56. Ieri - Invito a casa Tonks

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Il programma di addestramento era massacrante. Al contrario degli altri allievi dell'Accademia, loro al primo anno non avevano autorizzazione a uscire in affiancamento. La mattina c'erano i corsi canonici, il pomeriggio i corsi speciali ideati su misura per il loro ristrettissimo gruppo. Rolf Scamander e Thomas Stretton li tenevano impegnati nell'addestramento fisico ogni giorno, al calare del sole. Due volte a settimana si addestravano nel volo, da soli e in coppia, una volta a settimana studiavano l'utilizzo di armi babbane e il modo in cui potevano essere adoperate grazie alla magia. Altre due giornate erano dedicate ad addestrare il fisico, per dare a ognuno di loro più forza, più velocità e più resistenza. Erano così presi da questa massacrante routine, che non si accorsero che era quasi Natale, finché Rolf Scamander non li invitò nuovamente a rilassarsi nel suo ufficio dopo cena, per parlare un po'.

- Questa volta non ci vizia con il vino di visciole, professore? - chiese con un sorriso smagliante Michael Corner.

- No, Michael, stavolta la mia umile dimora ti mette a disposizione una bevanda per me meno compromettente! - rise Scamander - Cioccolata calda! Certo, se poi la correggessimo al rhum potrei essere ripreso comunque, in effetti. Ma era mia intenzione proporvela nella versione ispirata alle antiche popolazioni delle Americhe: col peperoncino! -

I ragazzi si sedettero incuriositi. Hermione prese tra le mani la tazza colma di una crema scurissima e profumata. Si aspettava un sapore deciso, aggressivo; invece il palato fu invaso solo dall'aroma speziato della fava di cacao. Sulla lingua, la leggera granulosità sembrava accarezzare le papille. Poi, improvvisamente, sentì un gradevolissimo retrogusto piccante, che faceva venire voglia di un altro sorso.

Luna si era accovacciata a gambe incrociate sul tappeto, gustando la bevanda quasi a occhi chiusi: era stanchissima. Hermione rise:

- Pixie! Rischi di addormentarti così! -

- Lo so! Sono esausta! Ci vorrebbe una vacanza! -

- In effetti vi ho invitati un po' anche per questo motivo, ragazzi. Volevo parlarvi delle vacanze natalizie. A Natale l'Accademia chiude, lo sapete? Dovrete organizzarvi per tornare a casa. -

Harry Potter apprezzava Scamander, tra tutti gli istruttori dell'Accademia, non solo perché la sua età gli consentiva di entrare in sintonia con i suoi allievi, ma soprattutto perché parlava con schiettezza, senza troppi giri di parole. Anche questa volta, il giovane professore non lo deluse.

- Non ci sono problemi per la maggior parte di voi. Sulle vostre case sono state poste delle protezioni magiche dal Ministero e tanto basta. Ma per voi tre la situazione cambia. Harry, Hermione, Draco, voi siete da soli; non è prudente. Non in questa fase del vostro addestramento. Siete un bersaglio e non siete ancora abbastanza avanti per non essere a rischio. Che si fa, ragazzi? -

Ufficialmente, il professore non conosceva la situazione familiare di Draco Malfoy, ma aveva orecchie pronte e sensibili sia in accademia che fuori. E le voci più allarmanti venivano proprio da fuori, riferendo di un Lucius Malfoy furibondo come mai prima d'allora.

- Professore, dal momento che la mia ragazza andrà a trovare, insieme ai familiari, i fratelli in Romania, io avevo intenzione di andare a trovare il mio figlioccio, Ted Lupin. Si trova in una casa protetta da incanto fidelius e credo che questo possa bastare per definire la mia situazione ottimale. Se i miei amici accettano l'invito, potrebbero venire anche loro; Hermione c'è già stata ed è la benvenuta e credo che alla padrona di casa farebbe piacere conoscere Draco, sono anche parenti. -

- Parenti, Potter? Dove mi stai invitando? - chiese Draco, alzando un sopracciglio.

- A casa Tonks, Malfoy, da tua zia Andromeda! - rispose Harry con naturalezza.

Draco Malfoy rimase in silenzio. Era combattuto. Passare le vacanze a casa Tonks avrebbe significato un Natale piacevole, in compagnia di due amici, ma come poteva essere il benvenuto in quella casa?

- Draco Lucius Malfoy - intervenne Hermione, che l'aveva osservato con attenzione - nessuno più di te sarà accolto meglio, soprattutto dopo aver spezzato a quel modo la bacchetta di tuo padre! -

- Come sarebbe, spezzato la bacchetta!? - trasecolò Scamander, scoppiando poi subito dopo in un'incontenibile risata - Diamine, ragazzo, meno male che esiste l'incanto fidelius! Starà ancora riversando bile! -

Draco ridacchiò appena: chissà se sarebbe mai riuscito a trovare la situazione lontanamente divertente.

- Ok, Potter. Accetto l'invito a patto che tu scriva stasera stessa alla signora Tonks per chiederle se la mia presenza le è gradita. Non voglio imporgliela e non gliene vorrei se mi detestasse. -

- Affare fatto, Drago! - rispose il ragazzo, porgendogli la mano.

- Accipicchia ragazzi! E come si fa per i regali di Natale? - chiese Luna Lovegood, improvvisamente desta.

- Niente giri a fare spese, bimba, Babbo Natale quest'anno non porterà nulla a nessuno, non possiamo correre rischi. - rispose il professore con aria seria. - Su, ragazzi! Non è una tragedia! Alla fine del vostro addestramento sarete così preparati che potrete vivere tranquillamente in bocca a un dorsorugoso di Norvegia! -

- E poi ci si può organizzare comunque! - aggiunse Neville con aria furba - Potremmo sempre approfittare della nostra amicizia con il proprietario del miglior negozio di Hogsmeade: i Tiri Vispi Weasley! Mandiamo a George un gufo carico di galeoni e ci farà trovare pronti i regali per tutta la famiglia! -

- Certo, se non ti fa prima esplodere casa - annuì compita Hermione, scatenando l'ilarità generale, finché Terry Boots fece calare il gelo sulla stanza.

- Professore, Voldemort è stato sconfitto. Perché siamo un bersaglio così a rischio? -

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora