45. Oggi - Mia

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- Mia? Amore, ti sei riaddormentata!

Draco posò la tazzina sul comodino accanto al letto e si infilò sotto il lenzuolo, accanto al corpo caldo della moglie, che si avvicinò subito, muovendosi piano contro di lui, come un gattino.

Lentamente, sfiorò con il naso la nuca coperta di riccioli inanellati, poi vi pose qualche bacio leggero. Le carezzò le spalle, coperte da una sua vecchia maglietta di cotone.

- Mia, svegliati, ti ho portato il caffè... e ti devo parlare.

Il tono di voce insicuro del marito riscosse Hermione dal sonno.

- Draco! È successo qualcosa?

- No, amore, stai tranquilla. Ecco, ti ho portato il caffè.

Hermione prese la tazzina con tutte e due mani, aspirandone profondamente l'aroma.

- L'hai fatto tu! - esclamò sorpresa e gli sorrise.

Draco aveva il volto tirato, anche se cercava di rispondere al suo sorriso, così Hermione decise di domandare nuovamente:

- Mi dici se è successo qualcosa di nuovo?

- No, Mia, nulla; ma ho parlato con Harry giù in cucina, quando sono sceso a fare il caffè. Stamattina ci raggiungerà George Weasley, faremo colazione insieme. Harry vuol farsi aiutare da lui a esaminare i ricordi nel nuovo prototipo di pensatoio che ha ideato, sperando l'abbia effettivamente messo a punto. E c'è un'altra cosa che ti devo dire. Ho suggerito a Harry un'idea che mi è balenata stamattina, ma...

- Ma? - chiese lei, stropicciandosi gli occhi, come una bambina.

- Ma coinvolgerebbe Sara e Claire. - rispose Draco, prendendole entrambe le mani. Non riusciva ad alzare lo sguardo dalle dita eleganti della moglie e le stringeva, sperando di trovare le parole più adatte a spiegare il suo pensiero.

- Spiegati. - Il tono di Hermione era duro, ma non ostile come Draco si era immaginato.

- Noi potremmo restringere il campo delle persone sospettate, esaminando i ricordi. Le bimbe, però, pur non avendo memoria del viso dell'uomo che le ha fermate, hanno un ricordo chiaro della sua voce.

Affermò lui con pacata determinazione; anche se era preoccupato della sua reazione, era ben deciso a mantenere, come aveva fatto dal primo giorno, la decisione di essere sincero con sua moglie, sempre. Harry gli aveva dato un consiglio da amico, non da capo, pensò.

- Potremmo visionare i loro ricordi, o far ascoltare loro delle voci. Intendi questo.

- Sì, la mia idea era questa. Forse entrambe le soluzioni, non so.

Rispose Draco e il suo tono era così evidentemente sollevato che Hermione lo squadrò con aria di rimprovero.

- Cosa ti aspettavi? Che ti avrei schiantato? O che avrei fatto una scenata isterica?

- Peggio. - rispose lui arrossendo leggermente, in completo imbarazzo. - Credevo di apparirti egoista. Pensavo che avresti trovato odioso il mio opportunismo e...

- E sei un idiota, lo sai? - intervenne lei, con un gemito, alzando gli occhi al cielo. - Com'è possibile che dopo tutto questo tempo tu ancora ti preoccupi di essere giudicato male da me? Hai davvero ancora paura di perdermi? Stupido.

Scandì, e lo baciò, lentamente, sul collo, leccando poi piano la pelle, per risalire sinuosa verso la mascella forte e volitiva del marito. Si staccò, per scrutarlo di nuovo in volto, e infine sorrise:

- Sai cosa credo? Credo che tu rimproveri te stesso perché pensi che userai le bambine, ma non è così. Abbiamo un'opportunità quasi indolore per scovare una persona che minaccia la nostra sicurezza. Le bambine collaboreranno, non saranno usate, perché tu spiegherai loro tutto. - e lo guardò negli occhi, con serietà.

- Ora vieni qui - soffiò piano sulle sue labbra. - Vieni a ricordarti chi sono - mormorò, muovendo delicatamente le mani sotto la sua maglia, tirandolo a sé con dolcezza.

- Mia! - gemette lui, baciando con passione le sue labbra e la pelle, calda da farlo sentire bruciare al contatto. - Sei Mia!

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora