Capitolo 61

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Siamo pronti. Sono pronta. Scendo velocemente le scale mentre guardo l’orologio che segna le 4:20 e fra più di mezz’ora inizia la partita.

“Tesoro hai preso le chiavi dell’auto?” ricorda mia madre a mio padre.

“Si Elis” risponde mio padre uscendo da casa e lasciando la porta aperta. Credo stia andando in garage.

Mi dirigo in cucina.

“Liam porti tu il borsone di tua sorella in macchina?” continua mia madre.

“Oh certo” dice mio fratello prendendolo e mettendoselo su una spalla. Lo guardo e sorrido. Ricambia.

“Devi andare a prendere Sophia?” gli chiedo.

“Si, ecco perché sto uscendo prima”

 beh.. anche se non è la persona più simpatica al mondo, la voglio bene in fondo.. credo di doverla accettare in qualche modo. “Salutamela allora” sorrido.

“Ok..” dice con voce straniata e sorride mentre arriccia un sopracciglio. Chiude la porta. Rido.

“Tesoro agitata?” mi volto verso di lei.

“Adesso sì…” dico fremendo e sorridendole. Sorride. Abbiamo chiarito tutto. Abbiamo fatto pace. Non volevo stare male sapendo anche che lei stava male. E non voglio pensare a niente oggi che alla partita che aspetto da più di 4 mesi.

“Tranquilla amore” si avvicina “Andrà tutto benissimo.. siete forti” sorrido.

“Grazie mà” improvvisamente mi ricordo che devo ancora prendere il mio polsino.

“Mamma hai visto il mio polsino?” dico preoccupata. Quello mi serve soprattutto per scaricare la tensione. Di solito lo rosicchio.

“No Miry..” dice ricordando “Non l’ho visto” sbuffo e corro subito da mio padre fuori.

“Papà hai visto il mio polsino?!” dico agitata.

“No, pensavo l’avessi tu” dice alzando un sopracciglio. Sbuffo e rientro salendo le scale e dirigendomi in camera mia, dove ho lasciato la porta aperta.

Mi guardo in giro ma vedo che nel solito posto dove lo lascio non c’è.

“Ma dove caspita è?” dico fra me e me. mi giro per uscire e mi ritrovo mia sorella davanti che quasi mi fa prendere uno spavento. Mi sventola qualcosa in faccia. Vedo bene cos’è, ed è il mio polsino!

“Dammi qua!” dico con voce roca mentre glielo tolgo violentemente dalle mani.

“Ei l’ho trovato in bagno e pensavo lo cercassi..” dice con voce arrogante. In risposta al mio tono di prima.

“Vabbè non mi importa” dico facendo spallucce. Neanche la guardo e passo accanto a lei uscendo dalla stanza. 

“Non possiamo continuare così” mi fermo senza guardarla. “Per quanto ancora dobbiamo fingere in questo modo?” mi volto e la guardo con sguardo acido.

“Senti.. non voglio assolutamente pensare a nient’altro che non sia la partita, oggi è il mio giorno, la mia partita” calco con la voce mia. “Quindi stattene alla larga chiaro?”

Sbuffa seccata. Mi giro e continuo a scendere. Arrivo alla porta d’ingresso ancora aperta e mi volto verso dentro.

“Mamma dai che il coach vuole che siamo puntuali! Deve farci il suo discorso e dobbiamo ripassare gli schemi!” dico guardando l’orologio.

“Sono pronta” dice mettendosi il cappotto. Sento mio padre che ha acceso la macchina. Mi dirigo verso lui ed entro. Dopo qualche secondo, guardo dal mio finestrino per vedere che fine ha fatto mia madre e la vedo all’ingresso che parla con Ginny. Uffa, sempre quella in mezzo i piedi. Le guardo ma è come se stessi facendo il contrario. Decido di distogliere lo sguardo.  Poi sento lo sportello che si apre e mi madre sale.

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora