Capitolo 18

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I nemici persero tutta la loro sicurezza: se quella cacciatrice aveva evitato tutti i proiettili chissà di cos'altro sarebbe stata capace di fare, persino Rubeus era disorientato.
Gin non perse tempo, i demoni non erano conosciuti per essere dei codardi, anzi sentendosi alle strette avrebbero attaccato con ancora più violenza, doveva fare lei la prossima mossa, così attenendosi al piano che aveva pensato recuperò le lamiere e le sistemò a protezione per gli amici.
"Dovete restare qua dietro, è per la vostra sicurezza, sentirete solo una forte raffica di aria ma non vi succederà nulla" disse Gin.
Sam e Bobby annuirono con un cenno del capo, poi quest'ultimo le chiese preoccupato: "Che cos'hai intenzione di fare, non vorrai mica farti ammazzare?".
"Non mi accadrà nulla stanne certo, i bracciali sono il centro dell'energia che si sprigionerà, io resterò illesa ma i demoni verranno spazzati via" cercò di rassicurarlo l'amazzone.
Diede uno sguardo anche a Sam e Dean, quest'ultimo aveva perso conoscenza ed era madido di sudore non avrebbe resistito ancora per molto.
Rubeus intuì quello che lei voleva fare, quei bracciali non avrebbero ucciso i demoni ma li avrebbe ricacciati all'inferno dato che i corpi sarebbero stati spazzati via. Doveva andarsene, l'avrebbe catturata un'altra volta dato che ormai si era esposta, così uscì dalla bocca del suo ospite e fuggì.
Gli altri demoni tentarono di fare la stessa cosa ma invano: Gin ormai aveva alzato le braccia, si mise a urlare per incanalare quanta più energia aveva, i bracciali iniziarono a scintillare e non appena si toccarono un'elevata onda d'urto si propagò a cerchio travolgendo tutti i demoni che vi erano attorno.
Ce l'aveva fatta, li aveva fermati tutti e aveva salvato i tre cacciatori; Rubeus invece era riuscito a scappare ma ci avrebbe pensato un'altra volta a come trovarlo per sistemarlo definitivamente.
Si sentiva sfinita, usare i bracciali era molto impegnativo fisicamente e in più aveva addosso tutta la tensione accumulata nell'ultimo periodo, dopotutto in parte era umana e il suo corpo si era avvicinato al suo limite di sopportazione.
Purtroppo però ancora non era giunto il momento di riposarsi: Dean aveva palesemente bisogno di aiuto.
Si avvicinò e gli mise una mano sulla guancia: si accorse che la temperatura corporea era salita e continuava a sudare freddo, aveva sicuramente qualche infezione in corso. Con l'aiuto di Sam gli sollevarono la maglietta, sul fianco aveva una brutta ferita.
Gin per la prima volta da quando morì Jake si mise a piangere: alcune lacrime gli scesero sulle guance cadendo sul volto di Dean.
"Sam cosa possiamo fare? Non possiamo perderlo! NO! NON LO ACCETTO!! Io... Quanto dista l'ospedale più vicino?" gli chiese disperata.
"Non fareste in tempo è troppo lontano" disse Castiel apparso d'improvviso vicino a loro.
"Allora portalo tu, sei il suo angelo protettore o no! Tira fuori le ali e usale!" gli disse Bobby con tono severo.
"Non è così semplice" rispose Castiel al suo commento.
"Ma che razza di angelo protettore sei allora?!" disse nuovamente Bobby spazientito.
"Vi ricordo che Dean è il tramite dell'arcangelo Michele, è il suo prescelto, ne io ne altri angeli possiamo intervenire con i nostri poteri per guarirlo se lui non ce lo consente. Però c'è qualcun'altro che può fare qualcosa" aggiunse Castiel rivolgendosi all'amazzone "Tu Ginevra, tu puoi fare qualcosa: sei un'amazzone, nel tuo sangue scorre la linfa di una divinità, pertanto puoi donare la vita".

L'Amazzone E Il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora