Capitolo 16

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POV di Miriam

È mattina. La sveglia è suonata. Che noia. Decido di alzarmi togliendomi delicatamente le coperte per avere un risveglio ancora dolce. Apro gli occhi e guardo i buchi della finestra dalla quale entrano dei raggi di luce. Mi stiracchio per bene, alzandomi definitivamente. Percorro il lungo corridoio arrivando poi al bagno. Sciacquo il viso, lavo i denti, mi strucco per bene, dopodiché ritorno in camera mia, apro l'armadio e mi appoggio ad una delle due ante guardando e scegliendo i vestiti da mettere oggi. Dopo qualche minuto, decido di indossare un maglioncino viola della Guess, dei jeans blu scuri e delle ballerine blu.

Scendo in cucina e trovo mio padre che beve il caffè e legge il giornale prima di andare in ufficio. Mio padre lavorava in pieno centro di New Orleans e ogni mattina prendeva il treno per spostarsi. Mia mamma a tempo libero faceva l'istruttrice in una palestra non molto lontana da qui, che era gestita da una cara amica di famiglia, Sephora. E proprio stamattina stava preparando il suo borsone con tutto l'occorrente per andare a fare ginnastica. Era molto atletica e le piaceva tenersi in forma. Era in momenti come questi che capivo da chi avessi preso il mio amore per lo sport e la salute.

Mi siedo e afferro del pane che ricopro con la marmellata.

-Buongiorno tesoro- mi dice mio padre. Lo guardo sorridendo.

-Giorno papà, giorno mamma- porto il pane in bocca dandogli un morso.

-Dormito bene tesoro? – mi chiede mia madre.

-Sì –

-Cara, hai visto per caso la mia fascetta bianca per il sudore?- mi chiede poi, ricontrollando bene nel borsone.

-Non mamma. Chiedi a Gin, magari l'avrà usata per andare a karate ieri- dico dando un altro morso al pane.

-Hai ragione, chiederò a tua sorella- dice, salendo al piano di sopra. Poi, scende Liam. Sembrava un po' nervoso. Oggi aveva un'importante compito in classe, dato che ieri è rimasto tutto il giorno in camera sua a studiare. Ero sicuro che sarebbe andato alla grande, lui era un genio in tutte le materie. A volte aveva solo bisogno di sentirselo dire.

-Buongiorno fratellone, agitato?- gli sorrido guardandolo.

-Giorno Mì- mi da un bacio sulla guancia -Un po', oggi ho il compito di Tecnica. Spero vada bene-

Quest'anno aveva scelto di intraprendere tecnica per tutto il semestre, per conoscenza personale più che altro.

-Andrà alla grande, Liam - lo guardo facendogli l'occhiolino. Lui sorride, compiaciuto.

-Grazie-. Mangiamo velocemente e poi, vedendo che sono le 7:30, mi infilo il giacchino, alzandomi dalla sedia.

-Oggi non vai con Harry? – mi chiede mio fratello, prendendo un bicchiere di succo alla pesca. Un nodo alla gola mi si forma alla sua domanda, ripensando al riccio e a come ci eravamo lasciati ieri pomeriggio, davanti al Crazy Guys. Ero riuscita a non pensare a lui finora ma ecco che Liam me ne aveva appena fatto ricordare, a malincuore. Cerco di non mostrare nessun velo di tristezza e sorrido.

-No, oggi doveva accompagnare sua sorella ad un'importante audizione – sua sorella studiava canto da molti anni ormai, perciò mentii a mio favore.

- Capisco. Vuoi che ti accompagni io? – mi domanda, con voce calda.

-No, tranquillo. Vado da sola – mostro le mie fossette e lui annuisce, finendo il suo succo.

-Allora ci si vede all'uscita, sorellina. – saluto ed esco di casa. Mi vibra il cellulare e lo tiro fuori dalla tasca, notando dei messaggi da parte di Nathan. Decido di ignorarlo. Ero ancora arrabbiata con lui dopo ieri sera. D'altronde avrebbe anche potuto evitare di rivelare certe informazioni, senza il mio consenso. La mia unica priorità per ora era parlare il prima possibile con Harry.

Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora