Capitolo 40

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Chloe

Rimango completamente di stucco ad ogni regalo che mi ha fatto di Dylan.
Non mi aspettavo niente di tutto questo. Immaginavo che l'hotel fosse il mio regalo e mi andava benissimo così. Anche se... Il mio vero ed unico regalo è averlo qui vicino a me.
Vorrei tanto dirglielo, ma mi vergogno. È l'unica persona con la quale vorrei passare ogni istante della mia vita, è lui il regalo del mio compleanno, come del Natale o dell'onomastico: ma soprattutto è il regalo più bello che mi hai fatto la vita, per adesso... In futuro molto probabilmente saranno i miei figli, sempre se li avrò.
Mentre torniamo in camera, Dylan ha ancora in mano la mia scatoletta con dentro il nuovo iPhone. Mi tiene per mano e quando ci ritroviamo davanti la porta della nostra camera, la apre ed entriamo.
Sbatto la porta e la chiudo a chiave.
Dylan si volta di scatto verso di me, ma io non gli do tempo di realizzare il mio gesto, che mi fiondo su di lui e lo bacio. Rischiamo di cadere, ma per fortuna Dylan si aggrappa la parete e mi spinge verso di lui. Lo sento appoggiare l'iPhone sopra la scrivania e a quel punto mi afferra per il retro delle cosce, alzandomi da terra. Distinto avvolgo le gambe intorno al suo bacino e lui avanza, fino ad arrivare ai piedi del letto.
Prima di farmi sdraiare, afferra delicatamente la cerniera del mio vestito e la fa scorrere lungo la mia spina dorsale. Fa cascare a terra l'abito rosso e successivamente mi fissa attentamente.
Mi appoggia delicatamente sul letto e mi bacia con passione. Fa scorrere le sue grande mani sui seni e piano piano scendono, fino ad arrivare all'orlo delle mie mutandine.
<<Voglio leccarti>> sussurra al mio orecchio, <<lo vuoi anche tu Chloe?>> chiede. Non riesco a parlare, mi manca il fiato quando il suo medio mi stuzzica il clitoride. <<Dillo cazzo>> ringhia a denti stretti, <<si>> rispondo con il fiatone, <<lo sapevo, volevo solo che me lo dicessi>> sorride e scende con i baci. Si inginocchia ai piedi del letto e mi allarga le gambe. Lascia una scia di baci, partendo dal ginocchio fino ad arrivare all'interno coscia. Soffia sulla mia intimità e ansimo per quel gesto inaspettato, ma tanto voluto. Apro gli occhi per vedere cosa sta facendo Dylan, e mi chiedo perché ancora non si sia imbattuto in me con la sua splendida lingua. Non faccio in tempo a focalizzare bene il suo obiettivo, che la sua lingua è già sul mio sesso. Ansimo di scatto e ributto la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. Succhia e lecca ogni parte della mia natura, e quando trova il punto delicato: stringo forte le lenzuola per non urlare e alzo di poco il bacino, andando incontro alla sua bocca. Le mie gambe iniziano a tremare, una strana sensazione si fa strada lungo la mia spina dorsale e quella pressione sul mio basso ventre inizia a farsi sempre più intensa.
Non ce la faccio più e arrivo al culmine.
La sua lingua bagnata si mescola con il mio liquido, e lecca ogni parte per assaporarlo.
Ritorna sopra di me e mi bacia. Sento il mio orgasmo sopra la sua lingua e devo dire che è piacevole. Preferisco assaporare mille volte il suo sapore di tabacco e di menta, o di menta e vaniglia, ma anche questo non è poi così male.
Mi sfila le mutandine, ma prima che possa far altro ribalto la situazione.
Adesso sono io sopra di lui, finalmente sono io quella che prende il controllo. Dylan si tiene sui gomiti e mi guarda con aria maliziosa. Il suo ghigno fa strada sul suo viso, ma questa volta non mi da fastidio. Anzi... Mi eccita.
Lo bacio e nel mentre gli sbottono la camicia. Mi prende il viso con le mani e si alza a sedere, continuando a baciarmi. Mi stacco da lui e gli sfilo con velocità la camicia, lui mi aiuta scuotendo le braccia e quando faccio ricadere quest'ultima a terra, Dylan si sdraia ed io incomincio a baciargli il petto. Sento i suoi muscoli irrigidirsi ad ogni mio bacio.
Scendo, scendo e scendo... Fino ad arrivare all'orlo dei pantaloni. <<Toglimeli, ma non succhiarmi>> lo guardo confusa, <<perché?>> chiedo, <<voglio darti piacere io stasera>> confessa e allora a quel punto l'unica cosa che mi viene spontanea da fare è baciarlo, continuando però a slacciargli i pantaloni.
Scendo dalle sue gambe e lo aiuto a sfilarseli, con essi anche i boxer.
Rimonto sopra di lui, ma Dylan mi prende per i fianchi e con un movimento schietto e deciso mi fa stendere sotto di lui. <<Ti ho detto che comando io stasera>> ringhia, <<scusa>> dico intimorita. Non volevo farlo arrabbiare, non era questa la mia intenzione. Volevo solamente ricambiare il favore che mi ha fatto, ma se non mi è concesso allora non mi rimane altro che subire. <<Non scusarti, ma non mi piace ripetere le cose e tu lo sai bene>> sussurra al mio orecchio. Annuisco e lui riprende a baciarmi. La sua lingua è avide calda contro la mia, entrambe si muovono all'unisono e l'una esplora la bocca dell'altra.
Scende con i baci, arrivando fino al seno.
Ho ancora addosso il reggiseno, ma Dylan non perde tempo e me lo sfila, buttando anch'esso in una parte a caso della stanza di hotel. Stuzzica i capezzoli con la lingua e questa cosa mi eccita da morire. Sento la sua erezione nuda, premere contro la mia.
Sono impaziente, troppo: ho bisogno di sentirlo dentro di me adesso. <<Dylan...>> cerco di fermarlo ma non ci riesco.
Poso una mano sopra il suo petto e cerco di allontanarlo.
<<Dylan...>> ripeto e si stacca di poco, <<tutto ok?>> chiede con una lieve preoccupazione.
Guardarlo così, preoccupato e quasi intimorito da quello che sta facendo mi porta a spegnere completamente il cervello e a non badarmi di cosa posso dirgli. <<Scopami. Scopami senza pietà ti prego...> dico tra un gemito e l'altro.
Non sembra sorpreso dalla mia frase, anzi sembra divertito ed eccitato allo stesso tempo.
<<Sei sicura? Non voglio farti male...>> chiede ma lo blocco, <<non lo farai... Te lo sto chiedendo io, anzi ti sto supplicando... Non pensare a me, pensa a quanto piacere sei disposto a darmi e fammi vedere cosa sai fare>> sussurro sopra le sue labbra.
<<Si mia signora>> mi bacia e strofina il suo membro sopra la mia intimità.
Dopo qualche secondo si alza di scatto da me ed estrae una bustina argentata dalla tasca dei pantaloni. Se lo infila, impaziente, proprio come me e successivamente ritorna tra le mie gambe.
Mi bacia di nuovo e aspetto con ansia la superficie levigata del preservativo, che viene a contatto con la mia natura.
Nemmeno il tempo di pensarlo, che quella sensazione mi invade tutto il corpo...
Entra dentro di me con una spinta decisa e mi si mozza il fiato. <<Merda>> si morde il labbro e chiude gli occhi per un momento. <<Muoviti Dylan>> lo supplico e lui inizia il movimento.
Da spinte lenti ma decise, è una tortura ma è terribilmente piacevole.
Aumenta sempre di più la velocità e lo sento completamente rilassato ed eccitato allo stesso tempo, mentre è dentro di me.
<<Non... Oh, cazzo... Non sono mai stato così bene con nessuna>> dice tra un gemito e l'altro. Una goccia di sudore scende lungo il viso, proveniente dai capelli bagnati.
Lo guardo ammagliata.
È così bello in queste situazioni, per di più quando è sotto sforzo. La mascella viene ancora di più in evidenza, le labbra più gonfie, i muscoli rigidi, i capelli bagnati, gli occhi lucidi e pieni di desiderio. È perfetto.
Continua a dare spinte decise e forti, forti a tal punto che a tratti mi fa male, ma il piacere prevale ogni cosa.
Lo sento irrigidirsi sopra di me.
Le braccia con cui si sta reggendo gli iniziano a tremare, i gemiti si fanno sempre più intensi e frequenti, e poco dopo veniamo entrambi, urlando l'uno il nome dell'altra.
Esce di scatto fuori da me, e si toglie immediatamente preservativo. Lo appoggia sul comodino affianco al letto e successivamente si sdraia accanto a me. Non parliamo e aspettiamo qualche minuto, in modo da riavere le nostre respirazioni regolari. <<Ti è piaciuto?>> chiede. Non voglio dirgli che a tratti ho sentito un po' di dolore, anche perché era solo fastidio nulla di più. <<Si>> confesso, <<questo è solo l'inizio, solo un'assaggio delle tante cose che potremmo fare io e te>> si mette su un fianco, girandosi nella mia direzione e mi guarda. Faccio lo stesso, infilandomi sotto il letto e annuisco divertita. Devo dire che mi eccitano da morire le parole spinte che mi dice ogni volta, mi scaricano ogni tensione, riesce a scatenare ogni nervo, ogni tendine, ogni muscolo... Le sue parole mi caricano un'adrenalina che nessuno ha mai fatto prima d'ora. <<Ancora auguri Miss Johnson>> sorride divertito sussurrandomi queste parole all'orecchio, <<non chiamarmi così>> gli do una spallata, <<preferisci Chloe?>> chiede, <<O Chloe oppure direttamente il mio cognome. Ma ti prego Miss no>> sorrido per fargli capire che non sono arrabbiata. <<Non ti preoccupare, tanto tra qualche mese oppure tra qualche anno non ti chiamerai neppure così>> sussurra al mio orecchio. Vorrei tanto chiedergli il motivo di questa affermazione, ma sono troppo stanca. Magari se me lo ricordo glielo chiederò domani, adesso voglio solo addormentarmi tra le sue braccia. Appoggio la mia testa sul suo petto e mi accoccolo del tutto a lui.

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