Il ritorno della Fenice

53. Oggi - Il pensatoio di George

- Prima di estrarre i ricordi, proviamo a fare una lista di persone a cui abbiamo parlato oppure a cui abbiamo mostrato il tatuaggio nel dettaglio. Poi procederemo con l'estrazione.– chiese Harry. – Ok, ragazzi, chi di voi ha parlato del tatuaggio con qualcuno di esterno? Neville? –

- Hanna, ovviamente. So che lei ne ha parlato con sua sorella, ma sostiene di ricordare di non aver detto il particolare dell'iniziale. Conoscendola, può essere anche che l'abbia dimenticato. Bisognerà controllare con il pensatoio anche lei. Se non l'ha detto siamo a posto, se l'ha detto il problema si ramifica parecchio, la sorella di Hanna è una chiacchierona tremenda! –

- Io non l'ho detto a nessuno – disse Susan.

- Cavoli, ragazzi, è difficile. Cioè, se siamo stati a letto con una donna, questa l'ha visto, no? Come facciamo a sapere se ha notato il particolare della lettera? – chiese Zabini massaggiandosi le tempie, con nervoso imbarazzo, senza guardare in viso nessuno dei colleghi.

- Allora con te abbiamo da indagare per un anno! – ribatté piccata Susan.

Hermione la guardò pensierosa.

- Dai Susy, non lo mettere in difficoltà. Blaise, non ricordo, dove hai il tuo tatuaggio? –

- Dietro il polpaccio, Fenice, perché? –

- Perché, tesoro, data la posizione, può averne notato i dettagli solo qualcuna con cui sei stato a lungo. Il campo si restringe decisamente, se non sbaglio – rispose lei con un sorrisetto furbo.

Terry Boots si guardava le mani.

- Ne ho parlato con Eloise. Siamo stati fidanzati a lungo, lo sapete. Non so a chi può averlo detto. – Aggiunse cupamente.

La sua storia era naufragata miseramente due anni prima, dopo il tradimento della fidanzata, era un ricordo che faceva ancora male.

Michael fece un sorrisetto di scuse.

- Per me vale lo stesso discorso di Blaise. Non l'ho detto ma non posso essere sicuro che non sia stato notato. Caviglia, Fenice, per inciso. –

- Noi non l'abbiamo detto a nessuno. Ma ci sono i medimaghi che hanno curato Fenice dopo l'attacco. – soggiunse Draco.

Nessuno ebbe bisogno di spiegazioni. Per quante ferite avessero riportato sul campo, nessun attacco era mai stato così traumatico, per il loro gruppo.

- Ginny, ovviamente. E gliel'ho chiesto, lei ne ha parlato con Charlie. Questo è un problema, ovviamente. Dobbiamo cercare di farlo tornare al più presto e sperare che non l'abbia raccontato a tutta la Romania! – sospirò esasperato Harry.

- E poi c'è il tatuatore –

- Già. Cominciamo da lì. Registriamo tutti i nostri ricordi sul tatuatore e visioniamoli. Dobbiamo rintracciarlo e interrogarlo. –

Harry si concesse un minuto, sorseggiando un whiskey incendiario, seduto sulla poltrona, la testa rovesciata indietro, gli occhi vacui puntati sulla splendida biblioteca del salotto di casa Zabini.

- Hermione, puoi scrivere tu a Charlie per convocarlo? Possiamo anche parlare via camino, inizialmente, per poi vedere se è necessaria la sua presenza. Pixie, tu raccogli i ricordi del tatuatore da tutti noi, Grifone, pronto vicino con le ampolle e le etichette. Michael e Terry, voi restate operativi al pensatoio di George. Quando toccherà a uno di voi due, vi sostituirà Draco. –

- Certo Harry, subito! Dai, siediti qui, comincio da te. – rispose pronta Luna.

Harry si sedette, chiusi gli occhi e si concentrò sulla figura dell'uomo che aveva tracciato i loro tatuaggi. Avvertiva la punta della bacchetta che si appoggiava leggera alla tempia, senza far pressione. Avevano passato lì tutta la giornata, tenendosi compagnia a vicenda, ridendo e cercando di sopportare il dolore scherzandoci su. Ricordava perfino i panini con l'hamburger comprati al negozio dall'altro lato della strada. Erano stati lui e Terry Boots ad allontanarsi, per comprarli e prendere qualcosa da bere. Una nuvola sottile si staccò piano dalla sua testa, seguendo la bacchetta di Luna, fino all'ampolla tenuta da Neville. Poi il ricordo venne inserito e immagazzinato nel pensatoio, pronto per essere esaminato.