21. Ieri - Pomeriggio

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Erano in Accademia da due settimane, le ore di lezione si erano dimostrate talmente intense da mettere a dura prova anche la concentrazione di Hermione Granger e le verifiche e le esercitazioni erano state praticamente continue. Mentre i corsi Auror erano previsti dal lunedì al venerdì, secondo gli orari che avevano visti affissi nell'atrio del castello, loro avevano lezione fino al sabato mattina: ci erano arrivati stremati.

Quel sabato pomeriggio, nel dormitorio maschile, i ragazzi erano stesi sui letti a rilassarsi, giacché faceva troppo caldo per pensare di andare nel giardino. Un unico ragazzo era seduto sul letto a ripetere, chino su un libro di trasfigurazione avanzata.

- Ma insomma, Malfoy! Studi quanto Hermione e ti assicuro che non ho mai neanche osato pensare una cosa simile di nessuno! - esclamò Neville Longbottom.

Da quando erano arrivati, l'atteggiamento determinato di Draco Malfoy non era mai venuto meno e la tregua con Harry Potter, che stava creando una strana, anomala complicità tra i due, aveva fatto sì che gli altri ragazzi del gruppo, dapprima nel migliore dei casi leggermente ostili, si aprissero alla curiosità verso il ragazzo. Per Blaise era stato più facile: il suo spirito caustico non era mai palesemente offensivo e a Hogwarts non aveva mai avuto un atteggiamento prepotente quanto il suo compagno.

- Se vuoi infastidire una serpe, vai da Zabini, Longbottom, io ho da fare. - borbottò in risposta, senza distogliere lo sguardo.

Neville guardò Harry negli occhi, poi gli fece l'occhiolino e bisbigliò:

- Levicorpus - facendo un cenno col capo verso il serpeverde. Harry annuì, sghignazzando, e chiamò Blaise Zabini con un colpetto sulla spalla. In men che non si dica, tutto il dormitorio maschile era informato e unanimemente concorde nel decidere che Draco Malfoy aveva studiato fin troppo.

- In quanti? - domandò Neville.

- Due o tre, direi. Non vorrei che per eccesso di zelo sfondassimo il soffitto. - rispose Blaise.

- Al mio tre, io, te e Neville. Ok?

- Vai!

- Uno, due, tre... Levicorpus!

In un batter d'occhio Draco Malfoy si era ritrovato a testa in giù, a mezz'aria, come sospeso per le caviglie.

- Ma che diamine! - aveva esclamato a denti stretti, poi aveva guardato tutto il dormitorio che rideva e in silenzio aveva fatto un sorriso di pura furbizia. Aveva afferrato meglio il libro di trasfigurazione, con due mani invece che con una, aveva piegato le ginocchia, mettendosi molto lentamente e con gran fatica a gambe incrociate e, sempre a testa in giù, aveva continuato a ripetere.

- Ma questo è matto! - aveva esclamato Terry Boots, con gli occhi fuori dalle orbite. Le risate erano state praticamente annientate dall'idea del serpeverde; poi Harry Potter era scoppiato in una risata ancora più sonora della precedente e aveva fatto scendere il ragazzo di nuovo sul letto.

- Sei il re dei bastardi, Draco Lucius Malfoy!

- Sei vuoi ti do ripetizioni, Potter.

***

Le ragazze non erano rimaste nel dormitorio; si erano tolte le divise, si erano messe dei leggerissimi vestiti estivi ed erano scese nelle cucine, in punta di piedi: Susan aveva raccontato loro che l'estate precedente aveva imparato un incantesimo per preparare un ottimo gelato alla frutta e Luna e Hermione volevano farselo insegnare.

- Cominciamo a radunare gli ingredienti. Poi serve una grossa ciotola, perché non sono molto brava a mescolare tutto senza farlo uscire fuori. Che frutta c'è? - aveva chiesto molto gentilmente a un piccolo elfo. 

Hermione stava apprezzando ogni giorno di più la compagnia delle due ragazze: non erano solo intelligenti e determinate, ma avevano entrambe una grande sensibilità, che raramente la ragazza aveva incontrato, soprattutto nei confronti delle creature più deboli. Certo, aveva sempre reputato Luna eccentrica e a volte le sue uscite sulle creature invisibili che percepiva la facevano disperare, ma era anche una delle ragazze più solari e forti che conoscesse. Susan invece era stata una sorpresa: timida e dolcissima, ma anche molto franca e spiritosa. Per la prima volta, si trovava a suo agio in maniera naturale con qualcuno che non fosse Harry o Ron. Aveva altre amiche: voleva molto bene a Ginny, per esempio, ma l'affetto profondo non era accompagnato dall'affinità. Ginny era una ragazza energica, sportiva, sicura di sé e immensamente socievole e a volte comprendeva poco il temperamento riflessivo di Hermione.

Dopo un paio di tentativi dal risultato imperfetto, sia Luna che Hermione erano riuscite a produrre un fantastico gelato, dolce e cremoso. Luna aveva scelto le fragole, Hermione aveva preferito le pesche, mentre Susan aveva fatto un golosissimo gelato ai fichi.

- Bravissime, ragazze! Mi fate assaggiare? - sulla porta della cucina, era apparso senza un rumore il professor Scamander. Hermione e Susan rimasero titubanti per un attimo; Luna, invece, prese subito una coppetta e la riempì con una generosa cucchiaiata di gelato per ogni gusto.

- Mmh, è fantastico! - disse il professore, ancora con la bocca piena. Era un ragazzo poco più vecchio di loro, sicuramente non doveva essersi diplomato da tanti anni, e aveva un'aria simpaticamente svagata, anche se come professore era inflessibile, esattamente come tutti gli altri. - Dove avete imparato quest'incantesimo divino?

- Me l'ha insegnato mia nonna, professore - rispose Susan.

- E Susan l'ha insegnato a noi - completò con un sorriso Luna.

- Ok, anche se non si dovrebbe, facciamo uno strappo alla regola. Insegnalo anche a me, Susan! Ne facciamo un altro po', io lo porto agli altri professori e voi ai ragazzi! Accidenti se ci vuole con questo caldo!

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora