33. Oggi - Minerva Mac Gonagall

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Whiskey bussò discretamente alla porta dello studio e aspettò la voce del suo padrone per fare capolino. Erano ancora tutti vicini, alcuni chini sul laptop, altri che sfogliavano il fascicolo delle indagini.

- La professoressa Mac Gonagall è arrivata, signore. Si è fatta condurre nella stanza delle bambine, per accompagnarsi alle signore Longbottom e Potter, signore. Posso procedere con la cena, signore?

- Sì, Whiskey, grazie! - sospirò Blaise. - Raggiungeremo le signore, puoi venire lì a chiamarci, quando è pronto. Ricordati di avvisare i signori Scamander, resteranno in camera fino alla cena.

- Mi fermo un attimo da Luna e salgo, ok? - disse Harry, mentre gli amici si avviavano su per le scale.

***

- Posso entrare?

Il professor Scamander aprì la porta, svelto.

- Vieni, Harry, vieni pure! Luna è stesa sul letto ma è sveglia.

Luna gli sorrise, era seduta ben sorretta dai cuscini, e batté la mano sul letto, facendo segno all'amico di avvicinarsi a lei. I grandi occhi slavati erano vagamente inquieti, mentre sondavano lo sguardo di Harry.

- Novità, capo?

- Ehi, Pixie! - Le sorrise debolmente l'amico, sedendosi accanto ai suoi piedi. - Sì, Herm ha fatto una scoperta. I disegni non sono semplicemente il simbolo del Reparto, come credevamo. Sono la riproduzione esatta dei nostri tatuaggi. Si riesce a vedere, ingrandendo di molto l'immagine.

Luna cambiò espressione. Rolf Scamander le si avvicinò, cingendole le spalle con un braccio.

- Questo significa che è qualcuno che minaccia noi come persone, Harry, non in quanto Auror... qualcuno così in confidenza con noi da conoscere i particolari del nostro tatuaggio!

- Per quanto l'idea mi ripugni, temo che sia la verità. O qualcuno che ci conosce bene, o qualcuno che ha avuto accesso a questa informazione così privata. Domani cercheremo di individuare una lista di persone che possono aver conosciuto questo dettaglio. Ma per stasera basta. È arrivata la professoressa, ora cerchiamo di rilassarci e di fare piani che riguardino la sicurezza delle nostre famiglie... anche la tua, Pixie, non voglio storie. Per quanto mi riguarda, finché questa storia non sarà finita tu sei fuori servizio, non c'è solo la tua vita in gioco.

Luna strinse i denti, contrariata, ma sapeva che Harry aveva ragione. Chinò il capo in cenno di assenso.

- Sono fuori servizio, fisicamente, ma la mia testa funziona bene, Capo, e pretendo che tu lo tenga in considerazione. Devi tenermi informata.

Suo marito la strinse più forte.

- Harry ha ragione, Luna. La tua testa è in piena forma come al solito, ma non devi correre rischi, ti prego.

L'espressione solenne nei suoi occhi era talmente inconsueta, dato il carattere stravagante e allegro del marito, che Luna si sentì stringere il cuore.

- Non correrò rischi, Rolf, voglio solo informazioni. E se tu mi resterai accanto, non ci saranno problemi - aggiunse, accarezzandogli la mano.

Harry sospirò di nuovo: - Ok, Luna, te lo prometto! Ora vado, vi verrà a chiamare Whiskey per la cena, tra poco.

***

Harry Potter salì lentamente le scale, con il cuore pesante. Arrivato al pianerottolo, sentì il suono cristallino delle risate. Istintivamente, sorrise, aprendo la porta.

Terry, Michael e Blaise erano carponi, ognuno con una delle bambine in groppa, e si inseguivano sul pavimento; Susan, Ginny e Hanna, seduta sulle ginocchia di Neville, facevano il tifo, ridendo con le lacrime agli occhi; Draco, con un'espressione maliziosa che gli era terribilmente naturale, era appoggiato allo schienale della poltrona della moglie, e insieme parlavano animatamente con Minerva Mac Gonagall, che aveva da parte sua lo sguardo colmo di calore.

Si sentì immediatamente il cuore più leggero e capì che ce l'avrebbero fatta, qualunque cosa fosse successa nel loro passato, qualunque cosa avrebbero dovuto affrontare in futuro.

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora