59. Ieri - Paure

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Andromeda Tonks si rivelò una padrona di casa premurosa e divertente. Le giornate trascorrevano serene e la donna coinvolgeva i tre ragazzi nella vita familiare con naturalezza. Decorarono insieme la casa, tra le risate del piccolo Ted, estasiato da tutti quegli oggetti luccicanti. Prepararono insieme il pranzo di Natale, rubacchiando i bocconi più prelibati di nascosto, per accontentare il piccolo monello, che girava sempre tra le loro gambe, felice di farsi coccolare da tutti. Harry era deliziato dal bambino e commosso ogni qual volta notava atteggiamenti o movenze somiglianti al suo amato professore. Draco sembrava a volte avere la stessa età di Ted, spesso seduto a terra con lui, intento ad ascoltare le spassose chiacchiere in parte incomprensibili del bambino. Hermione era più propensa a dispensargli coccole e carezze, anche se a volte sembrava immalinconirsi all'improvviso.

- Sente la mancanza della sua famiglia? - bisbigliò Andromeda a Harry una sera.

- Credo di sì. Della sua famiglia e della famiglia Weasley; casa loro praticamente era diventata la nostra seconda casa. Quest'anno, le ha perse entrambe. 

La ragazza, con la mente distante, guardava distrattamente Teddy che giocava a cambiare il colore dei capelli, in base alla decorazione natalizia che colpiva la sua fantasia.

Harry, tra un bisbiglio e un'occhiata furtiva, raccontò alla donna cosa era accaduto alla famiglia della sua amica e diede qualche cenno discreto della situazione che si era creata con la famiglia Weasley.

Un'altra persona seguiva la conversazione, senza perderne una sillaba: Draco Malfoy. Aveva sempre sospettato che tra Weasley e Hermione Granger ci fosse stato del tenero, ma sentire con le sue orecchie che quel sentimento c'era stato e che lei ne aveva sofferto era ben diverso. Non poteva fare a meno di chiedersi quanta parte del suo cuore fosse ancora legata al passato.

Era così inquieto che si alzò e salì rapidamente le scale, per rifugiarsi nel silenzio della stanza dove dormiva.

- Daco? - la vocina di Teddy interruppe i suoi pensieri neri.

- Ehi, piccolo Ted, vieni a fare le coccole al tuo cugino grande grande? 

- Sei tiste Daco? 

- Sì, piccolino, sono triste e voglio il tuo abbraccio - gli rispose il ragazzo con un sorrisetto appena accennato.

Il bambino si arrampicò sulle sue ginocchia, gli scostò con le manine i capelli dalla fronte, come faceva nonna Andromeda con lui, e gli scoccò un bacio umido sulla guancia. Draco sentì le sue braccine circondargli il collo e lo strinse, sentendo una lacrima scendere piano. Gli accarezzò i capelli finché, a un tratto, sentì il corpicino farsi troppo pesante: il piccolo Teddy si era addormentato. Restò immobile, con il timore di svegliarlo, finendo per addormentarsi anche lui.

Una mezz'ora dopo, Harry e Hermione salirono le scale, chiacchierando serenamente.

- Guarda il nostro Drago! - ridacchiò Harry, affacciandosi alla porta e richiamando l'attenzione dell'amica. - Sarà meglio che porti Ted nel suo lettino. Tu sveglia il bell'addormentato, che la cena sarà pronta tra poco! 

E così dicendo, prese con attenzione Ted dalle braccia di Draco Malfoy e lo portò dall'altra parte del corridoio.

Hermione si accoccolò accanto al serpeverde. Allungò lentamente la mano a sfiorargli piano una guancia, poi infilò con delicatezza le dita tra i capelli. Draco Malfoy si svegliò di soprassalto, lo sguardo spaventato, afferrandole il braccio con forza.

- Lasciami, mi fai male! 

- Scusa! - sussurrò, lasciandola immediatamente, come se si fosse scottato. - Stavo sognando, io... non volevo, perdonami!

Hermione lo guardò, improvvisamente attenta. Draco aveva lo sguardo triste, come non lo vedeva da mesi.

- Cosa sognavi?... Draco, perché sei triste? - e d'istinto, accarezzò nuovamente la guancia del ragazzo. Di nuovo si sentì afferrare la mano, questa volta dolcemente. Il ragazzo chiuse gli occhi, premendo con delicatezza il palmo della mano di Hermione sulla sua guancia.

- Hermione - disse piano.

Il cuore della ragazza perse un battito.

- Sono un vigliacco, non merito di aver trovato il calore di questa famiglia. Mi dico cambiato, ma non lo sono. Resto vigliacco.

- Non dire così! - rispose quasi gridando Hermione e lui aprì gli occhi. - Non dire così. - riprese più pacatamente. - Sei stato coraggioso tu! Hai scelto da che parte combattere. Hai affrontato tuo padre e non ti sei venduto, pur sapendo che avresti perso tantissimo!

La luce che le vedeva brillare negli occhi lo fece sentire abbagliato.

- Ma tu, invece, perché sei triste? - Fu lui stavolta a sfiorarle piano la guancia.

- Teddy. - disse lei in un soffio - Lo guardo e penso a Remus e Dora, penso a quanto si amavano. Mi rattrista che non abbiano potuto essere felici insieme che per poco tempo.

Sentendo il cuore impazzito, Draco trovò il coraggio di domandare:

- Ti manca un amore che non hai potuto vivere? 

Hermione lo guardò, sorridendo tra le lacrime e gli rispose:

- No, qualunque cosa ci sia stata nel mio passato, non era amore. Ho solo paura, perché credevo fosse finita e invece siamo ancora minacciati. Non voglio più vedere morti... o curare ferite. Io l'amore desidero viverlo senza paura! 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora