Capitolo 7

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Arriviamo al camioncino e il proprietario, il signor Jack, un amico più che altro, e senza dubbio un uomo molto simpatico e altruista. Lui ci saluta con un sorriso, riconoscendo i nostri volti. Mi conosce perché mio fratello mi portava sempre qui a prendere il gelato quando ancora non avevo il mio motorino, e nonostante sia passato tanto tempo, si ricorda ancora di me. "Oh salve ragazzi, vi trovo bene!" inizia a pulire il suo piccolo bancone sul laterale del furgoncino "Salve Jack" saluto "Ciao Jack" dice Nathan. Lui si pulisce le mani sul grembiule decorato "Allora, ditemi, vi porto qualcosa? Offro io." "Ti ringrazio come al solito Jack" comincia il ragazzo dagli occhi blu per poi concludere "Ma lascia che ti paghi stavolta" Suppongo anche Nathan sia a conoscenza delle condizioni economiche del povero Jack. Era carino da parte sua "Comunque, per me il solito cono al mirtillo con cioccolato fondente e panna. Tu Miriam?" mi chiede con voce dolce. "Ehm.. per me un cono fragola e limone Jack, grazie" rispondo sicura, sorridendogli. Amavo questo accoppiamento di gusti sin da bambina. "Perfetto.. un attimo solo.." dopo qualche secondo ecco che quei coni erano già avvolti tra le nostre dita. Lecco subito il mio gelato sfiorando la fragola e sentendo il limone che mi avvolge nella sua freschezza. "Grazie Jack! Ecco a te " tira dalla tasca una banconota e la poggia sul piccolo bancone alto. Rimango sorpresa della somma elevata che gli offre.

"No davvero ragazzi, va bene così.." cerca di opporsi ma Nathan si impone "No, ora siamo a posto. Tieni pure il resto, amico, stammi bene" dice fermamente con tono serio, dopodiché ci incamminiamo. Suppongo verso il muretto che hanno restaurato da poco a pochi metri dal furgoncino. "Ricordami di darti la mia parte, poi" dico, mordendomi l'interno di una guancia "Eh? Stai scherzando spero. Offro io" replica, posizionando i suoi occhiali da sole sul capo "Sai anche tu che rischia di perdere il suo lavoro?" chiedo mentre assaporo il mio gelato, cambiando argomento.

Lui sospira, mantenendo il mio passo, capendo a chi mi rifessi "Purtroppo sì, e mi dispiace davvero. Perciò quando posso cerco di aiutarlo. Jack è come uno di famiglia" continua "Non lascio mai che mi offra qualcosa come hai appena potuto vedere" rimango colpita e mi intenerisco "È carino da parte tua" abbasso poi lo sguardo "Grazie" mi dice e ritorno a guardare il suo profilo perfetto. "Non tutti la pensano così. Ormai la gente mi vede solo per il mostro delle caverne che dicano io sia" Poi, ci sediamo sul muretto. "Mostro? Come mai?" chiedo, straniata da quell'appellativo "Il solito donnaiolo drogato e alcolista sempre rinchiuso e a caccia di avventure, ma nel frattempo nessuno sa che nel tempo libero aiuto anche i più bisognosi, buffo no?" mi scappa una leggera risata che placo all'istante "Sì, molto. Sinceramente penso che ormai la gente fa quel che più le si addice, perciò do poco conto alle voci e più ai fatti" esprimo il mio parere, facendo attenzione che il mio gelato non goccioli

"La penso come te. È lo spirito giusto con cui affrontare la vita di tutti i giorni" "Sì, suppongo di sì. Anche se ammetto che per un attimo anch'io ho pensato che fossi una brutta persona.. insomma guardaci, siamo qui mentre la tua ragazza si starà sicuramente chiedendo dove tu sia adesso. Non voglio che mi prenda di mira.. stamattina non mi è sembrato di starle tanto simpatica.."

"Amanda è molto bipolare. Avrà capito che ci scambiavamo qualche sguardo e ti avrà presa di mira per questo. Ma sta tranquilla che domani non se lo ricorderà più"

"Non credo proprio. Comunque sia, resta il fatto che tu hai una ragazza e che io tra poco ho gli allenamenti.." dico, arrivando quasi alla fine del mio cono, pronta già per andarmene.

"Aspetta. Non vorrai ritornare a scuola conciata in quel modo, vero?" continuava a fissarmi mentre un sorriso sghembo gli era comparso sulle labbra.

"C-Che intendi?" chiedo arricciando un sopracciglio fin quando non indica con un cenno il mio viso. Subito tiro fuori il mio telefono e noto di avere dei residui di limone sul mento. "Cavolo.." impreco, cercando qualcosa con cui pulirmi.

"Aspetta, faccio io.." prende un fazzolettino dalla tasca dei suoi jeans scuri che avvicina leggermente al mio petto, per poi poggiare il suo fazzoletto sul mio viso e pulire la zona interessata. In tutto ciò, non avevo potuto fare a meno di rimanere imbambolata dai suoi occhi blu come il mare mentre sentivo le guance andare a fuoco "Ecco fatto" mi guarda "Adesso va sicuramente meglio" mi sorride, gettando il tovagliolino in un cestino accanto a noi "Grazie" lo interrompo. Lui si siede stavolta di fronte a me, rimasta in piedi di fronte a lui "E così sei la sorella di Payne, eh?" mi chiede, rimanendone leggermente sorpreso, conoscendo già la risposta "Sì, è mio fratello maggiore. Ma ho anche una sorella gemella" dico un po' impacciatamente "Davvero? Ah sì, ricordo. Ginevra, giusto?" "Sì" faccio un cenno con la testa "Vi conoscete già?"

"Uscivamo nella stessa comitiva qualche tempo fa, tutto qui" dice facendo spallucce, controllando se avesse notifiche sul suo telefono. "Oh, non lo sapevo"

"Sì, e andavamo anche un sacco d'accordo. Eravamo amici quasi.. intimi" mi informa e subito arrossisco, completamente impreparata sull'argomento. "Oh.. wow.." deglutisco "Sì.. proprio come tu e Styles, no? Siete anche voi amici intimi da quel che ho visto.."

"Intimi non è il termine adatto. Siamo migliori amici, se è questo che intendi" ribatto, mettendo subito in chiaro come stavano le cose.

"Capisco. E che mi dici di Horan, invece?" non capisco il perché di tutto questo interesse verso la mia vita privata e i miei amici. Dove voleva arrivare?

"Niall è un amico di mio fratello e ci conosciamo fin da bambini.. non capisco quale sia il problema"

"Nessun problema, era solo curiosità" sorrise, questa volta alzandosi e venendomi incontro. Io arrossisco, indietreggiando.

"Credo sia meglio che vada, adesso." Dico fissando la punta delle mie scarpe. "Magari potrei accompagnarti io, se vuoi"

"No grazie, preferisco andare a piedi"

"Come vuoi, Payne" il mio cognome pronunciato con quel bellissimo accento mi fece tremare per un attimo, ritornando poi in me. "Allora.. ci vediamo in giro, no?"

"Sì, credo di sì" dico, cercando di sembrare il meno agitata possibile. Perché continuava a starmi così addosso?

"Va bene, buon allenamento allora, piccola. E cerca di non ignorarmi nei prossimi giorni" mi sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio per poi lasciarmi un bacio casto sulla guancia, a pochi centimetri dalle mie labbra. Nei prossimi giorni? Non ero forse stata chiara che non volevo più avere a che fare con lui? Di lì a breve vediamo arrivare un motorino fermarsi davanti a noi e riconosco il ragazzo alla guida, Louis.

"Ci si vede" Velocemente sale in sella sul motorino del fratello, allacciando il casco.

"No, Nathan, credo tu abbia frainteso, io non -"

E accelerando, mi lasciò ferma immobile proprio lì dov'ero rimasta, con un miliardo di pensieri che sorvolavano la mia mente mentre man mano la sua figura si dissolveva, non riuscendo a capire come avessi fatto a finire in questo pasticcio.

Cosa sarebbe successo adesso?

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora