Capitolo 22

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Sto tornando a casa. Non so più se piangere, singhiozzare, asciugarmi le lacrime o odiarlo e tirare fuori tutta la rabbia che mi invade. Troppe cose nello stesso tempo. Sapevo solo di non voler fare niente. Volevo solo stare sola con me stessa, nel mio letto, a luci spente. Apro la porta di casa facendo tutto molto mosciamente. Entro, chiudo la porta. Faccio qualche passo lento e poso lo zaino. Mia mamma entra dalla porta del retro.

-Oh tesoro, finalmente sei tornata. Mi stavo preoccupando – cerca di scrutarmi meglio –Miriam, tutto bene tesoro? - chiede con voce preoccupata. Cerco di non guardarla. Potrebbe vedere che ho pianto e cominciare a farmi domande.

-Sto bene mamma, solo un po' di male di testa, tutto qui - faccio un finto sorriso mentre tengo lo sguardo basso –Vado a sdraiarmi un po' – dico salendo le scale.

-Vuoi che ti prepari qualcosa per cena? –

-No, non mi va – rispondo per poi entrare lentamente in camera mia. Chiudo la porta. Scoppio a piangere. Mi appoggio alla porta per poi scivolare a terra con la schiena, sedendomi. Porto le mani alla testa. Mi sentivo completamente sola.

Perché tutte a me? Perché mi ero maledettamente innamorata di un ragazzo così fuori dal comune? Come ho potuto lasciare che mi baciasse quel giorno dopo la scuola? Come ha potuto prendermi in giro e farsi credere un'altra persona ai miei occhi? Perché farmi questo? Che bisogno c'era?! Avrà detto la verità? E.. quelle ultime parole? Cosa significavano?

Mi alzo. Mi dirigo verso il letto e lo sfaccio. Mi metto completamente sotto le coperte, compresa la testa. Non voglio vedere nessuno. Non voglio la luce agli occhi. Non voglio sentire rumori, né parlare o vedere nessuno. Volevo soltanto vivere il mio dolore.

 Mentre mi rimugino sotto le coperte, sento che mi vibra il cellulare, ma poco mi importa, non avevo voglia di sporgermi per prenderlo. Poi squilla. Chiunque sia, non si arrende.

Io da testarda che ero, lo ignoro e mi addormento.

POV di Harry:

Ho appena finito la mia ricerca di chimica per domani. Dopotutto, non sono così male, dai. Certo.. non sono come Miriam ma.. me la cavo. A proposito di Miriam. Dopo la scuola non l'ho più vista. Chissà come sta, avevo voglia di sentirla. Decido così di mandarle un messaggio.

*Hey piccola.. che fai? Xx

Aspetto un po'. Ma vedo che il messaggio non è stato ancora visualizzato. Che strano. Risponde sempre. Probabilmente non avrà sentito il cellulare o magari sarà impegnata. Tiene sempre la vibrazione. Provo a chiamarla.

Squilla. Ma non risponde. Adesso è ancora più strano. Solo una volta non mi ha risposto in tutta la sua vita. Ma poi venni a sapere che era sotto la doccia. Stavo cominciando a preoccuparmi. Perché non rispondeva? L'unico modo per saperlo era andare a casa sua. Mi metto una maglietta per coprire il torso nudo e scendo le scale.

-Sto uscendo mamma! Vado da Miriam- le dico mentre metto il mio giubbotto nero.

-Va bene Harry- mi risponde dalla cucina. Esco. Chiudo la porta e passo la strada. Dopo qualche secondo, arrivo davanti casa sua e suono il campanello.

Aspetto qualche attimo e poi vedo che la signora Alice, sua madre, mi apre. -Oh ciao Harry- mi accoglie meravigliata.

-Salve signora Alice, scusi se mi sono presentato senza preavviso. Miriam è in casa?- le chiedo.

-Oh si caro- mi fa accomodare e chiude la porta – Anche se a dire la verità mi ha detto di star poco bene –

-Veramente?- chiedo preoccupato. Ecco perché non rispondeva, sapevo ci fosse qualcosa sotto -È in camera sua?- annuisce -Posso salire?- chiedo cortesemente

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora