52. Ieri - La fenice sulla pelle

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Harry Potter si svegliò molto presto, quel sabato. I capelli sparati in tutte le direzioni, si tirò su a sedere, sbadigliando e si guardò intorno, sicuro di vedere i suoi compagni ancora addormentati. Era l'alba, la luce si stava appena schiarendo nel cielo.

Invece, Draco Malfoy era sveglio. Si era seduto a cavalcioni del davanzale della finestra, una gamba sotto di sé e l'altra piegata a fare da appoggio per il suo blocco da disegno. L'espressione concentrata, muoveva rapidamente la mano, con energia. Harry si alzò e gli si avvicinò.

- Non dormi mai tu? Da quanto sei sveglio? – e così dicendo, sbirciò il suo lavoro. Era una fenice fiammeggiante, leggermente stilizzata, ma dalla forma sinuosa ed elegante. – Bello! –

- Ti piace? Non riuscivo a dormire. Stavo pensando... stavolta, mi faccio marchiare di mia volontà. Voglio sulla pelle qualcosa che ho scelto io. Che te ne pare? – e girò il blocco verso lo sguardo acceso del compagno.

- Un tatuaggio intendi? È un'idea fantastica! – esclamò Harry Potter.

Prese il blocco dalle sue mani e lo mise orientato a favore della luce che entrava dalla finestra.

- Senti un po'... ti darebbe fastidio se me lo facessi anch'io? –

Draco Malfoy lo guardò in modo strano e per un attimo Harry pensò che gli avrebbe risposto di malo modo. Invece il ragazzo lo sorprese, rispondendogli:

- Ne sarei onorato, amico. Anzi, ho intenzione di dirlo agli altri. Non credo che lo faranno ma... - e terminò la frase con una lieve alzata di spalle. – E poi, guarda, potrei personalizzarlo, che ne dici? Qui, tra le piume del petto della fenice, potrei modellare qualche piuma in modo che dia forma a una lettera. Tipo l'iniziale del nostro nome in codice. – e così dicendo, rapidamente, tracciò la R di Ramoso sul petto della fenice, intrecciandola abilmente alle piume in modo che non fosse quasi distinguibile.

- Dico che quando vuoi sei un geniaccio, amico! – gli rispose Harry, usando anche lui per la prima volta quell'appellativo nei confronti del serpeverde, che gli rispose con un sorriso.

***

- ...una fenice, ragazzi, in modo da dire a tutti che siamo rinati, dopo la guerra, più forti di prima. – stava spiegando Harry agli altri ragazzi, mentre entravano nella sala grande.

- Di che parlate, ragazzi? – chiese curiosa Susan.

- Harry e Draco hanno avuto l'idea di farsi un tatuaggio. Una fenice, sai, come simbolo di rinascita. - rispose Terry.

- Farlo tutti, dite? – chiese Luna – Potrebbe essere bello se fosse il simbolo della nostra squadra, non credete? La squadra Fenice, il reparto Fenice o che so io. Ma non fa male? –

- Non saprei, Lunatica – le rispose Malfoy. Ormai quel modo di chiamarla aveva perso tutta la sua connotazione negativa e lei lo avvertiva – So che i babbani se li fanno fare, ma io vorrei dargli un carattere magico, nascondendo l'iniziale del nostro nome in codice tra le piume, in modo che si riveli solo al tocco. –

- Potremmo far fare il tatuaggio da un babbano e poi incantarlo – intervenne quasi sovrappensiero Hermione. – Sono certa di aver letto in un libro che esiste il modo per dare a un tatuaggio caratteristiche magiche. Posso fare una ricerca in biblioteca, quando avrò finito di studiare le lezioni per la prossima settimana. Ma qualcuno di voi si dovrebbe occupare di trovare un tatuatore affidabile e pulito! – aggiunse in tono severo – Non ho intenzione di seguirvi in una bettola equivoca, chiaro? –

Harry non sapeva neppure come fosse successo, ma nel giro di un'ora erano già tutti decisi a seguirli in quell'improbabile idea. Era sinceramente stupito della facilità con cui decidevano le cose insieme: le loro idee e i loro caratteri si incastravano come i pezzi di un puzzle, con una naturalezza disarmante, portandoli a convergere nella stessa direzione. Forse Rolf Scamander aveva avuto ragione: potevano essere molto più di una squadra, insieme. 

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora