Epilogue.

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Piccoli e leggeri fiocchi di neve cadevano lenti sulle strade, quasi del tutto deserte, di Miami decorate con dei tipici addobbi natalizi. Le luci colorate erano in parte coperte da quei freddi fiocchi, i tetti delle case erano imbiancate e l'oceano si incontrava con la fredda distesa che aveva coperto la sabbia delle spiagge.
Erano soltanto le sei del pomeriggio, orario in cui solitamente le strade di Miami erano gremite, ma la città sembrava deserta. Pochi bar erano popolati, i negozi quasi tutti deserti e tra le strade riecheggiava soltanto il dolce silenzio dei fiocchi di neve che si infrangevano sull'asfalto bagnato.
Molti bambini guardavano quel raro spettacolo con gli occhi spalancati, nascosti dietro le loro finestre e pregavano i loro genitori per andare a giocare fuori e non perdere quell'occasione che sarebbe potuta essere l'ultima, dato il clima della Florida. Mancavano solo quindici giorni al Natale ma la città era già pronta alla grande festività, in più punti della città erano stati sistemati giganteschi alberi di Natale adornati con luci colorate, decori vari e bigliettini di chiunque volesse scrivere il loro desiderio per quel Natale. Le strade erano spesse trafficate da uomini travestirò da babbo natale che avevano come solo scopo quello di rendere felice i più piccoli e chi, invece, non era mai cresciuto davvero e continuava ad emozionarsi per le piccole cose.
Anche Benjamin, nonostante ormai fosse adulto, continuava ad emozionarsi come un bambino quando vedeva i fiocchi di neve cadere dal cielo o qualche decorazione più particolare delle altre. Soltanto due giorni prima aveva speso circa un'ora e mezza per girovagare nel centro commerciale e ammirare da vicino tutte le decorazioni, mentre il suo fidanzato lo fissava felice e sorrideva ogni volta che gli chiedeva di raggiungerlo e ammirare con lui qualcosa.
Negli ultimi anni Benjamin non aveva avuto occasione per festeggiare, aveva messo da parte il suo compleanno perché gli ricordava Alexandra e non era pronto ad affrontare il dolore che quel ricordo gli provocava. Aveva smesso di festeggiare anche il Natale, perché aveva sempre pensato che andasse festeggiato in famiglia ma lui una famiglia non l'aveva più.
Poi però aveva conosciuto Federico e tutto era cambiato, lui era diventato la sua famiglia e gli aveva fatto ricordare quanto belli fossero dei momenti tanto semplici ma speciali, come mentre decoravano la casa l'uno accanto all'altro. Federico gli aveva ridonato la vita e gli aveva insegnato come vivere.
Federico era diventato tutta la sua famiglia.

Quel giorno, finalmente avrebbe aggiunto Benjamin anche se non lo avrebbe mai detto a voce alta, i due ragazzi si stavano occupando dei decori di casa loro e il moro era emozionato come se fosse un bambino di soli tre anni. Federico il giorno seguente avrebbe avuto un esame ma aveva ugualmente deciso di passare del tempo con il suo fidanzato e di fare quello che da settimane pensava di fare. Chiedere al suo fidanzato di sposarlo. È così fece, con una scusa riuscì a far trovare all'altro la scatola contenente l'anello per la proposta e si beò della sua reazione alla vista di questo. Sorrise vedendo i suoi occhi lucidi e sentì il cuore esplodere per l'emozione quando Benjamin non poté trattenere un singhiozzo, mentre lui si inginocchiava davanti ai suoi occhi. Federico aveva pronunciato ogni parola con l'emozione che lo divorava, con l'ansia e la paura che per Benjamin fosse troppo presto e che non volesse sposarlo ma sentiva che, per lui, era la cosa giusta da fare e non aveva intenzione di rimandare. Per lui quello era il momento perfetto e Benjamin era la persona perfetta.
-"Benjamin, vuoi sposarmi?" Chiese Federico, con la paura di ascoltare la risposta mista alla voglia di vivere una vita intera con quel ragazzo che gli aveva insegnato che cosa fosse l'amore.
Benjamin era, letteralmente, senza parole mentre osservava con gli occhi lucidi e spalancati il ragazzo che stava inginocchiato davanti a lui. Non poteva negare di aver pensato, più di una volta, ad una possibile proposta di matrimonio ma alla fine aveva sempre pensato che lui non fosse quel genere di ragazzo. Lui non era il matrimonio, o almeno era quello che si era sempre detto quando da solo nella sua stanza, dopo essere andato a letto con chissà chi, si ritrovava a pensare ad un futuro felice con suo marito.
Da quando aveva conosciuto Federico, però, aveva smesso di pensare ad una proposta di matrimonio perché con Federico non aveva bisogno di sognare, non aveva bisogno di nulla.
Eppure quel momento per lui era come un sogno ad occhi aperti, non riusciva a credere stesse succedendo davvero proprio a lui. Dopo tanti momenti bui stava finalmente trovando la sua luce. Il suo bianco.
Senza che se ne rendesse conto Benjamin singhiozzò rumorosamente e cadde, anche lui in ginocchio, davanti al fidanzato che continuava a sorridergli per tranquillizzarlo. Federico capiva che l'altro fosse sorpreso, che non si aspettasse una cosa simile e che non sapesse come reagire.
-"Tranquillo, amore." Gli sussurrò il più piccolo.
Una lacrima rigò il volto di Benjamin, che finalmente si decise a parlare.
-"I- io non me lo a- aspettavo..." Balbettò il moro, incapace di dire altro.
Il biondo non riuscì a non ridere per la buffa espressione del suo fidanzato e gli accarezzò la guancia bagnata con una mano.
-"Lo so, piccolo, lo so." Rispose e inclinò la testa da un lato. "A dire il vero nemmeno io mi aspettavo di farla proprio oggi." Aggiunse. "Ma era da troppo tempo che ci pensavo, dovevo farlo e la neve mi ha convinto che oggi fosse il giorno adatto." Spiegò e sorrise al fidanzato.
Il più grande tirò su con il naso e si avvicinò al suo fidanzato.
-"Tu sei totalmente matto." Ridacchiò e allacciò le braccia dietro al collo del minore, schiacciando la scatolina contro il suo petto.
-"E hai voglia di passare il resto della tua vita con questo matto?" Replicò Federico e gli baciò la punta del naso. "Hai voglia di diventare la mia famiglia."
Il moro sorrise intenerito e sospirò rumorosamente e con fare drammatico, facendo aggrottare la fronte del più piccolo che immaginò già il peggio.
-"Quindi mi toccherà sentirti russare per il resto della mia vita." Sospirò il ragazzo, che stava facendo fatica a trattenersi dal ridere. "E io che speravo di potermi liberare di te un giorno." Aggiunse e lanciò un'occhiata divertita al fidanzato. "Ma va bene, credo di poter accettare. Posso fare questo sacrificio, anche se ovviamente dovrai ripagarmi." Concluse e ammiccò al fidanzato.
Quella volta fu il più piccolo a rimanere a bocca aperta, nella sua mente aveva già immaginato i possibili drammatici scenari che si sarebbero verificati dopo il rifiuto da parte di Benjamin. Immaginava già il moro che usciva di casa, con tutte le sue cose, per non farne mai più ritorno. Ma si era sbagliato, Benjamin stava accettando la sua proposta. Benjamin voleva sposarlo.
Il più piccolo deglutì e tentò di trattenere le lacrime, per poi boccheggiare più volta prima di rispondere.
-"M- mi stai dicendo d- di sì?" Balbettò speranzoso il più piccolo, con le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro.
Benjamin annuì e gli diede un bacio a stampo.
-"È un sì, Federico." Rispose e si morse il labbro inferiore. "Ti voglio sposare." Aggiunse e accarezzò la guancia del minore.
Federico sentì il suo cuore esplodere per la troppa felicità, tante erano le emozioni che stava provando in quel momento che definirle con un unico nome sarebbe stato come offenderle. Come limitarle al nulla.
Federico era pronto a toccare il cielo non solo con un dito ma con l'intera mano, una parola però da parte del più grande bastò per rompere quel meraviglioso momento.
-"Ma..." Disse il moro, quasi incerto, e allontanò le mani dal corpo del minore per indietreggiare e guardarlo meglio negli occhi.
Le belle emozioni che Federico provava si trasformarono, in un solo attimo, in paura e terrore che gli stavano facendo tremolare le mani.
-"Ma c- che c- cosa?" Chiese, con voce tremolante e improvvisamente bianco in volto, il più piccolo balbettando. "H- hai già c- cambiato idea?"
Benjamin scosse la testa e gli accarezzò la testa.
-"No, non ho cambiato idea. Voglio sposarti." Disse Benjamin e sentì il suo fidanzato sospirare di sollievo. "Prima però devo fare delle cose. Delle cose importanti." Gli spiegò.
Il biondo aggrottò la fronte.
-"Che cosa devi fare?"
-"Devo diventare una persona migliore, Federico." Disse Benjamin, con estrema sicurezza. "Negli ultimi anni ho fatto tantissimi sbagli e voglio rimediare ad ognuno di questi." Aggiunse.
-"Che cosa vuoi fare, amore?" Domandò il biondo e si sedette sul pavimento, mentre stringeva ancora tra le mani la scatolina contenente l'anello.
-"Prima di tutto voglio terminare gli studi." Annunciò il più grande, con un piccolo sorriso ad adornargli il viso. "Voglio diplomarmi e iniziare seriamente a fare qualcosa per il mio futuro."
-"Vuoi tornare a scuola?"
-"Non proprio, pensavo più a qualche corso serale." Spiegò il più grande. "Voglio anche incontrare i miei genitori e chiarire con loro, stabilire un nuovo rapporto con loro. Voglio che siano presenti al nostro matrimonio." Aggiunse. "Voglio sposarti, Federico, ma prima voglio sentirmi realizzato. Soddisfatto di me stesso sotto ogni aspetto e per ora non lo so." Continuò. "Spero tu possa capirmi."
Federico sorrise e annuì vigorosamente.
-"Certo che ti capisco e ti sostengo." Replicò. "Ti aiuterò a fare qualsiasi cosa tu voglia." Aggiunse. "Per il momento, però, ti va di indossare questo?" Chiese e alzò la scatola.
-"Non desidero altro." Rispose il moro e porse la mano al fidanzato e, ormai, futuro marito. "Fai pure." Disse, cercando di sembrare un ricco borghese ma venne tradito da un radioso sorriso che alleggiava sul suo volto.
Il più piccolo ridacchiò e gli baciò il dorso della mano, per poi prendere l'anello dalla scatola.
-"Spero di aver indovinato la misura." Bofonchiò il più piccolo. "Tu non usi anelli, quindi non avevo nulla su cui regolarmi." Aggiunse.
-"Se ti decidi a metterlo, potremo scoprirlo." Replicò Benjamin, impaziente di indossare quel gioiello tanto bello ma ancor di più ricco di significati per lui.
-"Ai suoi ordini, principessa." Rispose il biondo, prese un respiro profondo e fece indossare l'anello al moro. Un piccolo broncio comparve sul volto del ragazzo, quando notò che il gioiello era un po' più largo del dito del moro, forse per via dei tanti chili che in quei mesi Benjamin aveva perso, nonostante nell'ultimo periodo stesse ricominciando a nutrirsi come doveva. "È largo." Borbottò deluso. Voleva che quel momento fosse perfetto e lo era stato, ma l'anello non lo era. Aveva speso così tanto tempo per trovare l'anello giusto, stando attento però a non farsi scoprire dal fidanzato curioso, ma non aveva dato la dovuta importanza alla misura e in quel momento se ne pentiva.
Il più grande, invece, osservava entusiasta l'anello che gli decorava la mano tatuata e non gli importava se non fosse esattamente della sua misura. Per lui era perfetto.
-"È perfetto." Disse ad alta voce, mentre osservava attentamente il gioiello.
-"Ma è largo..."
il più grande sorrise e prese il viso del minore tra le mani.
-"È perfetto, Federico. Perfetto." Disse, convinto delle sue parole. "Non importa che non sia esattamente della mia misura. È perfetto così." Aggiunse.
-"Ma potresti perderlo." Ribatté Federico.
-"Ti prometto che non lo perderò." Rispose il moro. "E adesso ho un valido motivo per prendere qualche chilo." Aggiunse, facendo ridacchiare il più piccolo. "Ti amo, Federico, e amo anche questo anello."
-"Non immagini neppure quanto io sia felice in questo momento." Ammise il più piccolo e scostò una ciocca di capelli dal viso del fidanzato. "Temevo potessi rispondere in modo negativo, che pensassi fosse troppo presto per una cosa del genere."
-"Non è mai troppo presto per amarti." Disse Benjamin e, senza indugiare ancora, baciò il suo fidanzato.
Quello che era nato come un casto bacio, dopo solo pochi secondi, divenne un passionale intreccio di lingue e corpi che si cercavano all'infinito. Benjamin si sedette a cavalcioni sul corpo del più piccolo, che nel frattempo si era sistemato sul pavimento ai piedi dell'albero di Natale che stavano addobbando, e continuava ad accarezzargli la schiena e la nuca.
Federico, dal canto suo, si sentiva in paradiso mentre stringeva al suo corpo il suo fidanzato come non faceva da mesi, continuava a cingergli la vita e a bearsi del sapore delle sue labbra.
-"Andiamo in camera?" Gli chiese Benjamin, interrompendo così il bacio ma non il contatto tra i loro corpi, e gli morse il labbro inferiore.
Il biondo non poté evitare di sobbalzare a quelle parole. Erano passati mesi dall'ultima volta che avevano fatto l'amore, non poteva negare gli mancasse ma dopo quanto successo non voleva costringerlo. Per un momento temette che l'altro potesse pensare che gli avesse fatto la proposta soltanto per andare a letto con lui, ma non era così. Federico non aveva neppure valutato quella possibilità. Voleva soltanto passare la vita con il più grande.
-"Benjamin s- sei sicuro?" Balbettò il biondo e deglutì.
Il sorriso che comparve sul volto del suo futuro marito bastò a scaldargli il cuore.
-"Sono sicurissimo, amore." Rispose, con una certa dolcezza mista a convinzione nella sua voce, e accarezzò il volto del minore. "Grazie per preoccuparti per me, ma sono sicuro."
Federico si morse il labbro inferiore e inclinò la testa da un lato. Aveva passato così tanto tempo a pensare come sarebbe stato poter stringere di nuovo tra le sue braccia Benjamin, eppure in quel momento era spaventato dall'idea di poter sbagliare qualcosa. Di poter far del male al più grande. E se non fosse stato all'altezza di quella situazione? Se avesse deluso le aspettative del più grande?
-"Allora, andiamo in camera?" Gli chiese nuovamente il più grande e gli diede un bacio a stampo. Benjamin intuiva che cosa l'altro stesse pensando, non voleva però rassicurarlo con qualche parola di circostanza, preferiva dimostrargli quello che provava con dei gesti.
-"E l'albero? Gli addobbi natalizi?" Replicò Federico.
-"Hanno aspettato delle settimane, possono aspettare ancora qualche ora."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora