15 Aprile, 2020
9 mesi dopo.Aven Brooks
New York può essere conosciuta per eventi di classe.
Banchetti, cene, incontri aziendali, celebrazioni— succede sempre qualcosa a New Work. E se c'è uno di questi eventi d'alto profilo che coinvolge molti soldi, io sono lì in un modo o nell'altro.
Malikai è un uomo davvero rispettato in questo mondo di persone importanti. Quindi quando succede qualcosa, lui o almeno qualcuno della nostra famiglia è presente. Ogni tanto, ci siamo tutti. Immagino possiamo considerarlo tempo in famiglia di qualità quando tutti e tre partecipiamo a un evento. Ma, non possiamo mai rilassarci. Perché non andiamo a questi eventi per goderci un po' di champagne— ci andiamo per lavoro.
Come ho detto, a volte ci vado da sola. Ma non sempre come Mariana; la figlia di Malikai. A volte sono Emma, o Daniella, o persino Sydney. A volte indosso un vestito, a volte un uniforme da cameriera. Il punto è, non posso mai rilassarmi e godermi la compagnia di uomini ricchi e snob, ho un compito da svolgere.
Come questa notte.
Malikai è qui, ma non l'ho visto neanche una volta. Si sta nascondendo nell'ombra, salterà fuori quando avrò quello che mi ha detto di recuperare. Preferisco lavorare senza di lui, ma a volte gli piace tenermi sott'occhio. Immagino sia una cosa da papà?
"Lo vedo..." Eliot, il mio partner, sussurra seduto accanto a me al tavolo.
Sorseggiando champagne, guardo discretamente dove anche lui guarda. Dall'altra parte del banchetto, in direzione del bancone in marmo del bar, vedo chi ha avvistato.
Il nostro obbiettivo di stanotte.
"È lui, giusto?" Eliot sussurra cercando una conferma.
In piedi accanto al bar, il nostro obbiettivo stringe un bicchiere in cristallo, di liquore scuro. Un completo grigio e una camicia bianca sbottonata cingono il suo corpo. Abbastanza sbottonata da mostrare i tatuaggi sul suo petto e il suo collo. Porta il bicchiere alle labbra come se avesse tutto il tempo al mondo. Altri tatuaggi sul dorso delle sue mani.
"È lui." Annuisco.
Sposto gli occhi verso Eliot, seduto a fissare l'uomo che avevamo cercato per tutta la notte.
"Sei pronto?" Chiedo.
I suoi occhi blu si posano su di me, una ciocca di capelli biondi nel suo sguardo. Vestito con un abito nero, sembra al limite. Ho incontrato questo ragazzo due settimane fa e solo dal linguaggio del suo corpo, ho capito che non fa questo genere di cose molto spesso.
"Io? Io ho la parte facile. Sei tu che devi rubare da lui." Ride, nascondendo il suo nervosismo.
"Sembri nervoso." Faccio spallucce, sorseggiando lo champagne attraverso il mio rossetto rosso. Io stessa sono più rilassata che mai, considerando quanto spesso lo faccio.
"Ma dai" Alza gli occhi al cielo, poggiandosi alla sedia. "Fa quello che devi, dolcezza. Ti aspetto."
Odio essere chiamata dolcezza.
Specialmente da uomini che credono di potermi sottomettere. Mi chiamano dolcezza pensando di essere superiori solo perché sono una donna.
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Duplicity •Traduzione•
Fanfic"Fumare fa male, sai." La voce placida parlò dal lontano angolo buio, non si vedeva altro che una sagoma alta e il bagliore arancione di una sigaretta tra quelle labbra alla ciliegia. "È l'ultimo dei miei problemi." Mormorai con la mia sigaretta tra...