Inevitable»h.s REVISIONE IN CORSO

Capitolo 75

POV di Nathan:

Sono appena uscito dalla palestra, dove faccio allenamenti, questo mese voglio mettere massa muscolare e fare pesi, panca e botte sono le mie uniche vie incoraggiative. Per non parlare poi di tutti i casini di cui mi tingo e che vorrei scrollarmeli di dosso. Ammetto però che per non rendermene conto uso delle anfetamine in pasticche che ci danno lì in palestra stessa, quelle si che mi aiutano, oh si. Mi sento forte, potente non mi stanco. A volte ne fotto un po’ per portarle a casa o alla mia comitiva, almeno facciamo bordelli no? E non mi annoio.

Scuola? Nah. Ho altri impegni e pensieri e quello è l’ultimo. Sono mica il tipo che si fa dare ordini da qualcuno come i professori? Quelli rompono solo. Si possono fottere tutti, io non vengo. Penso che anche quest’anno perderò l’anno, ma non m’importa e neanche ai miei. A che serve la scuola se da grande farai il teppistello? Molti del mio gruppo la pensano così e io sono “il capo”. Lì si fa solo quello che dico io e usciamo allo scoperto quando do io il segnale. Loro sono come me, stronzi, ma non ci annoiamo mai. E la scuola può aspettare…

Penso che adesso andrò al parco, solita panchina. Non ho proprio voglia di andare a casa mia, anche se devo ancora prendere delle cose. Vedrei quel coglione di Louis e quella scattiata di mia madre. Io da James e Tonio sto bene. Ho detto ai miei che andavo da amici a dormire, ma non ho detto da chi, ovviamente, sennò a quest’ora mio fratello sarebbe lì, a rompermi le palle gridandomi in faccia di tornare a casa. Fratello? Ma che…

Meglio dormire nel garage di quei due, come sto facendo. Tonio è uno della banda, un guastafeste in persona, ma abile. Nel frattempo, sono arrivato al parco e mi dirigo verso la mia solita panchina, quella davanti alla ringhiera, dove si vede il mare e il porto. Di solito mi siedo qui a non fare un cazzo, al massimo giocherello col cellulare, ad aspettare le solite ragazze che passano di qui a gruppo, visto che nelle vicinanze ci sono un sacco di negozi di accessori, trucchi e schifezze varie. Quindi da qui le vedo benissimo e le squadro tutte e per bene direi.

Mentre aspetto che di queste ragazze se ne facci viva qualcuna, perdo tempo con cellulare. Scivolo sulla panchina, sono quasi sdraiato e metto una gamba appoggiata sull’altra. La postura dei fighi della zona. Dopo ancora un po’, mi passa davanti un gruppetto di ragazze, more e bionde che mi squadra. qualcuna di loro l’ho già vista. Si parlano all’orecchio mentre mi guardano, però… carine eh. Bei fisici. Davvero. Ma niente in confronto a Miriam, credetemi. Lancio a tutte qualche occhiatina seducente e sembrano sciogliersi. Troppo sdolcinate per i miei gusti. Ritorno al cellulare, credo che il mio iPhon valghi di più di tutte quelle lì, per quanto ne so e poi alcune sono già impegnate con altri bulli della città. –Te pareva..- sbuffo. Poso il cellulare, mi sono scocciato. Fisso il tempo, sembra non convincente, un po’ nuvoloso ma non credo che anche oggi arrivi a piovere, non come ieri pomeriggio. Fisso il mare, le navi che sono arrivate da poco al porto. La coda del mio occhio, si distrae un secondo, e incrocia un biondo che corre affianco alla ringhiera. È leggermente basso, tuta grigiastra forse della Nike, auricolari messi, sguardo serio e cappuccio. Si avvicina sempre di più, ma non sembra notarmi e concentrato a respirare ed ispirare. E chi poteva essere? Un ragazzo che odio, il compare di Styles, Horan all’attacco. Vederlo correre mi fa salire un sacco di rabbia, ringhio quasi ma mi limito a stuzzicarlo, voglio proprio vedere cosa farà… ridacchio e poi, una volta arrivato a qualche metro da me, lo chiamo.

“Ei Horan, corri per dimenticare?” dico con voce provocante, ridacchiando. È così ridicolo. Lui mi fissa e rallenta la sua corsa, per riprendere fiato..

POV di Niall:

Ero tranquillo, quando sento..

“Ei Horan, corri per dimenticare?” dice ridacchiando. Lo guardo e riconosco lo stronzo che ha appena parlato. Nathan Denner. Sbuffo. Decido di fermarmi, ma non per parlare con lui, per riprendere fiato. Non gli rispondo, mi appoggio ad una panchina, ha da mezz’ora che corro.