62. Ieri - Sfiorarsi

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A Harry Potter era bastato guardare in viso la sua amica, quando era scesa a colazione, per capire che era successo qualcosa. Qualcosa di molto bello. Era luminosa dalla gioia. Poi si rese conto di un fatto: aveva indossato una t-shirt.

- Draco deve essere stato molto efficace con il suo discorso ieri, Herm! - le disse con un sorriso, accarezzandole dolcemente la mano.

Hermione sorrise in risposta, arrossendo leggermente. Eh sì, era stato molto efficace il biondo serpeverde! Harry le mise davanti una tazza di caffè e poi si chinò a prendere Teddy in braccio, per aiutarlo ad arrivare ai biscotti. Quando Draco scese a sua volta, Harry lo osservò con malcelata attenzione. Era sicuramente successo qualcosa: era chiaramente molto felice anche lui e la cercava continuamente con lo sguardo, come se non potesse far a meno di gravitarle intorno.

Andromeda Tonks, che aveva notato la sua disamina curiosa, soffocò una risatina dentro il suo tè, quindi si sporse verso di lui per bisbigliare

- Controllati, Auror! L'indagine è sotto copertura! -

Harry rispose con una risatina.

- Mi devo allenare, Andromeda, dai! -

- Sì, certo! - fece lei con ironia - Ragazzi, a che ora andrete via? -

- Scamander ci aspetta nel tardo pomeriggio. Credo che prenderemo la metropolvere intorno alle diciannove. La cena inizierà invece alle venti. -

- Hermione, tesoro, vuoi l'aiuto di una vecchia amica per prepararti? - suggerì con un dolce sorriso la donna.

- Ne sarei lieta, Andromeda, grazie! -

***

- Hai già sistemato il vestito, cara? -

Le due donne erano risalite in camera dopo il pranzo, lasciando i ragazzi a rigovernare la stanza.

- Non ancora! Ieri mi sono lasciata un po' andare, mi dispiace - rispose Hermione con aria di rammarico.

- Su, fammi vedere cos'hai e vedremo! -

***

Alle diciotto e trenta, ormai, erano pronti.

- Elli, mi dici la stoia pima che vai via? - Teddy aveva afferrato un dito di Harry e lo aveva trascinato nella sua stanza, saltando sul letto e abbracciando il suo orsacchiotto.

Hermione li guardò, intenerita, affacciandosi dall'uscio della sua stanza. L'abito da cerimonia che aveva indosso era stato di sua madre; erano servite poche modifiche per adattarlo al suo fisico, e si sentiva pienamente a suo agio. La scollatura sulla schiena scopriva completamente il tatuaggio della fenice, che risaltava splendidamente, incorniciato dalla stoffa luminosa. Si volse verso lo specchio, controllando un'ultima volta la sua immagine e si accorse che alla sua figura si era accostata un'altra, Draco Malfoy.

Non erano rimasti più soli dalla sera precedente. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare di quanto era accaduto, ma ancora non era il momento, erano attesi. Osservò attraverso lo specchio il suo braccio circondarle con forza la vita, le proprie spalle appoggiarsi al suo petto, i propri occhi incatenarsi al suo sguardo nel riflesso e gli sorrise.

Draco Malfoy si schiarì la voce: era improvvisamente molto difficile parlare con lei.

- Ti sembrerà sciocco ma volevo chiederti una cosa - Hermione si accorse del suo nervosismo, non la guardava più in viso - Vorrei sapere se vuoi venire con me alla festa. Lo so che andiamo tutti e tre insieme, ma ecco, io volevo... -

Hermione si girò, togliendo gli occhi dall'immagine nello specchio per fissarli sul suo viso. Era strano vederlo teso, con lei. Si avvicinò di un passo, intrecciando per un attimo, in una carezza, le dita con le sue.

- Vengo volentieri con te alla festa. Con te. -

Draco le prese il viso tra le mani, rapito.

- Voglio baciarti, Fenice­. -

Questa volta Hermione non rispose, alzò solo il viso verso il ragazzo, che si tuffò sulle sue labbra, bramoso, assetato dei suoi baci come un uomo nel deserto.

Il ritorno della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora