Capitolo 79

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Dylan

Sono passati ormai tre giorni dalla mia scoperta. Chloe mi ha riempito di domande, e sembrava molto preoccupata per me. Come sempre ha capito che le stavo nascondendo qualcosa, ma spero che si sia autoconvinta che non è così. Mercoledì non sono andato a lezione ed ho mentito a Chloe, dicendogli che non stavo bene. Quando invece la verità era un'altra. Non volevo vedere Smith perché se solo lo avessi visto, avrei fatto una scenata e di certo non avrebbe aiutato la situazione, anzi... L'avrei peggiorata.
Oggi è venerdì.
La seconda settimana di gennaio sta per finire ed io non sto facendo altro che fasciarmi la testa. Mi sono preso altri due giorni, per confrontare le due foto e più le guardavo più mi accorgevo che le bambine erano uguali. Non penso che abbia una sorella gemella, perciò l'unico pensiero ossessivo che mi è rimasto in testa è che Smith possa essere affettivamente il padre di Chloe.
Questa mattina, malgrado tutto, decido di andare a lezione. Devo parlare con Smith una volta per tutte, per mettere fine a questa storia.
Non so ancora come farò a dirlo a Chloe, ma a questo ci penserò quando avrò una risposta vera e propria, prima non avrebbe senso.
Se sarà negativa, farò finta di niente e le nasconderò questo piccolo segreto. Altrimenti...Sono in dei grossi guai.
Alla visione della porta della nostra aula, mi sale il terrore e quell'ansia che ha sempre Chloe durante i nostri compiti, mi assale all'improvviso. Logan e Tyler sono insieme a me, e stanno chiacchierando della festa che si terrà domani sera.
<<Bro, tu verrai?>> chiede Tyler, <<no>> rispondo, <<perché?>> chiede Logan, <<perché non posso>> continuo a rispondere in modo freddo.
<<Vabbè fai come ti pare... Dai entriamo>> scuote le spalle Logan ed io lo guardo male.
Faccio entrare prima loro due, e successivamente entro anche io. Chloe non si è fatta ancora vedere, e stamani mattina non ha risposto al mio messaggio. Accendo il telefono, e vedo che non l'ha nemmeno visualizzato.
È strano che non sia già qui, di solito è sempre puntuale e odia perdere altri giorni di lezione.
Quando mi siedo al mio posto, Smith entra in aula. Si gira immediatamente verso il banco di Chloe, e quando vede che non c'è, la sua espressione cambia. Stringe forte il manico della valigetta marrone che si porta sempre con se e serra la mascella. Il mio buon senso mi dice di aspettare la fine della lezione, per parlare con lui e per chiarire una volta per tutte questa situazione. Però il mio istinto mi dice di fare la cosa più insensata di questo mondo, cioè alzarmi, andare da lui e chiedergli di uscire. Scelgo la seconda opzione, almeno avrò una risposta definitiva a tutte le mie domande.
Mi alzo di scatto e tutta la classe mi guarda. Non appena passo di fianco al banco di Chloe e di Samuel, quest'ultimo mi guarda con uno sguardo strano, quasi confuso, ma io ignoro tutti e continuo per la mia strada.
<<Vieni con me>> ringhio a bassa voce una volta arrivato lì davanti a lui.
<<Dylan per piacere, non iniziare a fare scenate. Sto per iniziare una lezione e ti farebbe bene ascoltarla, invece di dichiararmi guerra ogni giorno della mia vita>> dice lui cercando di essere il più neutro possibile.
<<Si tratta di Chloe>> alza di scatto lo sguardo su di me e non appena capisce che sono serio chiede ai ragazzi di ripassare gli appunti della scorsa lezione.
Non appena usciamo dall'aula lo prendo per il colletto e lo sbatto al muro.
<<Stammi bene a sentire stronzo... Puoi prendere in giro tutti, ma non me. Tutti stanno parlando che tu hai un segreto, e molto probabilmente questo segreto si collega a Chloe>> inizio a dire e lui sbianca.
<<Cosa cazzo significa questo?>> tiro fuori la foto che qualche giorno fa gli è cascata per terra, e lui impallidisce di colpo.
In men che non si dica ribalta la situazione, facendomi sbattere la testa contro il muro.
Mi tieni stretto per il collo e stringe di poco la presa. <<Dove hai trovato questa foto?>> ringhia inferocito, <<ti è caduta per terra dopo la nostra ultima chiacchierata>> dico infine.
Prima di continuare la conversazione, lo spintono all'indietro, togliendo le sue viscide mani da sopra il mio corpo.
<<E allora? Non capisco perché tu mi hai fatto venire qui>> mi strappa di mano la foto, ma per fortuna riesco a prenderla subito dopo.
<<Wow... Sei così scemo da non capire che non confessandoti, stai facendo solamente la figura del cretino. Guarda un po' questa foto>> tiro fuori dalla tasca dei jeans la foto che mi ha dato Chloe martedì mattina e quando la osserva bene, gli vengano subito gli occhi lucidi.
Ingoia di poco la saliva quando incrocia di nuovo il mio sguardo, ma poi si arrende e dice: <<d'accordo ok... È Chloe la ragazza nelle due foto.>>
Sbianco a quelle parole.
La paura si concentra sempre di più dentro di me, e il terrore di sapere che sto per scoprire tutta la verità mi impaurisce più qualsiasi altra cosa in questo momento.
<<Perché hai delle foto sue? Cosa vuoi da lei? È da quando ha messo piede in questo edificio che non le lasci nemmeno un po' di tempo per respirare. Gli sei sempre appresso, gli chiedi informazioni, ti immischi delle sue cose private, della sua vita e per di più la contatti anche. La stai perseguitando e non capisco cosa vuoi da lei. Vuoi dei soldi? Te li do io, ma in cambio devi lasciarla perdere>> lo avverto.
<<Cosa? Ma sei impazzito per caso? Non voglio niente da lei. È mia figlia Dylan, mia figlia...>> sbraita. Si infila le mani tra i capelli e a me cade il mondo addosso.
Sua figlia.
Sua figlia ha detto.
Ha detto così no? Oppure ho capito male?
<<T-tua figlia?>> chiedo con voce tremante, <<si, mia figlia. Però ti prego Dylan, non dirglielo>> mi scongiura, <<si che lo farò>> dico deciso. Non voglio rischiare di perdere di nuovo Chloe per colpa mia e delle mie bugie.
L'ho fatto già più di una volta e non voglio rischiare di nuovo. Di sicuro si arrabbierà perché le ho nascosto questa storia della foto e le ho mentito dicendole che la volevo solo perché mi piaceva da piccola.
Quando in realtà non è così.
Cioè, è bellissima. Lo è sempre stata e adesso lo è ancora di più, però non è questo il motivo principale ovviamente.
<<No che non lo farai>> dice a denti stretti, <<si invece>> ribatto serio.
<<No cazzo>> mi prende per il colletto della maglia e mi appiccica al muro, di nuovo.
<<Sono stato paziente con te, ti ho permesso di fare tutto. Di prenderti gioco di me, di picchiarmi e di riprenderti ciò che è mio, cioè Chloe. Però questa volta non te lo permetterò.
Sono io il padre e spetta a me decidere quando e come dirglielo. Dylan questa storia non è uno scherzo, è una cosa seria e tu lo sai molto bene visto che sei a contatto con lei>> mi ricorda in modo violento.
Stringe sempre di più la presa e per la prima volta mi sento bloccato, senza una via di fuga.
<<Mi lasci o le giuro che proprio in questo momento me ne andrò da lei a raccontarle tutto>> gli ordino e lo avverto allo stesso tempo. Lui stringe sempre di più la mascella e per un momento temo che mi voglia dare uno schiaffo, ma per fortuna non lo fa.
Si stacca da me ed io mi risistemo i vestiti.
<<Quando hai intenzione di farlo?>> chiedo rabbioso, <<al più presto>> risponde lui con lo stesso tono, <<tra quanto? Una settimana, un giorno? Un mese? Quando?>> chiedo a mia volta, <<cazzo Dylan... Non lo so, ok? Non lo so. Non mi mettere pressione>> inizia a camminare avanti e indietro, facendo passare così due o tre minuti. Poi si ferma di botto.
<<Giurami che non lo fai>> dice puntandomi il dito contro, <<non lo farò, ma devi muoverti>> lo avverto, <<d'accordo. Dammi solo qualche giorno per capire bene come agire, ma tu non fare nulla. O finisce male>> mi ricorda. Lo guardo dalla testa piedi, con un'aria superiore. Non penserà mica di farmi paura spero, perché se è così si sta solamente dimostrando un pagliaccio.
<<Non ho paura di te>> ribatto serio, <<non devi averne infatti, ma come ti sei ripreso ciò che è mio, posso anche togliertelo>> dice riferendosi a Chloe.
<<Chloe non è tua, non ci sei mai stato e te ne sei sempre fregato di lei>> dichiaro e lui stringe i pugni, <<non hai il diritto di parlare di questioni che non ti riguardano e non ho intenzione di parlare con te di questo. Il favore che ti ho chiesto te l'ho ormai detto, adesso se permetti me ne ritorno in classe>> dice e mi lascia lì da solo come un cretino.
Adesso sì che sono in un bel guaio.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora