Capitolo 87

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"Alzati amazzone! Alzati e combatti!" una voce maschile ed impetuosa risuonò nella mente di Gin.
La cacciatrice si destò ancora una volta in un posto diverso, si trattava però del luogo dove era avvenuto l'incidente di sua madre.

Fu terribile quel giorno, Jake, dopo aver ricevuto la chiamata dalla polizia, andò a prenderla a scuola e partirono subito per la città dove era avvenuta la disgrazia, distante circa 200Km da dove abitavano loro.
Il cielo era coperto e grigio e la pioggia scendeva piano ma costante non cessava mai, l'aria sembrava pesante da respirare talmente era satura di umidità.
Gin aveva 15 anni, iniziavano a succederle cose strane, cose che nessun adolescente era in grado di fare, come spostarsi molto velocemente o arrampicarsi sugli alberi con l'agilità di un gatto. Non potendo confidarsi con nessuno, tutti questi avvenimenti la facevano sentire ancora più sola ed isolata, ancora non aveva conosciuto Maya e Kate e il liceo a quell'età se sei diverso può essere un vero inferno.
Jake provò più volte a tentare un approccio con lei durante il viaggio in macchina, ma Gin si era chiusa in sé stessa, non voleva parlare, non voleva vivere quegli avvenimenti, avrebbe desiderato solamente chiudere gli occhi e poterli riaprire da un'altra parte e con un'altra vita.
Sua madre gliene aveva fatte passare tante quando era piccola e, adesso che finalmente stava crescendo con la vicinanza di Jake, le ripiombò addosso con la sua morte e per giunta in un incidente stradale, fu costretta infatti a riconoscere il cadavere martoriato dalle ferite riportate.
Le indagini portarono ad un incidente causato alla perdita di controllo del veicolo, probabilmente dovuto al tasso alcolico nel sangue di Nancy, una volta fuori strada la macchina sfondò il guardrail e scivolò giù da una rupe continuando a sbattere ovunque su rocce e alberi.
Il medico legale sostenne che non aveva sofferto, riportò un gravissimo trauma cranico che le fu fatale morendo sul colpo.
A Gin non importavano tutti questi dettagli, era arrabbiata con sua madre e adesso che non c'era più ce l'aveva ancora di più con lei per essere stata una cattiva madre, per non esserci più stata e per averla rifiutata tante volte come figlia. Ma anche lei stessa si sentiva in colpa: forse se non fosse mai nata, sua madre sarebbe ancora viva e sarebbe stata più felice.
"Gin piccola, so cosa ti passa per la mente. Non ti permetto di pensare che tu sia stata un errore. Sei la ragazza più speciale che io conosco e ti assicuro che non è colpa tua. Tu hai solo 15 anni e la vita ti ha già messo a dura prova, ma nulla toglie il fatto che tu sia una benedizione, sei mia figlia. Succedono tante cose brutte ma siamo noi che ad un certo punto dobbiamo rialzarci e combattere per continuare a vivere. Prima o poi arriva anche il sole, e da quando ti ho conosciuta tu sei diventata il mio" le disse Jake con tono rassicurante mentre uscivano dall'obitorio.
Gin non disse nulla, lo guardò grata per tutto ciò che le aveva detto ma rimase in silenzio ancora per molti giorni, anche dopo il funerale.

Fu un periodo difficile per lei e riviverlo adesso che era una donna era ancora più doloroso.
Col tempo era riuscita a perdonare sua madre e a perdonare sé stessa, ma nulla avrebbe mai tolto quella sofferenza, quell'isolamento e quel turbamento che aveva vissuto in quegli anni.

L'Amazzone E Il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora