Capitolo 14

2.6K 142 17
                                    

Sono ormai le 10:00. Sono più che sicura che Harry sia ormai in piedi, quindi, visto che sono già pronta, ho deciso di andare a fargli visita , per cercare di affrontare l'argomento 'amicizia'.

-Mamma sto uscendo!- avviso mentre prendo le chiavi di casa dal mio cappotto.

-Dove vai?- la sento chiedere, scendendo le scale, con in mano una cesta di panni sporchi.

-Da Harry e poi più tardi esco con le ragazze- sorrido, cercando di non mostrare strane impressioni.

-Oh, salutami tanto la madre di Harry e digli di passare presto, giusto per prendere un caffè- sorrido aprendo la porta. Che tempismo, mamma.

-Va bene, a dopo- saluto.

-Ciao tesoro- chiudo la porta alle mie spalle, sospirando. Non sarebbe stato facile, lo sapevo, ma dovevo almeno tentare.

Esco dal mio giardino e passo la strada. Dopo qualche metro, mi ritrovo davanti a casa sua. Esito qualche secondo prima di salire i gradini e posizionarmi davanti l'uscio. Dopo aver preso un bel respiro, suono.

Spero solo gli faccia piacere vedermi, in qualche modo.

POV di Harry:

Sto cercando ripetutamente di trovare un canale che si veda in tv ma stamattina proprio niente. Cazzo. Ogni volta che non ho niente da fare e decido di vedermi un film, succede sempre qualcosa di inconveniente! Decido così di spengerla, sbuffando. Mi sdraio meglio sul letto, rimuginandomi più e più volte.

Sentivo la mancanza dei pomeriggi dove andavo a casa di Miriam anche per delle sciocchezze, a qualsiasi parte del giorno. Lei era la tipica ragazza che riusciva a trovare sempre qualcosa di ingegnoso e divertente da fare e sapeva coinvolgere la gente nel farle, a qualunque costo. Ricordo perfettamente quando a 11 anni, nel bel mezzo di una giornata splendente come oggi, avevo dei compiti da fare ma nessuna voglia di affrontarli. Eravamo a telefono quel pomeriggio e per far sì che mi mettessi all'opera, restammo a telefono per ore, e tra una battuta e uno svio, riuscì perfettamente nel suo scopo. In men che non si dica, finii i miei compiti e uscimmo a giocare per tutto il tempo restante.

Fu la prima volta in cui fui io ad aver bisogno di lei. E ciò non è mai cambiato finora.

Ammetto che mi mancava da morire. Dio solo sapeva quanto avrei voluto uscire da quella porta e piombarmi alla sua.

Ieri sera non ci eravamo lasciati nel migliore dei modi e nonostante avessi tutte le ragioni del mondo, mi ero comportato da ipocrita e l'avevo persino aggredita verbalmente e ciò non era da me. Non potevo sopportare il fatto che fosse scappata via da me in quel modo, quasi l'avessi terrorizzata.

D'altronde, nonostante l'alcool, ricordo perfettamente che dopo qualche attimo Nathan l'aveva raggiunta. Perciò che motivo avrei avuto io di unirmi a loro, soltanto per fare il terzo incomodo?

D'improvviso, suonano al campanello e vengo distolto dai miei pensieri.

Chi poteva essere ?

Mia sorella Gemma era uscita da poco con delle amiche mentre mia madre era andata a trovare mia nonna stamattina. Che fosse la signora Martha? Probabilmente aveva bisogno di confrontare qualche ricetta con mia madre, dato che sembrava essere il loro passatempo. Sarebbe stato un dispiacere per lei sapere di non trovarla.

Indosso velocemente una polo azzurra dato che ero a dorso nudo e scendo le scale frettolosamente. Percorro la cucina che è collegata al salone e mi affaccio all'occhiello per vedere chi è.

Ed ecco che sento un nodo in gola.

Oh dio. Era Miriam.

Smetto di guardare dall'occhiello e metto le spalle alla porta stando in silenzio. Che avrei dovuto fare? Lasciarmi prendere dal panico o reagire? Avrei dovuto essere garbato? Dolce? Indifferente?

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora