Capitolo 13

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Si vestì come quando andava a caccia: canotta con giacca in pelle nera, jeans stretti blu scuro e un paio di stivaletti in pelle. Indossò anche i bracciali, il coltello d'argento e una pistola, il resto delle armi lo mise in uno zaino.
Gin non ci pensò due volte ad andare in aiuto ai fratelli Winchester, sentiva che doveva farlo, non solo per salvarli ma anche perché avrebbe trovato delle risposte sul perché dovesse sempre stare attenta a non essere scoperta.

Jake continuava a ripeterle che non poteva fidarsi di chiunque, ovunque c'erano creature malvagie che non si sarebbero fatti scrupoli nell'ucciderla per avere il suo sangue. Molte volte Gin gli chiese di essere più chiaro, a cosa mai poteva servire il sangue di un'amazzone?
Jake però si portò il segreto nella tomba, chissà magari voleva proteggerla, meno sapeva meno pericoli ci sarebbero stati per lei. Anche Dean evidentemente la pensò allo stesso modo, ma era stanca di non sapere e di essere messa in isolamento, con Castiel avrebbe salvato i fratelli Winchester e avrebbe fatto luce su tutta questa storia.

Appena indossò gli stivali le luci delle lampadine iniziarono a tremolare e dal nulla comparve Castiel.
"Sei pronta Ginevra? Non sarà una passeggiata ti avverto. Rischi molto esponendoti in questo modo" disse Castiel.
"Ne sono consapevole ma ho delle faccende in sospeso da risolvere. E poi Dean e Sam sono in pericolo" gli rispose Gin con tono determinato.
Castiel non aggiunse altro, mise la mano sulla sua spalla e in un attimo si trovarono nella zona industriale di una cittadina estranea a Gin.
La ragazza si girò nella direzione indicata dall'angolo e vide l'Impala nera dei fratelli Winchester, attraversò subito la strada per avvicinarsi: aveva delle ammaccature alla carrozzeria ma non sembrava aver ricevuto gravi danni.
Poi Castiel le indicò il capannone dove doveva recarsi: "Fa molta attenzione ci sono demoni appostati ovunque. Per spezzare i sigilli che mi bloccano occorre solamente interromperli".
Gin annuì con il capo e disse: "Castiel ho bisogno che tu mi faccia un favore: puoi benedire l'acqua del circuito dell'impianto antincendio? Questo dovrebbe perlomeno indebolire i demoni".
L'angelo fece cenno con il capo e svanì lasciandola sola.
Subito dopo Gin sentì dei passi, si accovacciò dietro l'auto e vide passare due uomini di colore, grazie all'energia dei bracciali percepí che erano posseduti da demoni. Tirò fuori dallo zaino una cerbottana da caccia e un paio di dardi speciali di sua invenzione che contenevano sale e polvere benedetta di ferro e argento; certo non erano in grado di scacciare il demone ma lo avrebbero messo fuori gioco per un po'.
Colpì entrambi al collo e dopo qualche lamento caddero a terra.
"Ok Gin calma e sangue freddo, andrà tutto bene" pensò tra sé per darsi coraggio.
Si avvicinò ad un'entrata da dove probabilmente erano usciti i due demoni appena abbattuti, notò per terra un sigillo e lo interruppe subito cancellandone un tratto con la mano.
L'ingresso era buio, ne approfittò abbassandosi per non farsi notare, vide un altro sigillo e fece la stessa cosa. Continuò ad avanzare a carponi, in questo modo riusciva ad approfittare di pareti, tavoli e quant'altro per avanzare restando nell'ombra il più possibile.
Iniziò a sentire delle urla e dei lamenti: era la voce di Dean la riconobbe subito, non riusciva a capire le parole ma doveva affrettarsi.

L'Amazzone E Il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora