101. Oggi - Due

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Susan, Draco e Hermione afferrarono con decisione le ampolle con la pozione polisucco, modificata dal Genio e fecero cadere dentro i capelli. Si guardarono in volto e bevvero, tutto d'un fiato. Il corpo mutò rapidamente, sotto gli occhi del resto della squadra. Draco e Hermione si cambiarono rapidamente gli abiti, infilando quelli da adulti in una sacca, assieme a un'altra dose di pozione e le bacchette.

Neville e George mancavano, erano andati a casa di George, dov'era scattato l'incanto gnaulante. Molly e Arthur, accompagnati da Angelina e dai bambini, erano stati fatti materializzare in serata, non senza proteste, a casa di Bill, a Villa Conchiglia.

- I ragazzi saranno appostati immediatamente fuori all'uscita della caverna, per sicurezza. Io entrerò, con il mantello, dopo qualche minuto dal vostro ingresso, così da essere sicuro che Ron sia distratto. 

Con un rapido cenno di assenso, allungarono la mano e si smaterializzarono insieme.

***

George e Neville si materializzarono nel cortile di casa Weasley.

- Ho messo sensori magici di mia invenzione sulle scale. Funzionano a meraviglia, li ho provati su Bill - disse ghignando il Genio. - Sono corredati di un incantesimo di pastoia total body e poi imprigionano il malcapitato come un incarceramus. Chiunque sia stato a entrare, ora dovrebbe essere inoffensivo. In ogni caso, non vedo l'ora di sperimentare un'altra piccola cosetta.

Entrò in casa, seguito da Neville. Riverso sulle scale che conducevano ai piani superiori c'era un uomo, coperto da uno scuro mantello. George lo ignorò completamente, dirigendosi verso la credenza della cucina. Ne prese una piccola scatola di latta azzurra, quindi si volse verso la figura riversa al suolo.

- Ecco, Neville. Adesso vediamo se la mia nuova invenzione è efficace come credo. 

Aprì la scatola: era colma di una polvere rosso rubino, sottile come la cipria che usava sua moglie Angelina. Soffiò. La polvere si sparse sulla figura, vorticando violentemente per poi posarsi come neve. L'uomo imprigionato perse rigidità e rotolò lentamente verso i suoi piedi, addormentato.

- Perfetta! Mi è venuta proprio bene! - disse, con l'entusiasmo di un bambino. Mancava solo che si battesse le mani.

- Coraggio, portiamolo alle celle del Comando! - gli disse Neville.

Misero entrambi una mano sulla spalla della loro preda e si smaterializzarono con uno schiocco sonoro.

***

Ron si fermò all'ingresso della grotta. Hagrid dormiva, gli aveva dato una forte dose di pozione: non sopportava lo sguardo ferito con cui lo guardava e trovava irritanti i suoi tentativi di convincerlo dell'innocenza dei suoi vecchi amici. Non potevano essere innocenti, era una follia, ne era sicuro.

Non lo era Harry, sempre sotto i riflettori: se fosse stato innocente, perché tentare di primeggiare ancora, anche come Auror? Il capo, sempre il capo. Forse aveva sconfitto Voldemort per divenire un nuovo signore Oscuro, un tiranno popolare, però, con le foto sui giornali pieni di chiacchiere ammirate. Un signore che brama solo il potere, non la purezza del sangue.

Non era innocente il suo amore di gioventù, Hermione. Non riusciva a crederci, quando glielo avevano detto, anzi non aveva voluto crederci! Lui da ragazzo non l'aveva mai neppure sfiorata, guardandola con rispetto e ammirazione, la giudicava un essere puro e prezioso. Ma lei non era altro che una puttana: aveva visto Malfoy baciarla, stringerla, toccarla. Loro non l'avevano visto, no. Era andato fino alla casa della famiglia Granger, per controllare con i suoi occhi, volando sulla sua vecchia scopa. Li rivedeva ancora, se chiudeva gli occhi, scarmigliati e pieni di brama. Se solo ci pensava, gli salivano i conati di vomito. Animali. La strega più brillante della sua età era diventata il giocattolo di un mangiamorte.

Quel viscido maiale! Aveva finto talmente bene dolore e pentimento da ingannare tutti, anche lui inizialmente, anche quella vecchia stupida di Minerva Mac Gonagall.

E il vecchio Esercito di Dumbledore? Erano i burattini di Potter, sarebbe stato più appropriato cambiare loro nome.

Quella stupida di sua sorella era stata così cieca da sposarlo e quell'altro pazzo di George li aiutava in ogni modo.

Pazzi, erano tutti pazzi, non vedevano la realtà sbattuta sotto il loro naso. Anche Daphne non voleva crederci, ci aveva messo tanto a farle capire la verità. Ma ora stava arrivando e portava due prede preziose.

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora