Capitolo 27

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Siamo a scuola ed è già arrivata l'ultima ora. Oggi, invece di finire al solito orario, finiremo tre ore in anticipo visto che alle 16:30 si terrà la partita di football dei ragazzi.

In classe c'è la professoressa di inglese che sta dialogando con Albert, ma non ho la concentrazione adatta per seguire la loro discussione aperta alla classe sul riscaldamento globale, e dall'attenzione che vedo negli sguardi dei miei compagni, neanche loro sembrano interessati più di tanto, soprattutto Harry che noto disegnare su un quaderno. Credo stia ripassando gli schemi di squadra. Mentre sorrido immaginando la sua tensione, osservo il banco di Nathan, vuoto anche oggi. 

Tipico quando qualcosa non andava. 

Non ci eravamo più sentiti da quando ho lasciato in maniera frettolosa il suo appartamento, qualche giorno fa. Non so cosa mi sia preso, so solo che non ero tranquilla con me stessa e che avrei fatto meglio a stare da sola per il momento. Forse non avevo superato del tutto il fatto che fosse stato con molte ragazze negli anni, e la paura che qualcuna potesse portarmelo via in qualsiasi momento aveva preso il sopravvento su di me. Non ero sicura di essere l'unica per lui, e di certo l'aver voluto sapere di più su di lui non mi aveva tranquillizzata. Avevo bisogno di pensare.

Ritornando all'argomento "partita di inizio campionato", credevo molto in loro. Dire che erano talentuosi era scontato e speravo davvero che portassero una bella vittoria oggi a casa. Anche mio fratello sarà nervoso, proprio come lo era stamattina. Tutta la scuola non aspettava altro che oggi pomeriggio: la partita di stasera era sulle bocche di tutti. La nostra partita di pallavolo femminile invece, si sarebbe tenuta al ritorno dalle vacanze, qualche settimana dopo. 

Non vedevo l'ora.

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-Miriam, Ginny scendete, su! Vostro padre ha già la macchina in moto!- grida nostra madre prima di uscire dalla porta e recarsi in macchina.

-Ci sono!!- risponde Ginny passando dalla mia stanza -Ehi Mì, muoviti, io ho fatto- si fa di corsa le scale.

Solo un attimo e.. ecco fatto! Anche le scarpe erano allacciate. Adesso ero finalmente pronta. Socchiudo la porta e mi dirigo al piano di sotto, controllando che fosse tutto in ordine. Chiudo la porta di casa con le chiavi appese già alla maniglia, le prendo e salgo in macchina.

Guardo l'ora. La partita inizierà tra mezz'ora. Ho indossato un lupetto grigio a maniche lunghe e sopra un maglioncino mono spalla  nero con sotto dei pantaloni lunghi scuri e degli stivaletti neri, legando i capelli in una coda alta. Sono agitata quanto loro , come se dovessi giocare anche io!

Appena arrivati, notiamo da lontano la confusione. Anche noi ci avviciniamo al campetto verso i posti a sedere. Intravedo Vale ed i suoi che hanno tenuto il posto a tutta la mia famiglia. Mi fa segno da lontano. Faccio segno ai miei e li raggiungiamo. Anche Sophia si unisce a noi, dopo aver salutato con un bacio Liam.

-Ce l'avete fatta ad arrivare!- mi abbraccia e sorrido.

-Il pezzo forte è stato trovare parcheggio- risponde mia madre, divertita. Le nostre famiglie si salutando ed iniziano a chiacchierare. Nel frattempo io, Vale e mia sorella stiamo per i fatti nostri.

 -Avete già visto i ragazzi?- chiedo. Ormai non stavo più nella pelle.

-No, sono negli spogliatoi ancora- ci informa Vale -Quando finirà il primo tempo, ti devo raccontare una cosa bellissima!- afferma Vale con un pizzico di felicità nella sua voce. 

-Va bene- sorrido. Chissà con cosa se ne sarebbe uscita questa volta. Scommetto che l'argomento sarebbe stato il solito!

Poi, si sente la voce del loro allenatore parlare al megafono.

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora