50. Oggi - George il Genio

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- Sei un portento, figliola! Non mi spiegherò mai che ci fai accanto a quel biondo sciapito. Non sai che il rosso è il colore della passione? – ammiccò George Weasley, baciando Hermione sulla guancia.

Era appena arrivato a casa Zabini e si era subito precipitato a salutare i coniugi Malfoy, che non vedeva da tempo.

- Che mi dici della bella Johnson, Weasley? Le vado a tenere compagnia mentre fai il cascamorto con mia moglie? – Disse con voce affettata Draco Malfoy, beccandosi di conseguenza uno schiaffo sul braccio.

- Lieto di vedere anche te, slavato! – rise George.

- Siediti a fare colazione con noi, cascamorto, che poi dobbiamo parlare di cose serie – Draco lo abbracciò con calore e poi lo condusse in sala da pranzo.

- Accipicchia, c'è così tanta gente che sembra di essere a una festa. Biondo, tu dovresti presentarmi qualcuno, non credi? – disse George, chinandosi curioso verso le piccole Malfoy.

- Zio George! – Lily Luna volò tra le sue braccia, correndo più svelta di un lampo.

- Zio, loro sono le mie amiche del cuore. Sono più piccole di me, ma sono forti! Lei è Sara Narcissa Malfoy, è bravissima a imitare la gente, è troppo simpatica! Lei invece è Claire Rose Malfoy ed è un genio, capisce tutto. 

- Piacere, mie dame! – e George Weasley si produsse in un elaborato inchino con baciamano, mandando le due bambine in brodo di giuggiole. – Io sono George Weasley, zio prediletto della vostra amica. Qualche volta, se vi va, potrei presentarvi un bellissimo giovanotto, Fred, bello almeno quanto me, e un'altra signorina, di nome Roxanne. Potreste andare d'accordo! 

- Per l'amor del cielo, Weasley! Almeno alla maggiore età, ok? – gemette Draco, facendo scoppiare sua moglie in una risata esilarata.

- Signor George, perché hai un orecchio solo? – chiese curiosa Sara Malfoy.

Lui la guardò con un'espressione imperscrutabile in viso, poi si chinò e le sussurrò:

- È molto comodo, sai? Così sento solo metà delle sciocchezze che la gente dice – e pose l'indice sulle sue labbra, per invitarla al segreto.

- Forte! – rise la bimba e lo abbracciò d'impeto.

- Su, George, accomodati. Scimmiette, in cucina a giocare! Whiskey vi vuol insegnare a fare i biscotti! – disse allegramente Harry.

Ginny si alzò, con un movimento fluido, facendo cenno ad Hanna.

- Andiamo con loro, Harry, ok? Facciamo a gara, adulti contro bambini! Chi farà i biscotti migliori? 

George guardò in viso la sorella e cambiò espressione: se se ne stava andando, senza puntare i piedi per curiosare, allora la cosa era più seria del previsto.

- Spara, Harry! In che guaio vi siete cacciati? 

***

- Il nuovo prototipo di pensatoio non è al 100 % efficiente, ma direi che va già a meraviglia, per quello che mi chiedi. Estraiamo i ricordi, al solito modo, li imbottigliamo e le immagini proiettate vengono salvate su un hard disk magico. Oltre a rivedere la scena, come nei pensatoi classici, possiamo fermare l'immagine, ingrandirla per visualizzare un dettaglio. Quando sarà perfezionato, potrò fare lo stesso con i suoni, isolarne uno, portarlo in primo piano. Da quello che mi dici, Draco, vi servirebbe soprattutto questo. 

George si voltò a guardare, serio in volto, Draco Malfoy, che gli aveva spiegato la sua idea di coinvolgere le figlie. Era anche lui padre e si sentiva come non mai vicino all'ex serpeverde. Se qualcuno avesse avvicinato la piccola Roxanne... credeva sarebbe impazzito. E lo sguardo fosco di Draco gli diceva quanta rabbia aveva ancora dentro.

- Sarebbe perfetto, Genio, davvero! – esclamò Harry – ma per adesso ci accontentiamo di restringere il campo. Tu per quanto conti di perfezionarlo, in ogni caso? 

- Avrei già finito, se non fossi andato a trovare i ragazzi in Romania, la scorsa settimana.

- Come stanno? – Chiese Harry. Non aveva mai recuperato il rapporto con Ron, ma ormai era sereno sulla decisione che aveva preso il suo vecchio amico. Ogni tanto si scrivevano tramite Gufo, e se a Natale Ron passava alla Tana, non mancavano mai di incontrarsi.

- Ronnie ha incontrato una tipa, sai? Addestra anche lei draghi, forse adesso addestrerà lui. Meglio tardi che mai! – George si strinse nelle spalle con filosofia. – Mi metto sotto, Ramoso, e tempo una settimana ti mando un gufo. Tu comincia a raccogliere i ricordi. Ti serve anche il mio immagino. – e così dicendo, si puntò una bacchetta alla tempia e ne estrasse un lungo filo argenteo, che lentamente calò in un'ampolla.

- È uno dei momenti più divertenti di quel periodo, non me lo sciupare, bello, ok? – soggiunse, facendo un sorrisetto sbilenco.

- George, amico, tu a chi hai detto del nostro tatuaggio? 

- A nessuno, Harry, nemmeno Angelina lo sa. E non ne sono mai stato più contento, diamine! 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora