Capitolo 70

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Chloe

La notte sembra non finire mai. Mi sembra di essere ormai da giorni sdraiata su questo letto singolo, freddo e vuoto. Quando invece sono solamente passate due ore. Non sono ancora riuscita a chiudere occhio e credo di non riuscirci. Non ho ancora smesso di piangere e mi è salito un forte mal di testa.
Resto ancora un po' a letto, ma poi decido di scendere al piano di sotto per andarmi a bere qualcosa. Vorrei tanto provare a dimenticare tutta questa situazione con l'alcol, proprio come fa Dylan oppure con qualche pasticca. Però se lo facessi so per certo che mi sentirei ancora peggio. Non appena arrivo in cucina trovo subito la madre di Dylan, in piedi con una tazza tra le mani.
<<Chloe che ci fai a quest'ora alzata? Come mai non sei a letto?>> chiede ed io nel mentre mi vado a sedere.
<<Non avevo sonno>> confesso incrociando le mie mani tra di loro.
Lei si viene a sedere proprio davanti a me, e appoggia la tazza di camomilla sul bancone di fronte a noi.
<<Senti Chloe mi dispiace davvero tanto, è colpa mia e...>> inizia a dire ma la blocco, <<non è colpa tua Mia, è colpa di Dylan. Doveva dirmelo subito, e non so per quale motivo non l'abbia fatto, visto che non me la sarei presa così tanto: però spettava a lui dirmelo>> confesso calma.
Mi asciugo le lacrime che ormai si sono impossessate del mio viso e le caccio via, cercando in tutti modi di non farne uscire altre.
<<Questo lo so Chloe, ma se solo me ne fossi stata zitta, tutto questo casino non sarebbe successo>> ammette dispiaciuta, <<è vero, ma ormai è fatta e lei non si deve incolpare a vita di questo. È successo e basta, si vede che doveva andare a finire così. Però non le nego che sono contenta che questa situazione sia venuta fuori. Era già da un po' di tempo che vedevo Dylan strano, aveva sempre da fare e non mi diceva mai su che cosa si stava focalizzando. Mi diceva che erano questioni di lavoro, e che me ne avrebbe parlato in futuro, ma poi alla fine non l'ha mai fatto.
Adesso però mi è tutto più chiaro e riesco finalmente a darmi una risposta alle domande che mi sono posta in queste due ultime settimane>> dico sincera.
Lei mi guarda con un'aria triste e mi afferra entrambe le mani.
<<Ascolta Chloe, ti voglio dare un consiglio. Adesso non pensare al fatto che sono la madre di Dylan, ci tengo a darti questo consiglio come farebbe una madre ad una figlia.
L'amore certe volte ci porta a fare delle scelte sbagliate, pensando magari lì per lì che sono giuste. Basta vedere la mia situazione. Ho ucciso una creatura per quell'uomo, ero talmente innamorata di lui che ho preferito Erick, all'amore che poteva darmi un figlio. Adesso tu e Dylan non siete più due adolescenti. Lui tra due settimane compierà vent'anni, tu ne hai appena fatti diciannove, non siete più nella fascia adolescenziale. Adesso state per diventare adulti, e vi state per imbattere nel mondo dei grandi.
Dove la realtà può essere facile e difficile allo stesso tempo, ma tutto questo dipenderà da voi. Dovete capire entrambi se vale la pena rinunciare a determinate cose per il vostro amore, oppure se è meglio lasciar perdere>> espone seria.
Riprende fiato e inizia di nuovo a parlare. <<Dovete capire se il vostro è un'amore vero, oppure se è qualcosa di passeggero. Non dovete commettere il mio stesso errore perché una volta fatta una determinata cosa, bella o brutta che sia, poi non è più possibile tornare indietro e rimediare. Quindi ti consiglio, anzi vi consiglio: di pensare prima di agire. Dovete parlarne insieme e trovare una soluzione>> dichiara con tutta la spontaneità di questo mondo.
<<Lo so, ma ho bisogno di riflettere prima di agire. Non è la prima volta che Dylan mi nasconde una cosa, e per quanto io lo ami: lui non mi tratta come dovrebbe. Non mi fa sapere niente, mi tieni all'oscuro di tutto, vengo sempre a scoprire le cose tramite le altre persone. Mai da lui. Lui dice di volermi nella sua vita, perché si ostina a dire che senza di me non riesce ad andare avanti. Però come faccio a continuare ad essere una presenza per lui, se mi vuole tenere all'oscuro di ogni sua decisione? Se solo mi fosse venuto a dire di questo suo progetto, che gli avrebbe comportato il trasferimento in Europa, di certo non gli avrei mai imposto di non andarci. Certo, sarei stata male però... Saperlo da lui mi avrebbe aiutato a prendere in mano la situazione. Però adesso mi sembra già di essere venuta a scoprirlo troppo tardi, e ho paura che non ci siano più occasioni per rimediare>> confesso con le lacrime agli occhi. Nonostante manchino ancora cinque mesi alla fine dell'anno scolastico, sento che siamo già in ritardo per prendere una decisione. E non so perché. Insomma, cinque mesi sono più che sufficienti per prendere una decisione, ma ho questo presentimento che non ci riusciremo.
<<So che ti sembra ormai tardi, ma non è mai troppo tardi. Sono sicura che insieme riuscirete a prendere una soluzione. Voglio solo che tu sappia che a Parigi ci sono un sacco di facoltà che potresti prendere per continuare gli studi, oppure se vuoi direttamente un lavoro sono sicura che lì avrai un sacco di sbocchi. Dylan mi ha detto che sei molto in gamba e che sicuramente non avrai problemi a trovarne uno per la tua altezza, quindi pensaci bene ok?>> mi conforta lei con un sorriso sincero.
<<Vuole andare a Parigi?>> chiedo e lei annuisce, <<ho un mio carissimo amico che adesso si trova qui a Los Angeles e sta sponsorizzando la sua marca in tutta l'America. La sua sede però è a Parigi e sapendo che mio figlio è un amante di moda, mi ha offerto un lavoro per lui per dopo il college>> confessa lei, <<sta parlando dei signori Richardson no? In particolare di Mathias se non sbaglio>> chiedo, <<si, come fai a conoscerli?>> chiede a sua volta, <<ieri sera siamo stati da loro>> confesso, <<ah, ecco dove siete andati vestiti in quel modo!>> esclama lei, <<già>> affermo io.
Questa situazione mi sta davvero stancando e non ne posso più. Ho la testa che mi scoppia, le mie paure sono rifiorite dentro di me e ho paura che questa volta nessuno riuscirà a farle scomparire di nuovo.
<<Comunque... Io le voglio bene signora Torres, e lei lo sa bene. È un'amica di mia madre e avete un bel rapporto, ma voglio essere sincera anche con lei. Per quanto io ami suo figlio, non rinuncerò alla mia vita in America. Io non verrò a Parigi con voi, e non mi trasferirò mai in quella città. So che è una delle città che più amo, e che più desidero visitare. Però l'idea di trasferirmi lì non mi convince per niente, perché so che non è ciò che voglio. Il mio futuro lo vedo da un'altra parte dell'America e se devo essere sincera ancora non so in quale città, ma mi piacerebbe molto pensare che sia o New York oppure Orlando. Non mi è mai passata l'idea di andare a vivere fuori dall'America, perché tutto quello che voglio so di trovarlo in questo continente: non di certo al di fuori>> dichiaro schietta.
<<Lo so Chloe e ti capisco, però per amore certe volte bisogna fare degli sforzi e rinunciare ai nostri sogni>> mi fa notare lei, in tono lamentoso, <<lo so benissimo mi creda, so bene cosa intende. Però la mia vita è già stata comandata fin troppo. Non ho mai fatto quello che desideravo e solo adesso, a diciannove anni di vita posso dire di essere riuscita a prendere in mano la mia vita.
Un tempo essa era in mano a mia madre, mai nelle mie mani. E di certo non rinuncio ai miei sogni per una persona che non pensa minimamente a quello che desidero per il mio futuro. Perché devo rinunciare ai miei sogni se lui non si mette nemmeno per un secondo nei miei panni? Chiedendosi magari cosa voglio un giorno. E non parlo solo lavorativamente, sto parlando anche di una famiglia di un matrimonio>> alle mie parole la signora Torres sbianca e ingoia a fatica la saliva.
<<Me lo ha detto Chloe...>> confessa lei abbassando lo sguardo, <<che cosa??>> chiedo, <<mi ha detto che ti ha riferito di non voler figli, né tantomeno un matrimonio>> confessa dispiaciuta, <<ah>> è l'unica parola che riesco a dire, prima di abbassare lo sguardo sulle mie mani.
<<So che non spetta a me dirti questa cosa, ma è giusto che tu lo sappia. Dylan non è che non li vuole avere, lui in parte sarebbe anche disposto ad averli se si tratta di stare con te>> alzo di scatto la testa e grano gli occhi, <<solo che... Ecco vedi... Mi ha confessato che quando venne a scoprire del mio aborto, lui da quel momento in poi non ho più voluto sapere niente dei bambini. Ha paura che in qualche modo possa succedere anche a te, non ho capito bene se ha paura che tu abbia un aborto spontaneo o meno, ma è questo che lo blocca. Odia quella parola, perché sa che suo padre mi ha obbligato ad ammazzare suo fratello. Il problema è che lui se la sta rifacendo solo con Erick, quando invece l'errore l'ho commesso pure io. Potevo benissimo non farlo, proprio come ho fatto con Dylan e tenermi il bambino. Però non l'ho fatto perché ero troppo innamorata di quell'uomo, e ho preferito le sue esigenze alle mie>> gli scende una lacrima, ma se l'asciuga subito.
<<Dovrebbe parlarmene invece di ribadirmi ogni volta che non vuole avere figli>> dico infastidita, <<lo so Chloe, ma sappiamo entrambi com'è Dylan. Tu di più, visto che in tutti questi anni non ci sono potuta essere per lui>> abbassa lo sguardo ma subito riprende a parlare, <<però ti prego, anzi ti scongiuro. Prima di prendere qualsiasi decisione azzardata, come per esempio lasciare mio figlio: pensaci bene. Perché staresti male tu e faresti stare male anche lui. Se c'è anche quella minima possibilità di risolvere questo problema, provate a parlarne e cercate di chiarire. Non passate il tempo a farvi la guerra, lo sappiamo tutti che ogni attimo della nostra vita è importante. Non bisogna perdere tempo, bisogna agire subito. Finché ne abbiamo l'occasione>> confessa lei.
Ha ragione.
Cazzo se ha ragione.
<<Lo so, e comunque... Va bene. Lo farò. Ne parlerò poi con Dylan e cercheremo di trovare una soluzione a tutto questo>> la rassicuro e lei viene ad abbracciarmi.
<<Grazie, grazie e ancora grazie. Non sai quanto significa per me vedere così felice mio figlio. Finalmente dopo anni di inferno ha trovato la felicità e la serenità che si meritava sin da bambino, e che per colpa di due genitori come me e il mio ex marito, ha dovuto rinunciare ad averla>> ammette.
Non riesco a dirle niente, e mi limito a sorridergli debolmente.
<<Adesso me ne ritorno su, per cercare di prendere sonno>> annuncio stanca, <<si vai pure mia cara, dormici sopra adesso>> mi accarezza una guancia e annuisco.
Quando arriva il piano di sopra mi soffermo sulla prima porta a destra, nonché quella di Dylan.
So che faccio male, ma il mio istinto mi dice di entrare dentro e dormire con lui. La mia coscienza invece mi consiglia di non farlo, visto che dovrei essere arrabbiata con lui: ma ho bisogno di sentirmi al sicuro, e solo lui può farmi sentire a casa.
Entro in camera e mi infilo sotto le coperte.
Per sbaglio gli tiro un calcio nel ginocchio e lui si sveglia di colpo.
<<Mh... Chloe, che hai? Stai bene?>> chiede alzandosi su un gomito.
<<Si, ma adesso abbracciami>> gli poso una mano sul petto e lo faccio stendere di nuovo.
Lui si sdraia ed io appoggio la testa sul suo petto. Vengo circondata dalle sue grandi e forti braccia che mi trasmettano un calore assurdo.
<<Mi dispiace tanto>> sussurra al mio orecchio, <<shh... Ne parleremo domani.
Però prima di addormentarci voglio dirti una cosa. Domani mattina io uscirò presto da questa casa perché voglio tornare in dormitorio, ma domani pomeriggio vieni da me, in modo da trovare una soluzione a tutto questo>> dico sincera e lui annuisce.
<<Come vuoi, sono disposto a fare di tutto pur di farmi perdonare. Ti amo e voglio stare con te, costi quel che costi>> mi lascia un bacio tra i capelli e me ne rimango zitta.
Ascolto il suo battito pulsare, sotto la pelle calda, fin quando il sonno non si impossessa di me.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora