Capitolo 67

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"Di solito i genitori si sacrificano per il bene dei propri figli, tua madre invece si è impegnata seriamente a renderti difficile la vita. Non posso dire che mio padre ci abbia dato un'infanzia normale a me e Sam, ma non ha mai mancato di farci sentire una famiglia. Mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire tanto. Gin sei una vera guerriera, non ti sei mai arresa nonostante tutto. Non è un caso che tu sia un'amazzone" chiese Dean.
"Ho imparato ad apprezzare le cose belle e certe del presente, il passato a volte ha molte ombre mentre il futuro è perlopiù incerto" rispose Gin "Una vita senza amore, eterna o umana che sia, è una vita vuota e vana. Sei tu il mio amore Dean, prima vivevo solo per far del bene agli altri, ora vivo anche perché la tua presenza riempe tutto quel vuoto con un'amore immenso e incondizionato".
"Sei fantastica, oltre ogni immaginazione".
Finirono la pietanza ridendo e scherzando su tanti argomenti, erano allegri e felici, avevano un forte affiatamento e si amavano perdutamente.

"Ti va di fare due passi fuori?" propose Dean uscendo dal ristorante.
Gin accettò, si avvicinò a lui e gli strinse la mano intrecciando le dita alle sue.
"Dean, quando avete intenzione di ripartire?" chiese lei.
Il cacciatore sospirò e disse: "Speravo che non me la facessi mai questa domanda. Credo domani sera, ma non so come faremo senza l'Impala...".
"Così presto!" esclamò Gin ma si pentí subito di quelle parole, sapeva quanto pesasse ad entrambi quella situazione.
"Scusami, non volevo... Sono sorpresa, pensavo che sareste partiti dopo che la macchina fosse a posto".
"Non possiamo, dobbiamo andare da Bobby, deve mostrarci delle novità sulla questione Apocalisse".
"Si capisco, posso accompagnarvi?".
"Gin per favore non chiedermelo, non saprei come oppormi e non voglio farti correre rischi inutili".
Gin comprese il vero significato di quella frase, così lasciò perdere e disse: "Per te non sono mai rischi inutili. Per questa volta non insisterò, però prendete la mia Ford e su questo sono irremovibile".
"È la minaccia più bella che mi abbiano mai fatto. Domani ti va di lavorarci insieme all'Impala?".
"Sei sicuro?" domandò lei, quella era una proposta che proprio non si aspettava.
"Gin sei un'ottimo meccanico, quella macchina è molto importante per me, sono sicuro che la tratterai nel modo giusto proprio come farei io. Dobbiamo però valutare bene tutti i danni".
"Va bene, farò ciò che mi chiedi".

Dean si fermò davanti alla portiera della Ranger, guardò la sua compagna negli occhi e disse: "Non voglio che tu mi segua, non potrei sopportare di saperti in pericolo".
"Dean prima o poi dovrai abituarti al fatto che sono anch'io una cacciatrice. Non sono diventata ciò che sono per riporre i bracciali nel cassetto, non lo farò per nessuno. Il mio compito è quello di proteggervi e comunque ci sono dentro pure io. Non è che mi piaccia tanto essere considerata il mezzo per aprire le porte del paradiso e dell'inferno, preferirei morire piuttosto che lasciare che accada questo; il mio sangue da morta non avrebbe alcun valore".
"Non posso permetterti di pensare queste cose...".
"È una cosa più grande di noi e lo sai benissimo anche tu. Pensi che mi piaccia il pensiero di saperti in giro per il paese per fermare Lucifero, i demoni, gli angeli o qualcos'altro? In parte mi sento responsabile, vorrei che per noi le cose siano diverse... ".
"Ma lo sono già invece, il fatto di essere in mezzo alle loro guerre non significa che dobbiamo per forza accettare tutti i loro ordini".
Gin era pienamente d'accordo anche se essendo solo degli essere umani non era certa che l'avrebbero spuntata.
Appoggiò la testa sul suo petto per sentirne il battito del cuore, il suo corpo emanava un calore rassicurante da cui non avrebbe più voluto staccarsi.

L'Amazzone E Il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora