"Non puoi combattere contro me cacciatrice, non riuscirai a nasconderti e a resistere a lungo...".
Quella frase fece rinvenire Gin, una volta in piedi si guardò intorno con attenzione tentando di capire dove si trovasse e cosa fosse successo, ma tutto era scuro, distorto e confuso, e inoltre si ritrovò disarmata: le sue armi erano svanite, perfino i suoi bracciali e l'anello... Ma dove erano finiti? E soprattutto come?
Quegli ornamenti erano di origine amazzone e rispondevano solo a lei, com'era possibile che qualcuno glieli avesse tolti?
Notò che le era rimasto al polso solamente il braccialetto in pelle di Dean.
Ad un certo punto iniziò a sentire dei lamenti, parevano delle grida disperate di persone che venivano dilaniate, l'oscurità divenne meno fitta finché realizzò di trovarsi in mezzo ad una landa desolata e secca fatta di sassi e sabbia, non c'erano città, né strade, né alberi o animali, il cielo era coperto e grigio, spirava costantemente un vento caldo ma pungente, ad ogni soffio le sembrava che la pelle le venisse graffiata.
Dove era finita? Cos'era quel posto?
Iniziò ad incamminarsi senza una meta precisa, cercava di andare nella stessa direzione del vento ma ogni volta esso cambiava rotta costringendola a coprirsi il volto con le braccia.
"Ma cos'è tutto questo!!!" si mise ad urlare inginocchiandosi a terra.
"Questo è il posto dove sono finita per colpa tua!" disse improvvisamente qualcuno.
Quella voce... Quella voce femminile era così familiare ma non riuscì a riconoscerla subito.
"Ti prego aiutami! Dimmi chi sei! Cosa ci faccio qui?! Dove sono?!" pregò Gin ma non ottenne risposta.
Si rialzò in piedi e continuando a schermarsi il viso dal vento proseguì camminando verso quei lamenti.
Perse la cognizione del tempo, non aveva fame e neanche sete, l'unica cosa che voleva era fuggire via da quel posto e tornare a casa.
Salí sopra delle rocce e si sporse per vedere meglio cosa fossero tutte quelle grida che diventavano più vicine e insistenti.
Gin non poté credere ai propri occhi per lo spettacolo raccapricciante e macabro che le si parò davanti: donne e uomini incatenati, legati, appesi, costretti a subire le torture più inimmaginabili, picchiati a sangue e fatti a pezzi di continuo. Si coprì subito il viso con le mani per non guardare, non voleva più rivolgere il suo sguardo su tutto quell'orrore e neanche più sentirne i lamenti.
Cominciò a pensare che quello poteva essere solo l'inferno, ma se così fosse stato voleva significare che era morta e che non era riuscita ad uccidere la strega.
Ma allora perché lei non veniva trascinata in tutto quel caos?
Inoltre si rese conto che i demoni torturatori non potevano vederla, non si accorsero nemmeno della sua presenza.
Era tutto strano, non c'era nessuna logica, era morta o no? Era in un limbo o all'inferno?
D'un tratto quella stessa voce di prima parlò nuovamente: "Ginevra... Io sono qui all'inferno, sono dannata per l'eternità e tutto questo per causa tua!".
"No, non è possibile..." Gin finalmente la riconobbe "Mamma... Mamma sei tu?".
"Finalmente ti sei degnata di riconoscermi...".
"Ma... Ma io...".
"Tu sei stata la causa della mia morte, quell'incidente in macchina non è stato un caso... Mi hanno ucciso perché stavano cercando te! Sei tu la sola responsabile di tutto! Non avevo pace da viva e non ne ho nemmeno ora che sono morta!" disse Nancy, sua madre.
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L'Amazzone E Il Cacciatore
AdventureLei è una cacciatrice, in parte umana e in parte amazzone, con abilità molto speciali. Lui, insieme a suo fratello, è uno dei cacciatori più famosi del paese. Quando le loro strade si incrociano non solo saranno accumunati dalla "caccia" ma anche i...