102. Oggi - Tre

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Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse subito dell'elegante donna bionda che avanzava con grazia lungo il sentiero scosceso, in compagnia di due bambine: Daphne!

Ronald Weasley sorrise: l'incontro con Daphne Greengrass era stata una delle poche gioie della sua vita. Era bella, dolce e lo amava davvero. Se ne era accorto, anche se non era mai stato molto sveglio in queste cose! Gli aveva dimostrato di essere una donna fantastica, nonostante venisse dalla casa di Salazar Serpeverde, verso cui lui aveva ferrei pregiudizi. Anche ora gli stava provando la sua lealtà, portandogli in dono le due piccole Malfoy: non aveva intenzione di ucciderle, questo no! Erano delle bambine e lui non era un assassino: era un vendicatore, un cacciatore di draghi e di mangiamorte. Aveva tutta l'intenzione di renderle orfane, però; sarebbero cresciute infinitamente meglio, senza un padre mangiamorte e una madre sgualdrina. E dopo averli uccisi, li avrebbe portati in dono a Harry Potter: il suo bersaglio ultimo, la radice del male.

- Da questa parte, non manca molto! 

Daphne sembrava incitare le due bambine, con voce vagamente affannata, piuttosto che costringerle: era stata davvero brava! Si fidavano di lei, dunque.

- Venite, adesso vi faccio conoscere una persona speciale, sapete? Conosce bene la vostra mamma e il vostro papà, è pure un amico dello zio Harry. Eccoci! - la sentì sbuffare infine.

Ron fece qualche passo fuori.

- Salve, piccole! Io sono Ronald Weasley, voi come vi chiamate? 

La più piccola delle due si fece avanti, rispondendogli con un inchino:

- Claire Rose Malfoy! Ma tu sei parente di zia Ginny? 

- Clarine! - La richiamò la più grande, sottovoce - Non è educato! Piacere, io sono Sara Narcissa Malfoy. - Soggiunse, porgendogli la mano con grazia. Aveva una luce birichina negli occhi che smentiva i modi compiti.

- Voi avete mai visto un mezzogigante? Io ne ho catturato uno. Era cattivo, quindi l'ho addormentato con una pozione così potente che può addormentare anche un drago! Volete vederlo? Ce l'ho qua dentro! - Ron le invitò ad entrare con un gesto ampio della mano, indicando l'ingresso della caverna.

Le due bambine si guardarono, poi volsero il capo verso Daphne, come a chiederle il consenso con lo sguardo. Lei chinò il capo sorridendo ed entrarono, tutti e quattro, nell'ampia penombra.

- Fa fresco qui! - esclamò la bimba più grande. Sara, gli pareva.

Guardò Daphne avanzare fino a raggiungere Hagrid, per poi chinarsi verso di lui e toccargli con delicatezza il collo. Sembrava un'infermiera al capezzale di un ammalato, pensò con tenerezza. Era strano vedere la sua donna mostrare una tale sensibilità senza curarsi di esser vista, era molto riservata; d'altra parte, quelle erano solo bambine, non avevano importanza.

Le due Malfoy, intanto, si erano sedute a gambe incrociate a terra, con i loro zainetti tra le braccia e avevano tirato fuori le borracce per dissetarsi. Doveva essere stata una camminata difficile per due bambine così piccole.

- Sei amico dei miei genitori? - chiese la piccola.

- Lo ero. - sorrise lui in modo strano.

- E non lo sei, ora? 

- No. - Ron si passò la mano sugli occhi, improvvisamente esausto. - Tu non puoi saperlo, perché sei piccola. La tua mamma era molto buona, ma è diventata cattiva, quando ha conosciuto tuo padre. Starete molto meglio senza di loro, credimi. 

Vide le bambine scambiarsi uno sguardo con gli occhi spalancati, poi la più grande sorrise e rispose:

- Ci stai facendo uno scherzo. Perché poi i grandi a volte fanno questi scherzi, non lo so! 

- No, bambina, non sto facendo nessuno scherzo. Voi non ve ne andrete da qui, per ora. Faremo venire qui i vostri genitori e io li ucciderò, perché sono cattivi, e voi sarete libere. Poi ucciderò il vostro caro zio Harry. Lui è il più cattivo di tutti. Così staremo tutti in pace. In pace, finalmente! - concluse, con enfasi, chiudendo gli occhi per un momento. - Libererò quel grosso bestione laggiù, che probabilmente morirà di dolore. - il suo bisbiglio era pensoso e divertito.

Si avvicinò alle bambine, improvvisamente, con un movimento quasi convulso.

- Non vi legherò, se non sarà necessario. Non vi farò del male, se ubbidirete. Ma se cercherete di scappare, vi farò molto male. Se tu fai la cattiva, Sara, io farò male a Claire. E se fai la cattiva tu, Claire, sarà Sara a essere punita. Avete capito? 

Daphne lo guardava, inorridita. La cercò con lo sguardo; in seguito le avrebbe fatto comprendere, era necessario farle soffrire ora, per poterle liberare dai loro genitori. Era ancora voltato verso di lei quando udì una voce che riconobbe all'istante, con orrore.

- Ho sentito abbastanza! - si voltò, per vedere il suo vecchio amico Harry Potter sbucare da sotto al suo mantello dell'invisibilità.

Ronald Weasley era ancora vicino a Daphne: la afferrò, facendosene scudo.

- Traditrice! - le sibilò nell'orecchio - L'hai condotto qui! 

- Incarceramus! - Gridò una cristallina voce di bambina.

Non era possibile! Pensò, mentre le corde magiche gli stringevano il corpo in una morsa inscalfibile. I bambini di quest'età non sanno adoperare certi incantesimi! No! Ma un attimo dopo, vide Claire Rose Malfoy, con lo sguardo furioso, puntargli la bacchetta contro la gola. Vide Sara prenderla per un braccio, farla girare e stringerla, sussurrando:

- È finita. È finita. 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora