80. Oggi - Hagrid

650 41 5
                                    

Hagrid era emozionato e vagamente incredulo. Sentire quella voce un tempo così familiare parlargli dalla bocca di un patronus era stata una sorpresa, la migliore degli ultimi anni. Avrebbe dovuto incontrare Theodore Nott al Paiolo Magico, ma era sicuro che il suo collega avrebbe capito. Era diventato proprio un brav'uomo, Theo. Non l'avrebbe detto, se lo ricordava quel serpentello arrogante, sempre pronto a provocare, con la spocchia verso chi era diverso. D'altra parte, il suo amico Draco era addirittura diventato Auror, ed era un ottimo ragazzo. Proprio ottimo. Era venuto su proprio bene e lui non ci avrebbe scommesso uno zellino, quando era un ragazzino.

Seguì le indicazioni che aveva dato la voce: risalì la High Street, oltrepassando Mondomago e si diresse verso il limitare del villaggio. Seguì il viottolo tortuoso che conduceva in aperta campagna. Le case erano isolate, in quella zona, con grandi giardini e folte siepi a riparare l'intimità degli abitanti. Proseguendo, si avvicinò alla montagna che si affacciava sulla cittadina. Scavalcò goffamente una staccionata e prese a inerpicarsi sul sentiero che si insinuava tra le pendici rocciose. Più il percorso saliva, più la vegetazione si faceva rada e il suolo appariva un cumulo di rocce e massi. Salì a lungo, poi all'improvviso il sentiero fece una svolta tortuosa, scomparendo alla vista di un eventuale osservatore. Davanti ai suoi occhi, comparve, come dal nulla, un'apertura tra le rocce, che conduceva ad una grotta. Si chinò per riuscire a infilare il grosso corpo nell'apertura, appena sufficiente a farlo passare, ritrovandosi in una fresca caverna, quasi completamente buia.

Una voce sussurrò nell'ombra

- Lumos

creando un flebile riverbero nella caverna e illuminando un volto, mai stato così scarno.

- Ben arrivato! Ho preparato un tè, siediti qui con me e raccontami qualcosa di questi anni! 

Il mezzogigante accettò la tazza calda, colma di uno scuro tè aromatico, con un sorriso, accompagnato da uno sguardo perplesso.

- Mi sei mancato, ragazzo mio. Non ti fai vedere da tanto! Stavo quasi per partire, sai? Volevo venire a trovarti, Minerva ha trovato un bravo ragazzo per fare il mio lavoro. Io sono vecchio e voglio fare i miei ultimi viaggi prima di doverci rinunciare. Ma non capisco. Perché sei qui rintanato? Non è posto per restare comodi, è una tana per orsi, non una casa per un uomo come te. Mica sei a caccia di giganti come me tanti anni fa! Allora sì che aveva senso dormire in una caverna! Potevi mandarci un gufo e venire a stare da me. C'è spazio per due, anche se io ne occupo tanto. 

- Ma Hagrid, stai sbagliando di grosso! Io sono a caccia, come te un tempo. Per stanare un mezzogigante, questo è il posto giusto. Non sei un gigante, certo, è più come se ne fossi il cucciolo! Cucciolo di gigantessa e di uomo. - e Ron rise, con voce roca, priva di divertimento. - Ma non sarà molto il tempo che dovrai passare in mia compagnia. Quei mangiamorte amici tuoi si daranno da fare per salvarti e finalmente mi libererò di loro. Mai avrei creduto di dover combattere contro membri dell'Esercito di Dumbledore, per finire la guerra iniziata tanti anni fa. Mai avrei detto Harry Potter un mangiamorte. Ma la vita ti insegna la diffidenza. Assassini. Le loro mani sono coperte di sangue. Pagheranno, per Fred e per tutti. 

Hagrid guardava spaventato gli occhi folli e le mani nervose; sentiva il corpo paralizzato e la mente ancora desta che lavorava freneticamente. Cosa gli stava succedendo? Non riusciva più a muovere un solo muscolo! Ron rise, questa volta divertito.

- È inutile che ci provi, sai? La pozione che ti ho dato la usiamo per i draghi. Li rende inoffensivi a lungo, paralizzando gli arti. Forse ti farà dormire, non l'ho mai provata su un mezzogigante, ma ai cuccioli di drago succede. 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora