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Canzone consigliata per questa piccola introduzione.

11 marzo 2017,
due anni prima.

"Dove cazzo è Styles! Avete due minuti" il manager sporgeva dalla porta con il suo bloc-notes e una sigaretta a penzoloni tra le sue labbra esigenti, urlando contro la band che era seduta con una canna che veniva passata a ognuno di loro.

La camera era leggermente alterata dal fumo stagnante, ogni membro della band era seduto sul divano con i piedi in alto. La sfrontatezza annegava la piccola stanza.

Niall, che stava mescolando le carte da gioco nelle sue mani si spinse in avanti sulle ginocchia, guardò su verso il manager con lo spesso fumo che fuoriusciva dalla bocca e dalla canna.

"Lo fa sempre Sal, rilassati cazzo", scosse la testa e tornò a guardare le carte che venivano mischiate tra le sue abili mani tatuate.

"Bene, andate sul palco mentre lo aspettate!", disse Sal prima di sbattere la porta.

Nel frattempo avanzando a grandi passi attraverso l'entrata nell'altro lato dell'edificio, il membro mancante della band fece il suo ingresso nelle sue nere e sporche converse.
Lui sarebbe dovuto essere sul palco nei prossimi nove secondi, ma come al solito doveva fare una cosa prima che lo show iniziasse.

Harry Styles, il solista e chitarrista della band 'Duplicity' camminava nel folle backstage con guanti di pelle senza dita sulla sua mano tatuata e una maglia nera con uno strappo vicino al colletto, occhiali neri sul suo viso e una sigaretta tra le labbra.

L'uomo che era giusto in tempo svoltò bruscamente a sinistra nel bagno unisex pieno di graffiti, chiudendo la porta dietro di se.

Camminò dritto verso il lavandino con la sigaretta accesa tra le sue labbra, si tolse gli occhiali da sole e li tirò sul bancone disinteressato. Si tolse i suoi guanti di pelle per vedere il sangue rosso colorare entrambi i palmi e il retro delle sue mani.

Aprì il rubinetto e strofinò facendo del suo meglio per tirar via il rosso dalle sue mani, ma senza successo.

"Andiamo...", borbottò con la sigaretta tra le labbra, strofinando vigorosamente la sua pelle grezza.

Con un'imprecazione frustrata a denti stretti, lasciò stare e indossò di nuovo i suoi guanti di pelle- sperando che nessuno avesse notato il sangue che macchiava le sue mani.

Con poco tempo a disposizioni diresse le sue mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans e prese il minuscolo sacchetto di plastica individuale di narcotico e lo cosparse in una linea sul bancone del lavandino, senza sprecare altro tempo si abbassò e lo inalò attraverso il suo naso. Alzò la testa per vedere il suo riflesso, le sue labbra si aprirono mentre la sostanza gli penetrava lentamente nel flusso sanguigno.

Le sue occhiaie erano scure, i suoi capelli un disastro e i suoi occhi erano iniettati di sangue. I tatuaggi lo ricoprivano dalle spalle alle mani, una barra nera era spinta attraverso la fine del suo sopracciglio destro. Il bancone era ripulito da ogni forma di narcotico, riportò la sigaretta tra le labbra lasciando il fumo arieggiare nella piccola stanza.

"Hey!", lo stesso manager spalancò la porta per trovare Harry a fissarsi nello specchio. "Ti ho cercato ovunque! Devi essere sul palco in trenta secondi!", accennò nel piccolo bagno pieno di fumo, la sua voce era un mistero senza fine all'udito selettivo di Harry.

"Sono un uomo impegnato Sal." Il diciannovenne sorrise sadicamente arruffando il naso, camminando con ancora la sigaretta tra le sue labbra rosa.

Girava tra le attività della troupe nel backstage che si preparavano per lo show- che sarebbe iniziato nei prossimi venti secondi. Harry sapeva del suo lasso di tempo sprecato, ma come sempre niente metteva fretta al presuntuoso teenager. Il suo naso stava bruciando per la cocaina ma sapeva che in pochi minuti sarebbe stato abbastanza fatto da superare la durata del concerto. I suoi piedi furtivi salirono sulla coppia di gradini fino al palco, dove i suoi compagni lo stavano aspettando pronti per suonare i loro strumenti.

"Dove cazzo sei stato?", Niall disse con il plettro stretto tra i suoi denti, i suoi occhi si abbassarono su Harry che prese il collo della sua chitarra elettrica nera.

"Fanculo sono qui, no?", disse tra la sigaretta gettando la cinghia della sua chitarra intorno al suo collo.

"È sangue quello sulle tue dita?", Quincy chiese dalla sua sedia dietro la batteria.

Harry lo guardò senza dire niente ma con un sorriso sadico, un milione di risposte in una. L'ultimo tiro di sigaretta tra le sue labbra alla ciliegia.

"Siete pronti?", Sal parlò un ultima volta prima di accertarsi che ognuno di loro gli avesse annuito.

Harry prese la sigaretta dalle sue labbra e la tirò sul pavimento avanti a lui pestandolo con la suola delle sue scarpe, la tenda si aprì e le urla si fecero sempre più forti. Con le prime note suonate dalla sua chitarra e le luci che brillavano su di lui, lo show inizò.

"She worked her way through a cheap pack of cigarettes-".

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Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora