Capitolo 96

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Chloe

Il mondo mi crolla a dosso.
Le mani iniziano a sudarmi, gli occhi iniziano a bruciare, la vista si appanna, le gambe iniziano a tremare, il fiato inizia a mancarmi sempre di più e il cuore mi martella sempre più forte.
Smith è mio padre...?
<<Dylan ma che cosa stai dicendo?>> chiedo guardandolo negli occhi.
Lui impallidisce e si stacca bruscamente da Smith. Quest'ultimo lo guarda e poi guarda me. È sbiancato anche lui e sembra agitato, molto agitato.
<<Chloe ecco... Ti possiamo spiegare>> inizia a dire Dylan, <<spiegare? Cosa c'è da spiegare?>> chiedo indietreggiando, <<vi state prendendo gioco di me? Sul serio vi divertite a fingervi altre persone?>> chiedo confusa, <<nessuno di noi sta giocando qui, Chloe>> dice Dylan, <<lui è...>> continua a dire Dylan ma poi viene bloccato da Smith che dice: <<Sono tuo padre.>>
Sposto lo sguardo da lui a Dylan, e poi di nuovo da Dylan a lui. Continuo così per qualche secondo, fin quando non realizzo quello che mi stanno dicendo.
<<C-cosa?>> chiedo, <<sono tuo padre Chloe>> lascia cadere a terra la sua borsa marrone, e si avvicina a me.
Io indietreggio ancora di più e lui si ferma di botto. Non era così che immaginavo il primo incontro con mio padre, ma sopratutto non pensavo che fosse lui quella persona.
La persone che avrei dovuto amare più di tutto, in questo momento è difronte a me e dopo diciannove anni, finalmente sto vedendo l'uomo che mi ha concepito insieme a mia madre. Un'uomo che purtroppo non c'è mai stato, e che odio con tutta l'anima...
Mi sembra tutto così surreale, e solo ora mi tornano in mente dei piccoli Dejavú.
Adesso sì che tutto mi è tutto più chiaro.
Capisco perché quest'uomo davanti a me si preoccupava sempre per me, capisco perché voleva sapere cose sulla mia vita, ma soprattutto capisco perché si sia avvicinato così tanto nell'ultimo periodo.
Quel legame che ci legava secondo lui, era riferito al fatto che io ero sua figlia e che lui era mio padre. Ed io come una stupida non l'ho capito sin da subito, ho creduto che volesse intromettersi nella mia vita come hanno fatto tutti gli altri, solo per darmi delle lezioni di vita che non mi servono.
Quanto sono stata stupida... Penso.
<<Sei proprio uguale a tua madre>> disse fuori dall'ufficio del preside.
Dovevo capire sin da subito, soprattutto dopo quella frase, che c'era qualcosa che non andava. Dovevo capire sin dall'inizio che quell'uomo era qualcosa in più per me, invece di un semplice professore. Però confrontandomi anche con Dylan, avevo visto in lui una persona solamente curiosa ed impicciona, che gli piaceva farsi gli affari degli altro.
Senza mai però... Raccontare i propri.
Aspettate... Ho detto Dylan...
<<T-tu lo sapevi...?>> chiedo con voce spezzata. Solo adesso mi sono resa conto di star piangendo.
<<Io...Te lo stavo per dire, avrei...>> lo blocco, <<come hai potuto...>> scuoto la testa e lo guardo inferocita.
Mi ha mentito, un'altra volta.
Aveva giurato.
Aveva promesso di non farlo più, cazzo.
Mi aveva promesso che non mi avrebbe più fatta soffrire e che avrebbe iniziato a dirmi la verità, facendomi sentire proprio come volevo.
Cioè una persona considerata, a cui le si deve rispetto e sincerità. Invece no, mi ha mentito un'altra volta e ha preferito prendermi in giro, invece di raccontarmi la verità.
Ci sono cascata un'altra volta, ma adesso basta... Da oggi in poi cambierà tutto.
<<I-io... Oh mamma, ti giuro che...>> lo blocco di nuovo, <<stai zitto per la miseria>> ringhio incazzata nera. Questa non dove a farmela, ha rovinato tutto cazzo. Tutto.
<<Tu sapevi quanto valeva per me questo momento... E invece l'hai... L'hai... Oddio Dylan sei spregevole>> urlo.
Gli vengono gli occhi lucidi e sembra che stia per svenire da un momento all'altro. Sta stringendo i pugni ed è tutto rosso in viso.
<<Chloe ti prego calmati, lo ha fatto per me e sono stato io a chiedergli di non dirti niente>> interviene Smith, <<no... Non hai il diritto di parlare, sono incazzata anche con te.
Avevi ben diciannove anni per parlare, per venire a cercarmi e per cercare di costruire un rapporto con me. Invece no, te ne sei stato qui in questa bellissima città, con la tua nuova famiglia e te ne sei fregato di avere una figlia. Sei... Sei... Ah meglio che me ne sto zitta>> dico infuriata.
Mi sento una stupida, anzi lo sono.
Ho creduto a tutte le menzogne di Dylan e, per di più sono stata così scema a non pensare, anche solo per un minuto, che Smith poteva essere mio padre.
In questo momento mi sento proprio su un altro pianeta, su un pianeta sconosciuto, dove tutti non ti accettano per quello che sei.
Mi sento in un mondo di bugiardi, dove tutti sono uguali e tu sei l'unica diversa, l'unica persona vera che non mentirebbe mai a nessuno.
Ho fatto tanti sbagli nella mia vita, ed uno di questi è stato lasciare Noah. Tornassi indietro lo farei, lo lascerei ovviamente, ma non lo tradirei mai più con una persona come Dylan. 
<<Siete due bugiardi>> scoppio a piangere, <<non vi meritate nulla...>> stringo forte i manici dello zainetto rosa per cercare di alleviare la tensione.
<<Chloe per favore, invece di arrivare a conclusioni affrettate, lascia che ti spieghi. Ti giuro che stavo per venirtelo a dire, visto che tuo padre se ne voleva andare>> Dylan fa un passo avanti e si mette affianco a Smith.
<<Ancora che parli? Forse non hai capito che io e te abbiamo chiuso, non devi spiegarmi più niente. Non devi rivolgermi nemmeno più la parola, cazzo. Ti avevo avvertito che alla prossima cazzata non ti avrei perdonato, e ti avevo anche detto che la nostra storia sarebbe finita automaticamente. Sono stanca delle tue menzogne e stavolta l'hai combinata davvero grossa, mi hai ferito in una maniera assurda Dylan. Mi aspettavo una cosa del genere da mia madre, visto che ha paura che mio padre mi porti via da lei, ma mai da te>> scuoto la testa e altre lacrime mi scorrono sul viso.
<<Chloe lascialo...>> inizia a dire Smith, <<stai zitto>> lo zittisco e abbassa lo sguardo sospirando.
<<Voi due non meritate niente.
Non meritate il mio tempo e adesso sono stanca di ascoltarvi. Ho già perso troppo tempo dietro a voi due, e non voglio perderne altro.
Mi ritirerò dal corso di economia e lo frequenterò in un altra sede, con un'altra insegnante>> confesso, <<Chloe non parlarmi così, ti prego, mi stai facendo male. Sono tuo padre, non voglio che mi volti le spalle>> dice cercando di essere il più calmo possibile, <<mio padre? Ah, quindi adesso sei mio padre? E per diciannove anni chi sei stato? Io-io... Non ci posso nemmeno credere che sei tu quella persona. Mi fai schifo, ti odio... Ti odio..>> urlo tra le lacrime, <<e riguardo a te>> indico Dylan, <<dimenticati di me, perché con me hai chiuso definitivamente>> gli ricordo e lui assume una faccia dolorante.
Scappo via ed esco dall'edificio. Non so dove andrò, ma ho bisogno di andarmene lontano da qui. Lontano da tutto e da tutti.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora