93. Oggi - Sulle orme di Felpato

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- Ci siamo tutti, Fenice, a te la parola! - disse Harry con un sorriso nervoso.

Sperava con tutto il cuore che l'intuizione della sua amica fosse la risposta giusta a quel gigantesco puzzle.

- Bene, Harry. Spero di averci visto giusto, comunque sia... Sappiamo per certo, noi due, che Ron conosce un posto, subito al di là delle campagne di Hogsmeade. Un posto ben nascosto agli occhi di qualunque curioso. -

- Noi due, Herm? Non ricordo di aver mai esplorato le campagne di...

- Felpato - lo interruppe lei con un sorriso.

Harry scattò in piedi.

- Sei un genio, Fenice, un genio assoluto! Diamine, sì! La grotta di Felpato! Sarebbe perfetta! 

Michael fece una risatina.

- Siamo alle solite. Spiegate anche a noi, voi due? 

- Parliamo di Sirius Black. - rispose Harry con un sorriso strano.

Il rimpianto di averlo perduto per sempre, senza avere avuto veramente occasione di conoscerlo a fondo, era sempre stato forte, senza essere mitigato dagli anni, anche se il dolore era più maturo, ormai.

- Quando fu estratto il mio nome dal Calice di Fuoco, gli eventi sembrarono entrare in una spirale sempre più stretta. Sirius era latitante, insieme a Fierobecco, vecchia conoscenza del nostro Drago - aggiunse con uno sguardo ironico e un mezzo inchino all'indirizzo dell'imbarazzato collega - ma ci tenevamo in contatto, via gufo e perfino via camino. Quando le cose si fecero davvero pericolose, Sirius decise di raggiungermi, a dispetto dei rischi. 

- Ci mandò una pergamena, dopo la prova del lago, per darci appuntamento. La ricordi? - sorrise Hermione - Dovevamo incontralo allo steccato alla fine della strada che esce da Hogsmeade, dopo Mondomago. 

- Quando andammo all'appuntamento, lo incontrammo sotto forma animale, un grosso cane nero; ci guidò lentamente su per la montagna, fino a raggiungere una caverna naturale. - riprese Harry. - È una scalata niente male, non ci andrebbe nessuno giusto per fare una passeggiata all'aria aperta. Inoltre, l'apertura della grotta è subito dopo una svolta del sentiero così da nasconderla completamente alla vista. La caverna è fresca, dato il periodo è l'ideale. È quasi buia, ma molto spaziosa. Con sufficienti provviste alimentari, un mago potrebbe nascondersi lì per un tempo indefinito. 

- Da come ne parlate, Weasley ha scelto bene. La posizione della caverna sulla montagna rende impossibile un attacco frontale. Non possiamo avvicinarci all'ingresso senza essere visti e attaccati. Se anche usassimo i mantelli di George, sarebbe pericoloso. Ormai credo che sia chiaro che Weasley è uscito di senno. Non si farebbe alcuno scrupolo di usare maledizioni senza perdono, anzi, riterrebbe di star compiendo un atto di giustizia. I mantelli non possono reggere più di un Avada Kedavra senza lacerarsi irrimediabilmente. - Fece notare Terry Boots.

- Hai ragione, Terry, è per questo che dovremo ingannarlo, in qualche modo. Bisogna ragionare un po' da serpeverde, consentimelo, amico! - rispose Blaise, scuotendo la testa con un sorrisetto.

- Idee? - chiese Harry

Draco gli lanciò una lunga occhiata, poi fece un ghigno di pura perfidia.

- Credi che lascerebbe entrare nella caverna due bambine indifese senza attaccarle? Soprattutto se pensasse di poterle usare come esca? 

- Ma che accidenti stai suggerendo? - sbottò Neville.

- Sto suggerendo, integerrimo d'un Longbottom, che se lui pensasse di avere in suo potere Sara e Claire Malfoy, le figlie delle persone che odia di più al mondo, non esiterebbe a considerarle ostaggi preziosi; si distrarrebbe, dando modo a qualche Auror di entrare e schiantarlo. Sto suggerendo che nelle scorte del professore di pozioni di Hogwarts non mancherà di sicuro un'ottima pozione polisucco, non credi? E se così non fosse, non si perderebbe molto tempo ad andare al laboratorio del Comando, dove queste scorte sono cospicue e abbondanti. 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora