non sono il meglio per te."
-"Per me lo sei, ho paura però di quello che potrebbe pensare la mia famiglia." Disse il minore. "I miei genitori ti adorerebbero, ne sono certo, ma non so che cosa ne penserebbe il resto della mia famiglia." Aggiunse. "Loro non sono come me, come i miei genitori. In molti hanno fatto tante storie, e continuano a farne, soltanto perché mi piacciono i ragazzi. Figuriamoci che cosa potrebbero dire di te, che cosa potrebbero farti. Ti farebbero sentire inferiore, inutile."
-"Ho passati gli ultimi anni della mia vita a sentirmi inferiore e pensi mi sia importato?" Replicò il più grande. "Io so chi sono e quello che valgo, con te al mio fianco non temerei nemmeno la regina d'Inghilterra." Aggiunse e si alzò dal letto. "Io non voglio costringerti a fare nulla, ma penso di non poter restare a lungo con una persona che si vergogna di me e ha paura delle reazioni altrui. Sono scappato di casa per essere libero, non lascerò che sia tu a chiudermi in una gabbia per quanto bella sia."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...