Capitolo 38

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Era da più di una settimana che io ed Harry non parlavamo. Nè un singolo messaggio, né una misera chiamata, nulla, e non mi ero mai sentita così vuota dentro. Era una sensazione che non sapevo spiegare, qualcosa mai provato prima, un mix tra senso di colpa e delusione che non mi aveva mai sfiorato minimamente da quando ci conoscevamo. Sinceramente facevo fatica a capire cosa stesse succedendo tra di noi, e avevo paura di come la situazione sarebbe potuta peggiorare, perché con tutta onestà, non aveva senso continuare con questa pagliacciata. C'erano dietro anni e anni di amicizia e questo silenzio tra noi due sapevamo benissimo che non avrebbe retto, perché eravamo migliori di così.

Siamo migliori di così.

Mi strinsi nel mio pullover verde e continuai a camminare per il corridoio pieno di studenti, cercando di raggiungere il mio armadietto. Aprii l'anta e posando il libro di storia sentii una presenza accanto a me. Niall si era appena appoggiato all'armadietto accanto al mio.

"Hey" sospirò.

"Hey" risposi, ammiccando un leggero sorriso.

"Come va?" Chiese tenendosi le mani in tasca. Capii perfettamente dai suoi occhi che sapeva di me e di Harry.

"Va, a te invece?"chiusi l'armadietto, voltandomi a guardarlo. I suoi capelli biondo cenere erano più sistemati del solito.

"A parte l'ora di algebra... tutto okay. Mi chiedevo se potessi esserti d'aiuto. Sai... con Harry." Al sentire quel nome rabbrividii. Capivo le sue buone intenzioni, questo sì, ma non riuscivo ad accettare il suo aiuto, non quando si trattava di una cosa così personale tra me e il mio migliore amico.

"Sei davvero molto dolce Nello, ma credo che siamo abbastanza grandi da sbrigarcela da sola. Stiamo solo temporeggiando entrambi, tutto qui. Ma si sistemerà tutto, ne sono certa." Feci un sorriso per non trasmettergli amarezza. Il suo viso però era proprio triste.

"Come volete, solo che è brutto vedervi stare male e non poter fare nulla. Perché si percepisce un botto che vi mancate, solo che ultimamente vi state comportando da testardi, specialmente adesso che entrambi frequentate qualcuno. Spero solo che non dimentichiate chi c'è dal giorno zero per l'altro." Le sue parole erano state molto dolci. "Spero la smettiate entrambi di fare i capricci e che torniate a volervi bene come prima. Mi mancano le nostre marachelle, tutti insieme."

Aveva ragione. Mancavano tanto anche a me.

"Grazie Niall, lo apprezzo molto" mi venne d'istinto abbracciarlo.

"Parli del diavolo.." lo sentii bisbigliare al mio orecchio, quindi mi staccai dall'abbraccio e mi voltai.
Harry appena appena imboccato il corridoio mano nella mano con Vanessa. Una strana sensazione si fece avanti dentro il mio stomaco.
Ci furono degli istanti dove ci guardammo, e sembrarono così lunghi da sentirmi in imbarazzo per noi. Lo vidi poi aprire un armadietto vicino a quello della ragazza, e capii all'istante che si era pure scomodato a fare a cambio con qualcuno pur di avere un armadietto accanto alla sua nuova morosa.
Non l'aveva mai nemmeno fatta per me una cosa del genere.
Prese dei libri e, appena anche lei fu pronta, si recarono in aula insieme, senza nemmeno degnarmi di un saluto. Niall si girò a guardarmi, scioccato quanto me.

Questa situazione doveva finire, ne avevo abbastanza. Non eravamo in noi, e non potevamo tirarla ancora per le lunghe.
Il punto adesso era, chi avrebbe fatto il primo passo?

***

"Possiamo parlare?" Poggiai la spalla sulla parete e la voce mi uscii più seria del previsto.

"Non abbiamo nulla da dirci" prese la sua merendina dalla macchinetta e fece per andarsene.

"Ah davvero, Harry? Quindi è così che ci si comporta? Non ti degni più di scrivermi né di parlarmi perché ti sei fidanzato? Oppure perché te l'ha comandato Vanessa?"

"Lei non c'entra nulla" si voltò, inasprendo la voce.

"Ne sei sicuro? Perché mi stai mancando di rispetto, e questo non me lo merito"

"Sei stata tu ad iniziare, io ho solo continuato il tuo gioco"

"Pensi davvero che stiamo giocando, Harry? Non ti è sfiorato il pensiero che forse così facendo mi avresti ferita? Potevi anche dirmi che ti eri fidanzato, è così che funziona tra amici"

"Hai detto bene, tra amici funziona così. Ma se non ricordo male sei stata tu la prima ad iniziare a nascondermi le cose. Suppongo che neanche a te sia venuto in mente che ci sarei potuto rimanere male. Perché le cose si vengono a sapere, Miry."

"Allora è di questo che si tratta? Lo stai facendo per ripicca? Tu e Vanessa vi siete messi insieme solo per farmi un dispetto?"

"Non gira tutto intorno a te, Miriam. Era da tempo che io e te non parlavamo, e se tu avessi avuto del tempo per me ti avrei anche raccontato di cosa stava succedendo tra me e lei ultimamente, ma eri troppo impegnata con Nathan per passare del tempo con il tuo migliore amico, quindi sono passato all'azione. E se ci pensi, non ho fatto nulla di male."

"Se ti sentivi trascurato bastava dirlo...ti avrei ascoltato e avremmo risolto diversamente."

"Tu dici? A me sembra che da quando Nathan è entrato nella tua vita hai avuto occhi solo per lui, invece. Mi sono rotto di starti dietro come un cagnolino e aspettare il tuo affetto." Inumidì le labbra, poi riprese "ti voglio bene Miri, lo sai. Ma mi hai fatto sentire inutile per settimane, e al ballo ho voluto che ci vedessi appositamente, per farti capire come mi ero sentito io."
Ora che il vero problema era venuto a galla finalmente riuscivo a vederci chiaro. "Ora che siamo entrambi fidanzati non pretendo di sentirci in continuazione o di sgattaiolare a casa dell'altro ogni sera, ma nemmeno di essere messo da parte e di essere ricordato solo all'occasione. Capisci cosa intendo?"inutile dire che le sue parole mi fecero sentire un mostro, un trambusto dentro lo stomaco, la voglia di vomitare tutte le mie emozioni.

"Mi dispiace che tu ti sia sentito così, non era mia intenzione. Ho sbagliato, hai ragione, ma vorrei risolvere..." sibilai. Volevo mettere un taglio a questa situazione.

"Anch'io. Ma ho bisogno ancora di un po' di tempo per metabolizzare la cosa. Adesso scusa, ho gli allenamenti." Fece per andarsene e aprire la sua merendina.

"Aspetta" parlai e lui si fermò a guardarmi. Avevo paura di chiederlo ma mi feci coraggio. "Adesso che siamo entrambi fidanzati, la nostra amicizia... cambierà?" sibilai, cercando di tenere a bada le emozioni.

"Se c'è una cosa che non posso e non voglio cambiare è la nostra amicizia, okay?" rispose con voce seria. Feci dei cenni ripetuti con la testa per fargli capire che avevo capito. "Solo... ho bisogno di tempo, e credo anche tu." cercò il mio sguardo, perso già nell'immensità del corridoio. Feci un sospiro, poi se ne andò, e immediatamente nel mio cuore fu inverno.

**

"Sono a casa.." dissi varcando la porta di casa, con un filo di voce. Poggiai lo zaino all'entrata. Dalla cucina proveniva un odore di risotto di mare.

"Liam, che ci fai già qui?" gli domandai avvicinandomi al tavolo.

"Hey" assaggiò qualcosa dal mestolo che aveva utilizzato per girare la pietanza "La lezione di arte è stata annullata, quindi sono tornato a casa prima e ne ho approfittato per cucinare qualcosa dato che mamma e papà torneranno tardi."

I nostri genitori erano andati a San Francisco per delle visite di routine, quindi oggi ci saremmo dovuti arrangiare da soli con la casa e le pulizie.

"Ho capito. Io vado su" informai.

"Aspetta, non mangi? Guarda che è buonissimo"

"Ho mangiato un boccone al volo da Nando's con le ragazze, quindi passo, ma grazie fratellone" mentii, non avevo per nulla appetito. Ma ammiccai comunque un sorriso per non dargli nell'occhio, iniziando a salire le scale.

"Ehm, già che ci sei, puoi dire a tua sorella ed Andrew di scendere che è pronto?"

"Okay!" Urlai e feci come mi aveva chiesto. Dopodiché mi recai in camera mia, chiusi la porta a chiave e sfeci il letto.
Erano le 15 del pomeriggio ma avevo bisogno a tutti i costi di dormire un po' per non pensare ad oggi.

E pregai Dio che funzionasse.

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora