Capitolo 75

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Dylan

Non appena esco dall'istituto vedo Chloe agitata. È girata di spalle, ed è al telefono con qualcuno. Cammina avanti e indietro per il marciapiede ed io mi avvicino lentamente.
<<Ti avevo detto di avvisarmi cazzo. Adesso capisco perché non mi hai considerato per tutta la settimana. Vaffanculo>> riattacca e si ferma di colpo.
<<Chloe è tutto...>> non riesco a finire la frase, perché quando sente la mia vice si gira di scatto e si fionda immediatamente nelle mie braccia. Si alza in punta dei piedi e infila la testa nell'incavo del mio collo.
Sento due gocce, ricadermi sopra il quest'ultimo e suppongo che stia piangendo.
Averla tra le mie braccia mi da una sicurezza incredibile, ed è bello sapere che nonostante tutto trova pace e sicurezza in me.
La stringo forte al mio petto e le accarezzo delicatamente la testa per tranquillizzarla.
Non parlo, preferisco godermi il momento.
Mentre lei si lascia cullare tra le mie braccia, inizio a pensare alla persona che l'ha ridotta così.
Che cosa può averle detto per farla piangere in questo modo?
<<Amore... Ne vuoi parlare?>> le chiedo tirandomi un po' indietro, per cercare di vederla in volto. Lei scuote la testa e si appoggia al mio petto. Mi sporca di poco la maglietta bianca, con il mascara e quando se ne accorge cerca di rimediare.
<<Scusa>> sussurra tirando su con il naso, <<non fa niente piccola>> le sorrido.
<<Vuoi venire a casa mia?>> chiedo ripulendole il viso, ormai rigato di lacrime nere e amare.
<<Non voglio far preoccupare tua madre. Se mi vedesse in questo stato lo andrebbe a dire a mia madre e non voglio parlare di lei>> dice staccandosi, <<era lei al telefono vero?>> chiedo e annuisce.
<<Cosa ti ha detto?>> domando curioso, scordandomi completamente del gesto che ha fatto poco fa.
<<Posso parlartene dopo, per favore? Quando magari mi sono un po' calmata>> chiede gentilmente, <<ma certo, anzi scusami>> confesso grattandomi la testa in modo impacciato.
<<Non fa niente>> scuote la testa e mi sorride debolmente, <<vieni a casa dai...>> insisto, <<e cosa dico a tua madre? Ti ripeto Dylan, non voglio che vada a spifferare a mia madre come sto. Non le voglio far sapere niente al momento, e non voglio nemmeno parlare di lei>> dice seria, <<dirò a mia madre di stare zitta ok? Ma lasciati portare a casa>> la rassicuro.
Sembra titubante alle mie parole, ma alla fine cede e sale con me in macchina.
Il viaggio sembra durare ore.
Chloe ha iniziato di nuovo a piangere ed è stata zitta per tutto il tragitto.
Non ha acceso nemmeno la radio per ascoltare le sue canzoni preferite, come fa di solito.
Quando arriviamo dentro la mia resilienza, parcheggio la macchina e successivamente entriamo in casa.
Mia madre esce dalla cucina e ci viene ad accogliere con un sorriso stampato in volto, ma quando vede Chloe si incupisce e subito mi guarda. Quest'ultima va al piano di sopra ed io rimango solo con mia madre.
<<Che le è successo?>> chiede avvicinandosi a me, <<credo che abbia litigato con la madre>> rispondo togliendomi il giubbotto, per attaccarlo all'attacca panni.
<<A te Catherine ha detto qualcosa?>> le chiedo e lei sembra innervosirsi alle mie parole, <<no, niente. Perché me lo chiedi?>> inizia a sistemare i cuscini situati sul divano, e li rimette nella posizione giusta. Ovvero all'estremità dei braccioli.
<<Te l'ho chiesto perché so che siete molto amiche>> dichiaro, <<capito. Comunque... Posso prendermi il pomeriggio libero?>> chiede subito dopo, cambiando completamente discorso, <<certo, ma dove vai?>> le azzardo a domandare, <<mi vedrò con Mathias>> confessa e sgrano gli occhi, <<scusa se te lo chiedo, ma c'è qualcosa tra voi due?>>, <<no, cioè non per adesso. Non lo so, diciamo che ci stiamo frequentando>> dichiara tranquillamente. L'idea di vederla con un'altro uomo mi rende felice, ma la paura che soffra di nuovo è tanta.
<<Tu adesso vai da lei, ha bisogno
di te Dylan. Ah e... Ora che ci penso non so se ritornerò stasera, perciò ti faccio sapere ok?>> prende la sua borsa e si avvia alla porta, <<ehm, ok. Ci vediamo, a più tardi>> le dico, <<ciao>> mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va. Proprio in quel momento Chloe scende le scale. Si è ripulita la faccia, ma ha ancora gli occhi rossi.
<<Ehi, stavo proprio per venire su da te. Come stai?>> le chiedo avvicinandomi, <<meglio grazie. Posso raccontarti quello che è successo? Ho bisogno di un consiglio>> mi chiede, <<ma certo, non devi nemmeno chiedermelo. Vieni qui dai>> vado a sedermi sul divano e lei mi segue. Mi siedo e lei si sdraia. Appoggia la testa sul bracciolo del divano ed io le tolgo le scarpe, per poi appoggiare i suoi piedi sopra le mie gambe. <<Racconta su>> mi giro con la testa verso di lei, <<mia madre ha visto mio padre. Hanno passato tutta la settimana scorsa insieme e lei lo ha ospitato pure a casa nostra>> dice schietta e quasi mi strozzo con la
saliva.
<<Com'è possibile?>> chiedo, <<non dirlo a me. Quando me l'ha detto l'avrei voluta prendere a padellate. Vuole tenermi lontana da lui, ma lei è la prima a starci insieme. Non la capisco: se vuole tanto tenere alla larga quell'uomo dalla nostra famiglia, perché cavolo non l'ha cacciato via?>> sbuffa e prende in mano il suo cellulare per controllare l'ora.
<<Questa volta non la capisco nemmeno io>> confesso, <<ed io a questo punto non so che fare>> dichiara, <<a cosa ti riferisci?>> chiedo, <<voglio vederlo anche io Dylan. So di averti detto il contrario e ti avevo anche promesso che non ci avrei più pensato a lui. Però... Non so. Sapere che mia madre lo ha rivisto, dopo diciannove anni, ha scosso qualcosa dentro di me>> dichiara, <<però sappiamo entrambi che mia madre non è disposta ad aiutarmi. Ed io come faccio a cercare una persona se so a stinto dove abita? Non so nemmeno le cose più importanti, ovvero nome e cognome>> aggiunge.
<<Tu sai già come la penso Chloe, quindi è inutile dirti di nuovo le stesse cose. Però se proprio vuoi vederlo ti aiuterò a cercarlo, a costo di farmi odiare di nuovo da tua madre>> la rassicuro, <<voglio cavarmela da sola Dylan, non voglio l'aiuto di nessuno>> confessa, <<ma... Grazie>> si corregge subito dopo.
<<D'accordo come vuoi>> le sorrido e lei ricambia. Non so quanto possa fare da sola, visto che non ha nemmeno le informazioni basilari, ma voglio darle fiducia.
<<Vuoi fare qualcosa?>> le chiedo qualche secondo dopo, <<che ne dici se ci facciamo una bella cioccolata calda?>> propone, <<è da troppo tempo che non la bevo, quindi si>> appoggio la sua proposta, ma quando fa per alzarsi dal divano la fermo.
<<No signorina, ha già avuto abbastanza da fare per oggi. Vado io>> mi offro alzandomi dal divano, <<va bene>> mi sorride e si sdraia di nuovo. Le lascio un bacio a stampo sulle labbra e vado in cucina.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora