47. Ieri - Malfoy Manor

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- Sicuri di non voler entrare? Va bene, aspettatemi in giardino, faccio prima possibile. 

Appena videro Draco Malfoy chiudersi alle spalle la pesante porta di Malfoy Manor, Harry Potter si voltò verso Blaise Zabini. Il giovane serpeverde aveva l'espressione insolitamente tesa e seria.

- Spiegami, Blaise, perché l'abbiamo accompagnato e perché poi siamo rimasti in giardino. 

- Tu hai avuto già a che fare con Lucius Malfoy. Credi che sarà entusiasta che il suo piccolo Draco, la sua marionetta preferita, abbia una sua testa funzionante? Che abbia preso delle decisioni in contrasto con il suo volere? Draco è impazzito a pensare di venire qui e chiedergli le chiavi della casa di Londra, come se nulla fosse. E poi noi non restiamo in giardino. Noi entriamo dall'ingresso posteriore e ci mettiamo a osservare. Se non succede nulla, usciamo felici e contenti. Seguimi. 

Girarono nei viali del giardino, fino a ritrovarsi davanti a una porticina. Blaise bussò con le nocche. Dopo qualche secondo aprì la porta un vecchissimo elfo domestico, lo sguardo spaurito negli immensi occhi rotondi.

- Signorino Blaise! Che sorpresa! Perché bussa qui? 

- Toky, che bravo a ricordarti di me! Io e il mio amico siamo preoccupati, temiamo che il signor Lucius voglia fare molto male al signorino Draco. So che tu non puoi fare nulla per fermare il signor Lucius, vero? 

- Vero, signorino - rispose lui abbassando tristemente il capo.

- Ma noi possiamo entrare, se tu non ci vedi, e proteggere il signorino Draco! Tu non avrai fatto nulla che contrasti il tuo padrone e il signorino Draco non si farà male! 

Il vecchio elfo spalancò gli occhioni su Blaise, poi volse lo sguardo verso l'esterno.

- Ci sono troppe foglie qui fuori, io devo proprio spazzare il viale. Sì, troppo disordine. Io ora lascio la porta aperta, perché poi devo rientrare, sì sì. 

- Andiamo Harry! - esclamò sottovoce Blaise, tirando l'altro ragazzo per un braccio.

***

Lucius Malfoy non era cambiato. La sua figura altezzosa si muoveva avanti e indietro nella stanza.

- Tu non tornerai lì. Non sarai il fantoccio di Shacklebolt! Non dopo esserci salvati per puro miracolo! Hai preso i tuoi MAGO e ti occuperai delle proprietà di famiglia. Ora basta sciocchezze! 

Non alzava la voce, era gelido e controllato.

- Salvi per miracolo? Il miracolo si chiama Harry Potter, mio compagno di corso e di dormitorio. No. Io tornerò indietro e manterrò l'impegno che ho preso. 

- Non andrai.

- Ho già firmato sai? Sono dentro.

- Non andrai! - urlò Lucius Malfoy, usando la bacchetta come una frusta. Harry, nascosto dietro l'angolo del corridoio, sussultò. Era una magia che non aveva mai visto. Sulla camicia di Draco si aprì uno squarcio, che presto divenne rosso di sangue.

- Andrò. - la voce di Draco era ancora calma e ferma.

- Resterai qui...

I due ragazzi tirarono fuori le bacchette, restando accovacciati. Ogni frase pronunciata da Lucius Malfoy era uno squarcio rosso.

- E farai...

Harry strinse il braccio di Blaise, che scosse il capo.

- Quello che ti dico...

Draco non smetteva di guardare il padre negli occhi e non tentava neppure di parare i colpi. La mano di Blaise era stretta convulsamente sulla spalla di Harry, gli occhi negli occhi, mentre faceva infine un cenno di assenso.

- Di fare!

Ma mentre irrompevano nella stanza udirono Draco che, con voce rabbiosa, diceva:

- NO! - e poi lo videro eseguire, con tre incanti non verbali, tre potenti incantesimi in sequenza, con tre rapidissimi scatti del polso. Una barriera protettiva fermò l'ultimo colpo di Lucius Malfoy, che si trovò sbalzato contro la parete. Guardò il figlio, che aveva la sua bacchetta tra le mani. Harry scosse il capo incredulo: non aveva mai visto in vita sua fare magia così rapidamente, se non da Dumbledore: ma per lui non c'erano uguali!

- Non sono più ai tuoi ordini - La voce di Draco era un basso ruggito.

- Sei agli ordini del ministro? Bene! Se esci da quella porta, non sei più parte di questa famiglia, perderai tutto! - ghignò, sicuro del richiamo delle ricchezze della famiglia Malfoy.

Guardandolo negli occhi, Draco mantenne la bacchetta del padre in entrambe le mani e poi, con un colpo secco, la spezzò sul suo ginocchio. La lanciò ai suoi piedi e girò le spalle per andarsene.

- Ne farò a meno. 

I due ragazzi videro Lucius Malfoy raddrizzarsi, con gli occhi brucianti di rabbia e si slanciarono in avanti, facendo notare la loro presenza.

- Buongiorno signor Malfoy - scandì Blaise Zabini con un inchino. - Draco, ci eravamo annoiati di aspettare in giardino. Andiamo? A rivederla, signore! 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora