18. Ieri - La carrozza ristorante

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Il Phoenix Express continuò la sua corsa, immerso nel verde della campagna. Mancavano pochi minuti alle dodici quando si sentì bussare alla porta di ognuno degli scompartimenti degli studenti. Una dopo l'altra, le porte si aprirono e tre minuscoli elfi domestici, vestiti con un telo con lo stemma del ministero, si inchinarono profondamente ai ragazzi incuriositi.

- Siete cortesemente invitati nella carrozza ristorante, dove tra poco sarà servito il pranzo. Buongiorno! - Dopodiché svanirono con un leggero schiocco.

Uno dopo l'altro, uscirono dagli scompartimenti e si avviarono lentamente verso l'altra carrozza. Nel passaggio da una carrozza all'altra, l'arredamento sembrò cambiare in maniera radicale. Da ambienti di legno lucido e pelle rossa, divisi in scompartimenti, si trovarono in un solo grande ambiente, con la tappezzeria blu notte e finiture dorate, arredato come un ristorante, con tavolini tondi e poltroncine foderate. Su ogni tavolo, un piccolo fuoco azzurro e mazzi di margherite ingentilivano l'apparecchiatura. Al centro del vagone, un minuscolo giardino al chiuso rendeva l'atmosfera più affascinante.

Due dei tavoli erano già occupati. In uno sedeva la professoressa Mac Gonagall, insieme ad una strega di mezza età dall'aspetto distinto e dalla bellezza eterea e a un vecchio mago panciuto dall'aria burbera. Al secondo tavolo, una giovanissima strega dal piglio deciso, vestita in abiti quasi babbani e con i capelli corti dal taglio aggressivo, un uomo dal portamento militaresco e un altro dalla figura allampanata e vagamente impacciata.

Quando li vide entrare, Minerva Mac Gonagall si alzò e si fece loro incontro.

- Bene, bene, ragazzi, adesso vi metterete seduti ai vostri tavoli, ovviamente con la compagnia che preferite. Non vi presento ora agli altri commensali, sarebbe troppo lungo e il pasto sta per essere servito, limitatevi ad un saluto rispettoso: saranno, insieme a me, i vostri insegnanti nei prossimi due mesi, vi prepareremo insieme ad affrontare la sessione speciale di MAGO per voi prevista. I convenevoli li faremo dopo il pasto, sorseggiando un caffè, veramente ottimo, ve lo assicuro, e mangiando qualche pasticcino. Su, su, adesso, seduti, seduti!

Automaticamente, dopo aver rivolto un cortese cenno di saluto agli altri tavoli, i ragazzi si disposero a sedere con i medesimi compagni con cui avevano viaggiato nello scompartimento.

Le tre ragazze sembravano il gruppo più a proprio agio, conversavano con affabilità e ogni tanto scappava loro una risata divertita.

Il gruppetto formato da Neville Longbottom e dai due corvonero, invece, sembrava il più serio, i ragazzi avevano l'aria vagamente imbarazzata e tesa. La conversazione era scarna per quanto cortese, anche se lo sguardo curioso di Neville dardeggiava qui e là senza fermarsi.

Inaspettatamente, il tavolo più animato era quello con la compagnia apparentemente peggio assortita: Harry Potter e i due serpeverde. Appena seduti al tavolo, Draco Malfoy aveva esordito dicendo:

- Potter, tu non sei abituato, quindi devo avvisarti. Dobbiamo tener d'occhio Zabini: è un raro incrocio di pazzia suicida e stupidità sociale. Guardalo come fissa gli insegnanti! Ora comincerà a far commenti indecorosi e assurdi per provocare una nostra reazione, e continuerà finché non avrà raggiunto l'obiettivo di farsi notare e metterci irrimediabilmente in imbarazzo. Stai pronto a mollargli calci sotto il tavolo e, attento, faccia da poker!

Harry Potter, più allibito per l'allusione al poker - gioco notoriamente babbano - che per il discorso del suo compagno, aveva già assunto un'espressione assolutamente impagabile per i gusti di Blaise Zabini che, dal canto suo, sogghignava apertamente.

- Hai un bel dire, Draco, ma ammettilo, la mia conversazione è la migliore in assoluto. Che ne dite della compagnia al tavolo della Mac Gonagall? Quel mago panciuto sembra così inacidito che non credo davvero che riuscirà sopravvivere al pranzo. Si strozzerà con la sua bile tra la prima e la seconda portata. E la strega? Bellissima, non è vero? Se non fosse una vecchia carampana ci farei un pensierino, le chiederei di fare con me una fuga d'amore e...

Il calcio sotto il tavolo gli arrivò da entrambi i lati e tra sé e sé dovette ammettere di non esserselo proprio aspettato.

- Diamine, ragazzi, non avete occhio! Quella dieci... no, facciamo venti anni fa, era un vero fiore! Ahia! - esclamò rumorosamente al secondo paio di calci, provocando un'occhiataccia dalla professoressa Mac Gonagall.

- Che ti avevo detto? Questa è la prima occhiataccia. Idiota, qui non siamo in sala grande, ti fai notare troppo! - sussurrò concitato Draco Malfoy.

- Credo proprio che tu sottovaluti una componente masochistica, Malfoy. - Intervenne Harry Potter con voce convinta. - O gli piacciono i calci o le occhiatacce. - e la conversazione continuò in questo modo, con Zabini che faceva commenti deliranti e gli altri due che cercavano di fare diagnosi sul logorroico compagno e di arginare la sua lingua impazzita.

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora