Capitolo 55

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[la mattina dopo, domenica]

POV di Miriam:

Sono le 10. Lo so perché ha da un’ora che fisso l’orologio. Starei studiando Letteratura. Ho detto bene.. starei.. ma proprio non c’è la faccio. Troppi pensieri per la testa, troppe parole, troppe delusioni avvenute una dopo l’altra. Ho bisogno di starmene un po’ per i fatti miei, senza avere il pensiero anche dei compiti. Decido di chiudere i libri, più tardi mi farò fare una giustificazione da mia madre per poi presentarla alla professoressa domani. È l’unica soluzione. Poso il libro dentro lo zaino e guardo fuori. La giornata è bella, e non è neanche una mattinata tanto fresca. Che c’è di meglio di fare una bella passeggiata al parco?  Niente. Con la scusa potrei portare anche Storm con me. A lui piace un sacco passeggiare: proprio come me. quando non so che fare vado sempre in questi posti e lo porto con me per farmi compagnia. Sono sicura che gli piacerà. Subito alzo i capelli in una lunga coda, mossa leggermente alle punte. Sono già vestita sportiva, una felpa e dei pantaloni larghi di una vecchia tuta che indosso per stare a casa. Velocemente scendo in cucina e prendo il guinzaglio. Poi cerco mio padre. Questa, è una delle poche domeniche in cui è a casa. Ma ci faccio poco caso. Lo trovo che sgranocchia qualcosa dal frigo aperto. Lo guardo sorridendo perché nel frattempo canticchia e non si è accorto che sono lì. Poi la mia piccola risata la sente. Si gira di scatto e mi guarda.

“Oh tesoro..” dice un po’ imbarazzato.

“Non dire niente pà..” dico sorridendo avvicinandomi al frigo. Lui si sposta per farmi prendere qualcosa. Prendo solo del semplice succo all’ ACE e prendo poi un bicchiere di vetro da uno stipetto. Poggio tutto sopra il tavolo e verso il succo.

“Papà, adesso vado a farmi una passeggiata al parco e porto anche Storm ok?” dico per poi bere.

“Va bene ma.. hai già finito di studiare?” mi chiede

“Si, non avevo molto…” mento. Mi dispiace farlo ma.. ho le mie ragioni per farlo.

“Ok..” dice chiudendo poi il frigo. “Sai se Ginny dorme?” mi chiede guardandomi. Ricordarmi di lei, mi cambia umore ma non voglio dare nell’occhio a mio padre e decido di rispondergli emettendo un solito sorriso, ma falso.

“Sai che la domenica prima di mezzogiorno non si alza quella!”

“Hai ragione..” dice ridendo. Lo posso capire. Lui tutti i giorni alle 7 è già fuori e a stento le vedo.. capisco che per lui un giorno tira l’altro..

Decido di andare prima che mi faccia altre domande su Ginny, il quale solo a pensarla mi viene un disgusto che nessuno può comprendere.

“Beh..” dico finendo di bere tutto d’un sorso il mio succo “Adesso vado” poggio il bicchiere sul tavolo. Prendo il guinzaglio che avevo appoggiato su una sedia e mi dirigo alla porta.

“Credo di essere a casa per pranzo” dico guardandolo.

“Va bene ma.. non oltre l’una! Sai che sono pessimo a cucinare” dice alzando un sopracciglio. Vero! Rido. Questo è un particolare che non ricordavo… l’ultima volta che ha cucinato finimmo per sentirci tutti male! Se ci penso scoppio a ridere. Mi trattengo.

“Ok ok…” ridacchio fra me e me “Sarò qui a quell’ora.. ciao pà” dico prendo la porta e uscendo per poi richiuderla. Faccio il giro della casa e vado nella cuccia di Storm chiamandolo.

“Storm..” fischio. Come un razzo esce dalla cuccia venendo verso di me. lo abbraccio forte sedendomi sulle ginocchia sul prato “Ecco il mio campione!” dico sorridendo. Lui è felicissimo. È molto coccolone.  Mi fa le feste. “Ti va di fare una bella passeggiata?” lui abbaia. Rido. Lo prendo come un sì. Gli attacco il guinzaglio al collare di cuoio rosso e mi rialzo.  Gli accarezzo la testa mentre lui continua a scodinzolare con la lingua di fuori. È così amorevole! “Dai andiamo..” scuoto il guinzaglio e lui inizia a camminare, è proprio contento.

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora