Benjamin aveva passato la sua intera vita a pensare di non meritare di essere felice, di non meritare l'amore e di non meritare nemmeno qualcuno che tenesse sinceramente a lui. Da piccolo pensava di non meritare nemmeno i suoi genitori, sua sorella e nemmeno il pesce rosso che aveva. Pensava di essere destinato a restare solo e, per quanto gli dispiacesse l'idea di un futuro tinto di nero, pensava fosse la scelta migliore. Avrebbe evitato di far soffrire persone innocenti che avevano il mondo a loro disposizione.
Sua sorella Alexandra per anni aveva tentato di fargli capire che persona magnifica fosse, ogni giorno non faceva altro che riempirlo di complimenti e invogliarlo a conoscere nuove persone come faceva lei. Sua sorella lo amava e Benjamin, dopo anni, continuava a ritenersi responsabile della sua morte nonostante al momento di questa non fosse nemmeno presente.
Meno di due ore prima che Alexandra uscisse di casa, per non farne mai più ritorno, aveva affrontato per l'ennesima volta quel discorso con Benjamin e gli aveva ripetuto all'infinito che persona magnifica fosse. Glielo aveva ripetuto talmente tante volte che quel giorno il moro iniziò quasi a crederci, aveva accettato l'invito della sorella ad andare con lei ad una festa organizzata da alcuni suoi amici, per una volta si sentiva bene con se stesso.
Quando, però, aveva ricevuto la notizia della morte della sua gemella lui aveva sentito qualcosa dentro di lui rompersi, quella sensazione negativa che provava da ore era diventata realtà e lui sapeva fosse solo colpa sua. La vita voleva fargli capire che lui non meritava di essere amato e per farlo gli aveva strappato una delle poche persone che lo amava, gli aveva portato via l'altra metà di lui.
Da quando Alexandra era morta lui si era sempre sentito incompleto, una parte di lui era svanita e lui non sapeva che cosa fare per colmarla. Aveva, piano piano, imparato a convivere con quel vuoto ma quando aveva conosciuto Federico quel vuoto era svanito.
Federico aveva trionfato lì dove sua sorella aveva fallito, lo faceva sentire amato e per la prima volta pensava di meritarlo. Per la prima volta era felice e non aveva più paura di quello che sarebbe potuto succedere, sapeva che il suo Federico sarebbe rimasto.
Federico era diventato la parte che gli mancava, la sua metà.La ferita alla testa del moro era del tutto guarita, restava soltanto una piccola cicatrice che sarebbe del tutto svanita nel giro di qualche mese ma era a stento visibile sotto i capelli, il dottore lo aveva visitato ed era quasi meravigliato dalla rapida cura del ragazzo. Federico si era preso cura di lui giorno e notte, aveva dedicato al suo fidanzato tutte le sue attenzioni, si era preso un periodo di pausa dall'università proprio per restare accanto al più grande. Benjamin, per ringraziare l'altro dei tanti sforzi e sacrifici, lo riempiva d'amore e si prendeva cura della casa e di lui per quanto l'altro gli permettesse di fare.
Insieme stavano bene, giorno dopo giorno il loro equilibrio diventava sempre più definito, i litigi erano sempre più sporadici mentre i momenti belli si moltiplicavano a vista d'occhio. Anche gli amici del minore avevano notato come le cose tra di loro sembrassero andare sempre meglio e ne erano felici, anche Francisco sembrava felice della loro unione.
Le cose non sarebbe potute andare meglio ma i due giovani innamorati non sapevano della tempesta che li attendeva da lì a poco.-"Ma è possibile che sei sempre in ritardo?!" Urlò Benjamin mentre sbraitava ad alta voce nel parcheggio, del tutto pieno, della discoteca.
Era un sabato sera come tanti altri, la discoteca era piena di clienti e tutti attendevano con ansia l'arrivo di Benjamin sperando che questo scegliesse di passare una notte con loro. Quello che, però, quei ragazzi non sapevano era che Benjamin aveva già scelto con chi trascorrere quella notte e tutte le altre a seguire. Con il suo meraviglioso fidanzato che, in quel momento, stava litigando con i suoi capelli attraverso lo specchietto retrovisore della macchina.
-"Federico esci subito da quella macchina o entro senza di te!" Lo minacciò il maggiore, non ne poteva più di aspettare il suo fidanzato in quel parcheggio.
Federico sbuffò sonoramente, uscì dalla macchina e chiuse la portiera con un tonfo rumoroso.
-"Ma perché per colpa tua devo essere sempre in disordine?" Borbottò e chiuse la macchina.
-"Perché per colpa tua io devo essere sempre in ritardo e sopportare le ramanzine di Thomas?" Replicò il moro e iniziò a camminare verso l'ingresso della discoteca. Quella sera Federico sarebbe entrato dall'ingresso principale, i suoi amici lo attendevano all'interno e lui voleva raggiungerli.
-"Perché così dopo posso difenderti, mi sembra ovvio." Rispose il più piccolo e scrollò le spalle. "Anche se ultimamente non ce n'è bisogno."
Da quando Federico aveva affrontato Thomas, e questo era andato via senza parole, l'uomo non si era più avvicinato al moro e sembrava essere molto più tranquillo. Non infastidiva più nessuno dei due e a stento rivolgeva la parola al moro, nonostante però quella sua tranquillità apparente al biondo non piaceva quella situazione. Era fin troppo strano.Lo spettacolo del moro era andato benissimo, come al solito del resto, e il pubblico era in visibilio mentre gli ultimi indumenti color argento volavano da una parte all'altra del palco. Mentre il suo corpo di muoveva lento sul palco e ammiccava a chiunque vedesse, spesso anche senza rivolgerlo ad una persona in particolare.
Benjamin sapeva che, da qualche parte in quella stanza gremita di persone, c'era Federico ad osservarlo e tentò di far capire all'altro che quello spogliarello era soltanto per lui. Si stava spogliando solo per lui nonostante fosse davanti a un migliaio di persone.
Subito dopo lo spettacolo Benjamin entrò nella sala principale, scortato da Sheldon, alla ricerca del suo fidanzato nonostante le tante persone che lo accerchiavano.
Il moro sentì più di un complimento di dubbio gusto a lui rivolti ma li ignorò con estrema facilità, era abituato a certi atteggiamenti e a lui interessava soltanto trovare il biondo.
-"Penso sarà difficile trovare Federico qui in mezzo." Gridò Sheldon, alle sue spalle, per farsi sentire dal ragazzo. "Non sai a che tavolo è?"
Il moro scosse la testa e si voltò verso l'uomo.
-"Non sapeva dove fossero i suoi amici prima di entrare." Rispose, a voce alta affinché l'altro lo sentisse. "Ho il telefono scarico, non posso nemmeno chiamarlo."
-"Ascoltami." Disse l'uomo. "Tu aspettami al bar, io vado a cercare Federico passando da dietro e te lo porto qui. Va bene? Con te in giro nessuno sarà calmo e trovare Federico sarà quasi impossibile." Propose.
Il più grande annuì e si avvicinò ad uno sgabello blu che si era appena liberato.
-"Va bene, io ti aspetto qui."Erano passati soltanto pochi minuti da quando Sheldon si era allontanato per cercare il biondo e il ragazzo era stato accerchiato da un gruppo di ragazzi, intenti a complimentarsi con lui per ogni cosa. Benjamin sorrideva, di tanto in tanto, a qualcuno ma li ignorava per tutto il resto, non aveva voglia di parlare con loro. Voleva soltanto starsene tranquillo.
-"Che c'è, bellezza, mi ignori?" Chiese, a voce fin troppo alta, un uomo di circa trent'anni dai capelli rossi e visibilmente ubriaco. "Non vuoi divertirti con me?" Continuò e allungò una mano per accarezzare la coscia del moro.
Il moro sbuffò infastidito e si voltò verso l'uomo.
-"Non ho alcuna voglia di divertirmi con te." Rispose. "Anzi gradirei mi lasciassi in pace."
-"La principessina si fa desiderare." Rise lo sconosciuto e si avvicinò di più al ragazzo, permettendogli di sentire la puzza d'alcool che si portava dietro. "Guarda che con me ti divertirai e non poco." Aggiunse e cercò di prendere la mano del maggiore, ma questo si scansò.
-"Vattene, mi stai infastidendo." Ringhiò il più grande. "Vattene o sarò costretto a chiamare le guardie e non ti piacerà."
-"Dai dolcezza, toccami." Disse l'uomo, ignorando le sue parole, e tentò nuovamente di prendergli la mano. "Non ne resterai deluso, anzi."
Benjamin serrò i pugni.
-"C'è tanta roba che ti aspetta." Rise l'uomo e gli si gettò addosso.
-"Vattene!" Urlò Benjamin, decisamente infastidito, e spinse via lo sconosciuto facendolo cadere sul ragazzo che gli stava dietro.
-"Benjamin!"
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...