capitolo 58

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Mentre fuggiva via dall' uomo che un tempo amava, ad ogni passo che faceva aveva la sensazione che mille spille le si conssiccassero nel cuore. Il volto era rigato di lacrime amare per un amore perduto... Semmai ci fosse mai stato da parte di lui.
Ma su una cosa era sicura suo figlio sarebbe cresciuto in un paese civile.

Il sole filtra dalle tende e Sarim si lavó e si vestí. Meglio fare pace con sua moglie. Aveva dormito in una camera per gli ospiti e il letto era uno schifo!
Rivoleva il suo... Ma prima.. Doveva far pace con lei. Cosa non facile.
Era molto possessivo con lei e da quando era incinta ancor di piu.
Ma questo non giustificava lo schiaffo. Lui non era piú quell' uomo.
Le avrebbe parlato. E magari se proprio lo desiderava l'avrebbe accompagnata lui stesso.

Bussó, una, due volte poi entró.
La stanza era vuota. Poi vide la lettera.

Sarimi, non c'è un modo per iniziare questa lettera.
Già perché potevo con mio adorato oppure amore mio.
Ma no ti chiamero più cosí.
Lì fra quelle mura ho vissuto amore ,odio, invidia, solitudine. Non voglio far crescere nostro figlio con questi valori. Tu sarai libero di vedero ma ti prego non costringermi a tornare.
Avrei voluto un futuro diverso per noi, ma dopo ieri sera ho capito quanto siamo differenti catterialmente. Mi spiace.

Tua Sami.

Come hai osato portare via l'erde al casato! Appena ti prendo ti raddrizzo con le frustate.

Ormai tutto era perduto.
Sua moglie era perduta.
Suo figlio era perduto.
Preso dalla rabbia si scagliò contro i mobili e si fermò quando vide il suo fidato amico sulla soglia.

"Sarim stai facendo il nuovo arredo?"

"Finiscila... Non è il momento adatto per le tue battute del cazzo!
Fai la valigia"

"Perché? Dove andiamo? Che succede?"

"Andiamo in America a rapire mia moglie!
Perché tornerà fosse l'ultima cosa che faccio!"

Quel giorno Sara stava peggio del solito. Attacata alle macchine respirava a malappena ma poi vide Sami varcare la soglia della sua stanza.

"Amica mia, sorella mia mi spiace averti abbandonato nel momento del bisogno avri dovuto essere qui per accudirti."

"Oh Sami sempre cosí buona.
Ora ai una famiglia ha cui pensare. Il mio tempo sta per finire ma sono contenta che ti ho rivista amica mia."

Dopo un lungo abbraccio si sedette vicino a l'amica e le racconto delle sue giornate belle tralasciando i fatti spiacevoli. Mentre parlavano Sara però ebbe un malore inutile l'immediato intervento dei medici.

In una fredda e piovosa giornata di inverno Sara era morta...

Provò ha cercare Jeck ma era irraggiungibile, poi pensó casa... e istintivamente ripensó alle braccia di suo marito.
Compose il numero anche lì la segreteria.
Poi fu un attimo lei sotto sciock uno schiato fra due auto e una terza per evitarla non vedendola per la pioggia la investí.

Istintivamente pensó da futura mamma a proteggere il bambino e si chiuse e mise le mani sulla pancia. Intanto il telefono la segreteria registrava tutto.

Sami con la botta presa ando a sbatte la testa contro un palo.

Sul luogo vennero subito i soccorsi.
Il parto era quasi imminente ma date le circostanze le fecero un cesario.
Il bambino se superava la notte era un maschietto e sembrava voler combattere per vivere.
Cosa che non voleva fare la madre...
Passarono i giorni e anche le settimane finché lei si sveglió dal coma. Ma... Quando le chiesero chi fosse il padre del bambino lei rispose" perché ho avuto un figlio?"

"Signora sa come si chima?"

"Certo Sami. E abito qui sono singol e o mio Dio questa e una fede! Che o al dito!"

"Credo di si, sa dove abita e come e finita qui?"

"So dove abito ma come sono finita qui no. Nessuno e venuto a trovarmi penso... Quindi non mi rimane che andare a casa. "

"Già il bimbo sto bene lo faccia portare. "

Un bambino chissará il padre. Che malditesta mi sento come se manca qualche pezzo di pazol alla mia vita...

Sara... Lei sa sempre tutto mi aiuterà anche con il bambino lei e dolce sensibile.
Strano che non abbia messo sotto sopra la cittá per trovarmi...

Una Sposa Per Il Gran SultanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora