Capitolo 70

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Intanto nelle prigioni del castello in una cella buia e umida Hamid trama vendetta, verso il cugino Sarim.
Da spie fedeli era stato informato sulle ultime novità!
E quel che aveva soperto lo aveva lasciato a dir poco di stucco.

Quindi non era il solo ha tramare verso il cugino.

Era giunto il momento di fuggire da quella cella.

Aspessto il cambio turno delle guadie e mandó il segnale ai suoi uomini attraverso una spia del castello.

Questo a notte fonfa con pochi uomini si intrufoló nelle viscere del castello, uccise silenziosamente le guardie che avevano provveduto ha drogare e aprí la cella ad Hamid.

"Bene, miei fedeli guerrieri, oraandremo ma non senza aver lasciato un segno del nostro passaggio. Uccidete tutte le donne dell' arem, i servi e le guadie e prendete il piccolo erede.
Domani mattina i sultani si  dovranno svegliare in un lago di sangue...
Deve capire chi è il grande Hamid! Muovetevi!

Il piccolo sultano stava dormendo tranquillamente vicino la culla della sorella quando : grida e forti rumori lo spaventarono e così come sua sorella scoppiarono in un forte pianto.

Sami si svegliò e vide che suo marito aveva indosso solo il pantalone e due sciabolein mano.

Era confusa l' istinto fú di correrre dai suoi piccoli, un senso di angoscia la stava invadendo.
Una goccia di sudore le scese lungo la schiena.
La sua mente grida: paura, paura... Per i suoi piccoli!

La loro porta si aprí di scatto.
Yami aveva un braccio insaguinato.

Lei sbarró gli occhi, no!
Non stava succedendo, davvero !

Si alzò come un fulmine correndo verso la porta, i due capirono le sue intenzioni.
Ovvero la camera dei bimbi.

Ma fu fermata da suo marito.

"Ferma! Se esci da sola rischi la vita. Andremo insieme."

Fu uno scempio quello che si presentò davanti hai loro occhi.
Sangue, sangue da per tutto...
Cadaveri sgozzati o pugnalati.
Il pianto dei bambini la riportó alla realtá.
Corse alla nurs e vide la piccola e poi vide con orrore Hamid prendere suo figlio e scappare dalla finestra.
Il suo urlo attiró Yami e suo marito.

Sami prese una spada vicino a un cadavere e si lancio dietro ai rapitori, a sua volta Sarim e Yami corsero dietro a lei.

"Maledetto! Fermati e affrontami!
Non ti permetteró di prendere mio figlio!"

Appena furono nella boscaglia vicino al piccolo laghetto Hamid si fermò.

"Piccola squaldrina vedo che non demordi... Bene... Pensa se ora lacasualmente cadere questo bastardello in questo laghetto! Ops! Credo che mi stia per scivolare..."

"Nella mia vita sono stata: rapita, affamata, violentata e o anche ucciso per avere la libertà!
Quindi... Ridammi mio figlio vivo! Prima che ti strappo le budella! Stronzo, non mi fai paura, ne tu ne i tuoi uomini. "

Lui fece una risata sadica.
"Puttanella... Vieni ha prenderlo... "

Sami vide il suo piccino cadere nel lago.
Senza pensarci due volte si buttò nelle acque fredde. Ma metre afferrava il corpicino del piccolo qualcosa la colpi alla spalla.
Quel bastardo gli aveva lanciato un pugnale colpendola alla spalla...

Quando riemerse vide Samir e Yami combattere, ma in quel momento le importava del piccolo. Quando vide che: le sorrise e le tiró una ciocca di capelli come faceva di solito, capí che stava bene.

Lei purtroppo no. Gli assalitori erano morti era rimasto solo Hamid! Un duello in cui lei temette per suo marito. Poi Yami la soccorse.

"Cazzo Sami, hai un pugnale nella spalla!"

"Si, e te ne sarei grata se lo togliesse." disse lei con una smorfia di dolore.
Era diventata pallida, e la ferita andava curata.

Quando suo marito stava affondando la lama nel petto di suo cugino lei lo fermó.

Sami diede il piccolo a Yami e raccolse da terra  una sciabola.

Hamid era ancora atterra lei si avvicinó e gli disse : bastardo questo e per aver uccoso tutte quelle persone e aver rapito mio figlio."

"Sei solo una puttanella, non avrai questo coraggio!" gridó Hamid.

Sami affondò dritto al cuore.
" La puttanella ha trovato il coraggio! Stronzo! Si era schizzata di sangue, il bimbo si era rimesso a piangere per il freddo, suo marito era rimasto basito.

Quella era stata una notte che nessuno avrebbe mai dimenticato.
Una madre disposta a tutto...
Una madre che non aveva esitato ad affrontare la morte.

Aveva perso troppo sangue andava portata in ospedale.

Lei rideva, una risata isterica, suo marito la fissò poi la chiamó dolcemente.

"Mi hai rovinato la vita...
Perché ti ho incontrato...
Perché mi sono innamorata di te..."

Poi svenne e Sarim la prese tra le sue braccia.



Una Sposa Per Il Gran SultanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora