Capitolo 33

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Arrivata in casa lascio lo zaino sulla poltrona all'ingresso, dopodiché mi reco al piano di sopra per fare una bella doccia. Avevo già avvisato mamma durante il tragitto e avevo avuto il suo consenso. Dovevo sbrigarmi però, le ragazze sarebbero arrivate tra circa un'ora. 

Una volta pronta incrocio mio padre sulle scale.

-Papà- lo chiamo -Mi daresti una mano spostare i mobili della mia stanza? Le ragazze arriveranno a breve-

-Sì certo- ci rechiamo nella mia cameretta e mi aiuta a fare un po' di spazio così che le ragazze avrebbero sistemato più facilmente i sacchi a pelo una volta arrivate. Cominciamo spostando la scrivania.

-Uhm... allora- inizia a parlare sospirando per via dello sforzo -come va con quel ragazzo? Nathan, giusto?- mi chiede mentre lo aiuto.

Rimango sorpresa dalla domanda -Direi piuttosto bene- deglutii affaticata -ancora stiamo insieme da poco, ma fila tutto liscio- per quanto il suo interessamento mi facesse piacere, era inutile raccontargli per filo e per segno tutti gli alti e bassi della nostra relazione. Gli bastava sapere che era okay.

-Qualche volta potremmo invitarlo a cena, se vi va - a volte era come se avessi l'impressione di avere due padri, perché Liam era uguale identico a nostro padre quando si trattava delle sue sorelle minori. 

-Sì, con piacere- sorrisi un po' imbarazzata. Ci occupammo adesso di spostare il letto più verso il muro.

-Ricordami quanti anni ha- mi chiese. 

-Diciotto- sorrise

-Siete ancora dei ragazzetti. Ricordati che finchè siete sotto questo tetto non si scherza- ed eccolo che iniziava a fare la predica, così che ruotai gli occhi all'insù. 

-Sì papà, lo sappiamo benissimo- ridacchiai -Ogni anno fai la stessa ramanzina a tutti e tre i tuoi figli-

-Sempre meglio che non avvisarvi- alzò un sopracciglio, infine ci dedicammo all'armadio che spingemmo giusto di qualche centimetro più indietro.

-Ma poi questo Nathan viene a scuola vostra?-

-Sì, gioca nella squadra di Liam e abbiamo pure dei corsi insieme-

-Ed è bravo a scuola?- tasto dolente. Avrei mai potuto dirgli che era un ripetente e che spesso e volentieri saltava le lezioni solo perché il suo mood prendeva il sopravvento su di lui? Avrebbe sicuramente pensato male di lui, senza nemmeno conoscerlo prima, e ciò sarebbe solo andato a discapito suo. 

-Sì tutto sommato sì, come tutti i ragazzi dopotutto- risposi, cercando di essere il più convincente possibile.

-Bene- disse mettendosi a riposo -Mi sa che abbiamo finito. Ti serve altro?- 

Mi guardai intorno -No papà, grazie- 

-Ottimo, allora torno di sotto- sorrise e uscì dalla stanza. Finalmente l'interrogatorio era terminato.

Mi avvicinai alla cassettiera per prendere dei cuscini, lampadine, torce, la macchina fotografica, dei libri e chew gum alla fragola, e posizionai tutto sul mio letto. 

Perfetto, era tutto pronto. Adesso mancavano solo loro. Decido nel frattempo di mandare un messaggio ad Harry. Sarebbe dovuto tornare oggi. 

A Harry:

Hazza, sei a casa? xx

Scendendo le scale sento vibrare il cellulare. 

Da Harry:

On my way verso casa. Abbiamo dovuto aspettare il taxi in aeroporto. Contiamo di essere a casa fra mezz'ora. Tu? Le ragazze sono già arrivate?

A Harry:

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora