23. Ieri - Piccoli assaggi

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Il professor Rolf Scamander era stato di parola; aveva imparato l'incantesimo, prodotto in grande quantità del gelato al limone, mentre le tre ragazze preparavano a loro volta altro gelato, poi le aveva salutate con un sorrisetto, portando con sé una grossa ciotola, seguito da un piccolo elfo con un vassoio con sopra coppette, cucchiai e acqua fresca da bere.

- Credete che potremmo farci accompagnare anche noi da un elfo? - chiese titubante Susan.

- Beh, chiediamoglielo come favore, se non hanno altri compiti urgenti. - rispose altrettanto dubbiosa Hermione.

- Ciao! - si chinò Luna verso un minuscolo e giovane elfo. - Se non hai molto lavoro in questo momento, ci potresti aiutare a trasportare quello che ci serve nel dormitorio maschile? Vorremmo far assaggiare il nostro gelato ai nostri compagni. E naturalmente potresti assaggiarne una coppetta anche tu!

Il piccolo elfo cominciò a tremare incontrollabilmente dall'emozione di tanta cortesia, così un elfo più anziano si avvicinò e si offrì di aiutarle.

- Ma noi elfi non mangiamo il gelato, signorina!

- Perché no?

- Oh, no, signorina, voi l'ha fatto per i signorini, non possiamo prenderlo, no davvero.

- Oh, insisto! Se desiderate aiutarci, assaggiatene almeno un cucchiaino ciascuno. Se no ci offendiamo! - esclamò risolutamente Hermione, incrociando le braccia. I due elfi, armati di cucchiaino, lo affondarono lentamente nella crema alla frutta e lo avvicinarono alla bocca, sorridendo poi soddisfatti.

- Signorine, voi è bravissime a fare il gelato!

- Grazie mille. Ora ci accompagnate?

***

- Ragazzi, possiamo entrare? - le ragazze bussarono con le nocche sulla porta del dormitorio maschile. Neville saltò su per andare ad aprire la porta, poi si tirò indietro con un'esclamazione di stupore. Le tre ragazze erano accompagnate da due elfi che, molto solennemente, spingevano un carrellino della cucina.

- Che cosa succede, ragazze?

- Susy ci ha insegnato a fare il gelato e ve ne abbiamo portato un po' - gli rispose Luna con un sorriso svagato.

- Fantastiche! - esclamò Terry. In men che non si dica i nove ragazzi erano seduti in cerchio, sul pavimento della stanza cosparso di cuscini e stavano mangiando il gelato, quasi in silenzio.

-Siete assolutamente da sposare: belle, intelligenti e sapete pure fare il gelato! - esclamò in estasi Blaise Zabini.

- Non ci fate caso, ragazze, è un caso perso - intervenne Harry, tirandogli distrattamente una cuscinata. L'atmosfera era leggera, rilassata, ma Harry osservava di sottecchi la sua amica Hermione. Adesso se ne stava con la testa appoggiata alle ginocchia, le gambe tenute strette al petto in un abbraccio, lo sguardo puntato sui piccoli piedi nudi. I leggeri segni delle occhiaie e lo sguardo malinconico gli dicevano che non era ancora passata, anzi, che la ferita non aveva neppure iniziato a rimarginarsi.

- È buono davvero, però! - tornò alla carica Zabini. - Mi sembra di stare nel dormitorio delle serpi, in un pomeriggio libero. Si sta bene qui - sospirò, per una volta in tono serio - anche se vorrei avere notizie di Theo. Credo che anche per voi sia strano non avere notizie di Weasley, no, Potter?

Harry sentì distintamente Hermione tirare il fiato.

- È senz'altro diverso, Blaise, date le condizioni in cui avete lasciato Nott. Non sarà stato facile per voi lasciarlo non ancora ristabilito - replicò con voce quasi neutra.

- Da quello che ha detto George Weasley, la loro famiglia sta passando un brutto periodo. Quindi direi che non sia stato semplice nemmeno per il rosso salutarvi e restare ad aiutare i genitori a superare il lutto. - Intervenne Malfoy con voce incerta: gli risultava quasi imbarazzante fare quelle considerazioni a voce alta, ma era quello che gli era balenato alla mente non appena si era reso conto che quel trio di grifondoro si sarebbe sciolto. Non aveva dimenticato il modo disinvolto con cui Ronald Weasley gli aveva rivolto la parola in dormitorio, né tantomeno che George Weasley aveva praticamente salvato la vita ai suoi amici, in corridoio.

Harry rispose con una risatina spezzata:

- Sicuramente non sarebbe stato semplice, se ci avesse salutato! 

- Come sarebbe se, Harry? - intervenne stralunato Neville. - Ron vi ha salutato! Ci ha fermato quella sera e... - poi si fermò, del tutto senza parole, guardando le espressioni pietrificate di Harry e Hermione.

Harry guardò di sottecchi l'amica, poi decise di andare avanti, sentendo in cuor suo di fare un azzardo.

- Stai dicendo che è venuto a cercarvi? Buon per voi, ma con noi non l'ha fatto. È partito e ha detto a George e Ginny che non vuole più saperne e basta. Credo che significhi che non vuol saperne più di tutto quello che è successo, della guerra e, beh, di questo! - e indicò con un movimento circolare del braccio la stanza del castello - ma noi ci siamo dentro fino in fondo e quindi la mia deduzione è che facciamo parte di quello di cui non vuol sapere, giusto, Neville? - concluse amaramente.
Il clima rilassato che c'era fino a qualche minuto prima non esisteva più. I ragazzi erano allibiti, non guardavano in faccia i due grifondoro se non di sfuggita. Harry buttò la testa indietro, guardando il soffitto con un sospiro. Hermione sembrava mutata in pietra. Poi si sollevò leggermente e chiese:

- Qualcuno vuole altro gelato?

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora