capitolo 60

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Sarim era davvero provato da ció che aveva scoperto, cosí contro il volere dell'amico si stabilí nell' appartamento che un tempo era delle ragazze, mandando tutti in albergo, desideroso di solitudine...

Era passata un ora e il temporale no dava segni di miglioramenti.
Si sentiva una tigre in gabbia. Cosí incurante della pioggia si addentró per le strade della città,  alla ricerca di un bar per una bella sbronza. Si doveva staccare almeno la spina per quella sera.
O sarebbe impazzito!

Nel frattempo qualcunaltro quella notte sembrava irriequieto...
Ovvero... Sami.
Era sicura che qualcosa non quadrasse...
Sara aveva il telefono spento, non rispondeva alle sue email...
E se... Suo marito le avesse fatto del male?
Infondo lei si era risvegliata in ospedale...
Basta! Con questi timori, avrebbe lasciato per qualche ora il piccolo alle suore della chiesa, e sarebbe entrata di nascosto nell'appartamento dove abitava prima, per vedere se c'era qualche indizzio.
Si quella era la cosa da fare.
Ed era meglio farla subito, prima che arivassero dei nuovi inqulini...

Lasciare quel bimbo anche se per poche ore era come se stesse lasciando una parte di se.
Lo strinse al petto e dopo averlo baciato sulla fronte lo consegnó a una sorella, che in quel momento la stava guardando male.
Pendando che lo stesse abbandonando...

Era vestita comoda ma la pioggia non aiuta, spesso dovette fermarsi. A un certo punto cominciò a tremare e batteva i denti. In quel momento maledisse la pioggia...

"Ei tu dammene un altro! "

"Signore non so chi lei sia ma qui viene gente per bene e non ubriaconi..."

"Come osi parlare tu plebeo che non sei altro a me in questo modo! Se avessi la mia frusta ti staccherei la tua lingua lunga e poi te la farei ingoiare!
Tieni questi e ora dammi una bottiglia che vado via da questa topaia"

L'uomo vedendo monete d'oro rimase scioccato e provó ha rimediare. Sarim purtroppo non la pensó come lui e afferrandolo per il colletto gli disse che era solo un viscido.

Bene si stava gustando il suo liguore in pace finalmente...
Certo era per strada e sotto la pioggia ma un uomo come lui era abituato a tutto.
Anche se aldire il vero quel liquore non valeva niente aveva un sapore orribile ma ...quella sera doveva bere per dimenticare...

Nel frattempo Sami era allo stremo delle forze i vestiti pesavano una tonnellata, di tanto in tanto inciampava,  finché  sbadatamente per la stanchezza diede una spallata a un uomo.

"Maledizzione! Ragazzina! Mi sei costata più di quanto tu possa guadagnare in vita tua per come vai vestita e come sei ridotta."

La bottiglia si era frantumata in mille pezzi sul marciapiedi e al suo fianco ormai sfinita c'era una Sami col capo basso che non alzava lo sguardo un pó per paura e un pó per stanchezza.
Si era anche tagliata ma era tanto stanca che non le importó delle ferite procuratesi.
Fú la voce dell' uomo che la riportó alla realta e facendo un ultimo sforzo alzò il viso verso di esso.

Fú la voce dell' uomo che la riportó alla realta e facendo un ultimo sforzo alzò il viso verso di esso

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