Sixty five.

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La mano, decisamente più grande di quella del maggiore, colpì in maniera abbastanza violenta la guancia destra di Benjamin costringendo questo a voltare la testa dall'altro lato. Quando la mano del ragazzo si allontanò dal viso del più grande, notò che sulla guancia di questo era visibile un maestoso segno rosso delle stesse dimensioni della sua mano ma non suscitò in lui nessun interesse. A Federico non importava se Benjamin stesse soffrendo o meno, era deluso e ferito dal suo comportamento e tutto ciò che voleva era non vederlo più e che lasciasse casa sua.
Lentamente il moro, totalmente sconcertato da quel gesto e con il cuore che cadeva in frantumi, voltò la testa e tornò a guardare quello che continuava a considerare il suo fidanzato con occhi spalancati.
Federico gli stava riservando un'occhiata glaciale, non sembrava per niente dispiaciuto per quello schiaffo, anzi sembrava disposto a continuare se non fosse andato via in fretta.
-"Vai fuori da casa mia, puttana." Ringhiò, a denti stretti, Federico e indicò la porta di casa rimasta aperta.
Benjamin rimase senza parole, gli occhi sgranati e le mani che gli tremavano mentre il cuore sembrava non volerne sapere di battere ancora. Come la sua vita era potuta andare in rovina in così pochi minuti?
Perché Thomas lo odiava a tal punto da volergli negare la possibilità di essere felice?
Il più grande rimase per qualche momento, che al minore parvero infiniti, a fissare l'altro in silenzio prima che il minore ricominciasse ad urlare.
-"Ora, vai via adesso!" Urlò Federico e, con gesti poco aggraziati, spinse l'altro in direzione della porta.
Benjamin chiuse gli occhi per un momento, per poi voltarsi verso il più piccolo, ormai sulla soglia della porta.
-"Mi dispiace, Federico." Si limitò a dire, allo stremo delle sue forze, per poi voltarsi e correre via da quella casa dove non era più il benvenuto.

Benjamin era uscito da quella casa senza nemmeno preoccuparsi del suo aspetto e senza prendere i suoi oggetti personali, era uscito indossando ancora una t-shirt a mezze maniche grigia e un pantaloncino nero che usava per dormire. Era a piedi nudi e non aveva con sé nemmeno il suo cellulare, era del tutto solo tra le strade di Miami.
Il moro vagò in lungo e in largo, senza una meta precisa e con la testa che gli girava vorticosamente. Sentiva che tutta la sua vitalità lo aveva abbandonato, lasciandogli soltanto un involucro vuoto privo di ogni felicità.
Non riusciva a credere che fosse successa una cosa simile, non voleva crederci.
Aveva fatto di tutto per rendere felice Federico, affinché questo si fidasse di lui e mettesse da parte i pregiudizi. Gli aveva mostrato la sua parte più fragile, gli aveva raccontato tutta la sua vita ma per il più piccolo non era abbastanza. Erano bastate soltanto due foto affinché Federico lo cacciasse di casa e lo trattasse come tutti gli altri, affinché il biondo si dimenticasse quanto fossero stati felici insieme.
Valeva così poco? Per Federico, Benjamin, valeva così poco?

Erano passate ore da quando il moro aveva lasciato la casa del più piccolo, i suoi piedi reclamavano pietà e i tanti tagli che si era procurato camminando sui sassi non erano di certo d'aiuto. Aveva attirato gli sguardi di molte persone ma nessuna di queste si era preoccupata di chiedergli come stesse. Dal cielo continuavano a cadere grosse gocce di pioggia, come se anche il meteo si volesse divertire a spese del ragazzo.
-"Federico, Federico, Federico." Cantilenava, esausto, Benjamin ormai da ore mentre camminava tra quelle strade che mai aveva sentito tanto lontane da lui. Mai come in quel momento aveva capito che Miami non era la sua casa.
Lui una casa non l'aveva.
Il moro stava facendo fatica a trattenere le lacrime e i singhiozzi che lo stavano consumando dentro, nel suo cervello continuava a ripetersi la scena successa quella mattina. Continuava a sentire il dolore che aveva provato quando l'altro l'aveva colpito, continuava a sentire quelle emozioni ma non riusciva a capirle. Non riusciva a capire più nulla.
-"Fed-" Stava per ripetere, per l'ennesima volta, il più grande ma un dolore al ginocchio destro lo costrinse ad accasciarsi sull'asfalto bagnato mentre la pioggia continuava a bagnarlo. "Perché l'hai fatto Federico? Perché mi hai lasciato andare?" Chiese, a qualcuno che non era lì con lui.
Il moro si sedette al centro della strada e rivolse il suo sguardo al cielo grigio.
-"Non doveva succedere più, cazzo non di nuovo!" Gridò il ragazzo, senza rivolgersi a nessuno in particolare. "Ho perso mia sorella, la mia famiglia, la mia vita. Non era abbastanza?! C'era bisogno di togliermi anche lui?!" Continuò e si morse forte il labbro inferiore, tanto da farlo sanguinare. Il ragazzo abbassò il capo e strinse le gambe nude al petto.
-"Dovevi proteggermi Alexandra, me l'avevi promesso..." Sussurrò, con il cuore distrutto e la testa che sembrava volergli scoppiare. "Quel giorno mi hai promesso che sarei stato felice, che tu avresti fatto di tutto affinché fosse così. Adesso però dove sei?! Perché mi hai lasciato solo anche tu?!" Urlò il ragazzo e si graffiò le ginocchia tatuate. "Dovresti essere qui con me, dovresti cenare con me e Federico mentre ci ripeti che siamo una bella coppia!" Continuò. "E invece guarda un po' dove siamo!
Io sono seduto in mezzo ad una strada, con il cuore distrutto e dopo aver perso l'ennesima persona a me cara. Tu... tu invece sei sotto terra!" Aggiunse. "Sei un bugiarda, Alex, sei una fottuta bugiarda! Mi hai mentito per quindici anni, mi hai fatto credere che ci saresti stata e invece di te qui non c'è nemmeno l'ombra!"
Alexandra era stata per Benjamin il suo unico punto fisso, nei suoi primi quindici anni di vita aveva sempre saputo di poter contare su sua sorella perché lei lo avrebbe sempre difeso.
«-"Ti prometto che io ci sarò sempre per te, mio piccolo B, ti proteggerò quando ne avrai bisogno. Io sono parte di te e tu sei parte di me. Siamo gemelli, Benjamin, saremo legati per sempre.
Quando non mi vedrai chiudi gli occhi e cercami, io sarò sempre lì con te. Ricordalo Ben, io sono con te e ti proteggerò sempre.»
Gli ripeteva continuamente Alexandra, quando il moro era in preda a qualche attacco di panico, e Benjamin aveva sempre creduto alle sue parole ma in quel momento non ci riusciva. In quel momento non gli bastava chiudere gli occhi e ricordare i momenti felici con sua sorella, aveva bisogno di poterla abbracciare davvero. Aveva bisogno di illudersi che tutto nella sua vita andasse ancora bene, aveva bisogno di avere anche Federico al suo fianco.
-"Sono solo Alexandra ed è anche colpa tua!" Urlò, ancora, Benjamin e alzò di nuovo lo sguardo verso il cielo. I suoi occhi erano cupi, proprio come lo era il cielo, ed erano iniettati di sangue a causa della pioggia che continuava a bagnarli. "Ti odio Alexandra, io ti odio!"
Benjamin serrò i pugni, con le poche forze che gli erano rimaste, e si sdraiò sull'asfalto bagnato. Il moro chiuse gli occhi e cercò di spegnere il cervello, di non pensare più ad Alexandra e a Federico. Di non pensare che aveva preso entrambi.
"Magari presto ti raggiungerò Alex, aspettami sorellina." Pensò Benjamin e si morse l'interno della guancia, mentre con le unghie lasciava solchi nei palmi delle mani.
Il suono di un clacson fece pensare al maggiore che quel momento fosse davvero arrivato, che avrebbe rivisto sua sorella ma poco dopo una suv nero, a lui sconosciuto, gli si fermò accanto. Dopo aver constatato di non conoscere quella macchina, chiuse nuovamente gli occhi e si abbandonò a se stesso.
Meno di un minuto dopo, però, si ritrovò ad essere preso di peso da due mani ruvide e sgradevoli al fatto che lui conosceva bene.
Quando aprì gli occhi si ritrovò davanti il ghigno malizioso di Thomas, che lo stava spingendo con poca grazie nel suv.
-"Adesso vieni a casa con me." Disse l'uomo e lo spinse sul sedile del passeggero.
-"Io non vengo da nessuna parte con te, mi fai schifo!" Esclamò.
Il moro fece per scendere dalla macchina ma Thomas glielo impedì, spingendolo di nuovo all'interno.
-"Non te lo sto chiedendo piccino, te lo sto solo dicendo." Rispose. "Tu vieni con me e non andrai più via."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora