7. Ieri - Veritaserum

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Si incamminarono per i corridoi del castello, fino a raggiungere l'ufficio del Preside. Seduta alla scrivania di Dumbledore, c'era la professoressa, Minerva Mac Gonagall. L'ufficio, in cui era stato in passato solo una volta, sembrava più grande ed era stracolmo di sedie, molte già occupate. C'erano i membri dell'Esercito di Dumbledore, c'erano i membri dell'Ordine. In piedi in un angolo c'erano due persone con la divisa degli Auror.

- Accomodatevi, ragazzi.

Si sedettero tutti senza fiatare, le facce prive di espressione. Si sentì improvvisamente in pericolo, braccato. Deglutì e alzò gli occhi, deciso ad affrontare la situazione, ma quando incontrò lo sguardo della professoressa si sentì nuovamente smarrito. C'era uno strano calore, in quello sguardo, non l'odio che si era aspettato di trovare. Senza quasi rendersene conto, spalancò gli occhi.

- Buongiorno. Adesso che ci siamo tutti, cercheremo di fare chiarezza sulla situazione. Signor Malfoy, quello che vede qui in nostra compagnia, l'Auror Shacklebolt, ha assunto temporaneamente l'incarico di Ministro della Magia. Abbiamo avuto un lungo colloquio, prima del suo risveglio.

La professoressa si interruppe, lanciando una breve occhiata all'Auror al suo fianco, poi proseguì: 

- A seguito di questo colloquio, è stata decisa la creazione di un Corpo Speciale, all'interno degli Auror, che si occuperà negli anni futuri dell'individuazione e della cattura dei mangiamorte ancora in circolazione, nonché della prevenzione di future analoghe minacce. Il Corpo Speciale comprenderà in fase iniziale tutte le persone che, facendo parte dell'Esercito di Dumbledore o dell'Ordine della Fenice, abbiano già esperienza nella lotta ai mangiamorte e, ovviamente, che desiderino continuare la strada intrapresa e siano disposti a sottoporsi ad uno specifico addestramento. La nostra domanda è: desidera farne parte?

Si accorse, con un angolo della mente, che qualcuno dei presenti aveva la bocca spalancata, che qualcuno si era alzato, protestando vibratamente, così come era certo che i ragazzi che erano stati nel dormitorio con lui fossero già a conoscenza della situazione, impassibili com'erano.

Ma tutte queste percezioni non furono che un'ombra, nella sua mente, travolta del tutto dall'incredulità. Alzò a fatica il volto, cercando di renderlo inespressivo e chiese:

- Il marchio nero... il marchio può essere cancellato?

- Mi dispiace - disse soltanto la Professoressa.

Lui annuì con un gesto secco e non aggiunse nulla.

- È stata un'inutile perdita di tempo, come vi avevo detto. Adesso fatemi passare, in infermeria hanno bisogno del mio aiuto.

La voce della ragazza era stata poco più di un sussurro, ma il suo tono disgustato era stato come una frustata. Stava quasi per aprire la bocca e ribattere quando la voce pacata della professoressa giunse di nuovo inaspettata:

- Credo che lei abbia frainteso, signorina Granger, si sieda, prego.

- Professoressa, mi sembra piuttosto evidente che le nostre priorità e le sue non coincidano, non vedo davvero cosa possa aver frainteso. - Stavolta la voce era forte e chiara, lo sguardo duro e ribelle, i lineamenti contratti. E stavolta anche lui trovò la voce per ribattere.

- Professoressa, la prego. Sono certo che tra le scorte del professor Lumacorno ci sia del veritaserum. Me lo dia e lasci che mi facciano tutte le domande che vogliono.

- Lei non è obbligato a farlo, signor Malfoy! Non sono questi i nostri metodi...

- Non sono obbligato, glielo sto chiedendo, è una mia scelta.

***

Era sicuro che, se fosse stato sotto processo, si sarebbe sentito allo stesso modo. Erano tutti lì a guardare mentre il professor Lumacorno usciva frettolosamente; erano tutti lì a guardare il suo volto nell'attesa; tutti lì a guardare mentre beveva lentamente la fiala che gli era stata porta.

- Fatemi le domande che volete.

- Bene signor Malfoy, le domande le farò io, per ora. - disse con pacatezza Minerva Mac Gonagall. - Lei ha intenzione di entrare nel Corpo Speciale?

- Sì.

- Ha dubbi o riserve?

- No.

- Per quale motivo lei ha aiutato Lord Voldemort fino ad oggi?

La fronte gli si imperlò leggermente di sudore.

- Dapprincipio, mio padre mi disse che il Signore Oscuro contava sul mio apporto. Mi sentii fiero. Ero convinto che gli insegnamenti dei miei genitori fossero corretti, ero convinto che il mondo magico dovesse essere dei maghi e che i babbani dovessero al massimo essere tollerati come servitori. Poi casa mia divenne la base operativa dei mangiamorte. Cominciai ad avere dubbi, a non sopportare di guardare le torture. Capii di essere debole. Mio padre cadde in disgrazia con il Signore Oscuro e la situazione peggiorò, eravamo ospiti maltollerati in casa nostra, i miei genitori erano continuo oggetto di scherno, privati della bacchetta. Una sera mio padre entrò nella mia camera, mi disse che avrei riscattato il nome della famiglia agli occhi del Signore Oscuro, accettando il marchio nero. Non volevo. Mi disse che avrebbero ucciso me e loro, se non l'avessi fatto e se non avessi fatto tutto ciò che mi avrebbero ordinato. Accettai. Pensai che se avessi rifiutato, io mi sarei potuto salvare, tornando a Hogwarts, ma loro no. Mi hanno rovinato la vita, ma sono i miei genitori, non potevo condannarli. Provai a obbedire.

- Le sue idee sul sangue sono cambiate?

- Sì.

- Perché entrerebbe nel Corpo Speciale?

- Perché... - esitò - perché ho la libertà di sceglierlo. Posso provare a essere una persona diversa da questo. - e così dicendo toccò leggermente il braccio con il marchio.

- Io sono soddisfatta. Ora, se non vi spiace...

- Perché? - Intervenne rabbiosa e sarcastica Hermione Granger - Hai forse cambiato idea solo perché è utile passare dalla parte di chi ha vinto?

Avrebbe dato tutto quello che aveva per non risponderle. Il suo volto si fece teso, le unghie si conficcarono nei palmi.

- Rispondimi!

- Per causa tua! - esplose. Poi mise una mano davanti alla bocca e distolse lo sguardo, sconvolto dalla sua ammissione. Ammutolita, la ragazza spalancò gli occhi. Tutti lo stavano guardando, di nuovo.

- Si spieghi, signor Malfoy, la prego. A questo punto è opportuno che lei continui.

- Il suo sangue è uguale al mio. Le sue urla, sotto la maledizione cruciatus, erano come le mie. - sussurrò, abbassando la testa, e non aggiunse altro.

Il silenzio, nella stanza era assoluto. Gli occhi di Mollie Weasley erano pieni di lacrime e George non riusciva a staccare gli occhi dalle mani di Malfoy, che ora gli coprivano il viso. Si sentiva inorridito. Dopo un po', la professoressa continuò:

- Ritiene che ci sia qualche suo compagno di casa che si trovi nella sua stessa situazione?

Il ragazzo staccò a fatica le mani dal volto, raddrizzandosi. Ci rifletté.

- Blaise Zabini, professoressa. Probabilmente anche Theodore Nott, ma non ne sono sicuro. Le due ragazze Greengrass e la Parkinson non sono state coinvolte dalle loro famiglie, così come i più piccoli. Altri... hanno fatto quello che volevano.

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora