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"Stai ancora passando l'inferno?" Marissa chiese dall'altra parte del telefono divertita.

"Già." Feci spallucce, fissando il the avanti a me.

Era un bella giornata, e per una volta ero andata da sola in un bar non lontanissimo dall'hotel. Non avevo portato altro che il mio telefono e la fotocamera, avevo chiamato Marissa per sentire un po' la sua voce.

"Ti prego dimmi che hai fatto qualcosa di divertente." Marissa si lamentò, sembrava che non sentissi la sua voce da anni, eravamo abituate ogni giorno prima che la mia vita diventasse un'inferno.

"Be' sono seduta qui a parlare con te, no?" Scherzai, più che altro perché non ricordavo di aver fatto qualcosa di divertente.

"Parlare con me dovrebbe essere la cosa più noiosa della tua settimana, non la migliore." Rispose.

"Mi manchi."

"E mi manchi anche tu ma voglio che tu ti diverta mentre sei lì." Piagnucolò.

"Mi manca casa." Feci scorrere le dita sulla tazza in porcellana, i miei occhi concentrati sul fumo.

"Sarò qui quando tornerai, casa è noiosa comunque. Tu sei seduta in un bar a caso nel mezzo di una calda giornata in Washington, sfruttalo al massimo." Sembrava essere felice quel giorno.

"Lo so, lo so. Sfrutta le giornate e bla bla bla." Alzai gli occhi al cielo, per poi guardare le mie dita smaltate. Dovevo sistemarle, erano davvero uno schifo.

"Com'é il cantante?" Chiese poi.

"Cosa intendi?"

"Lo odi ancora?" Chiarì.

"Non ho mai detto di odiarlo, più che altro lui odia me. Solo che non mi piace averlo intorno." Ribadii.

C'erano davvero cose orrende che potevo usare per descrivere Harry, ma non potevo dire di odiarlo. Uso quella parola solo per un numero limitato di persone, forse anche per lui un giorno se avesse continuato a manipolarmi.

"Sono sicura che non ti odi, probabilmente è solo stronzo con tutti."

"Credimi, non hai visto la metà delle cose che ho dovuto affrontare qui." Ridacchiai ma ero davvero seria, lei letteralmente non ne aveva idea.

"Forse se ti spogli sarà più gentile." Rise.

Risi più forte del dovuto, immediatamente mi beccai delle occhiatacce dai clienti.

"Non mi spoglierò per fare in modo che sia più gentile con me." Dissi più tranquilla ma continuando a ridere.

"Non so, vale la pena provare." Potevo sentirla ridere.

"Si scoparmi qualcuno per meritarmi il suo rispetto, funzionerà sicuramente." Risi sarcastica, sapendo che lei fosse seria solo in parte.

"Be' non devi necessariamente aprire le gambe, solo sai...tenerlo in bocca per un po'." Disse come se potesse migliorare. Non riuscì a non ridere di più.

"Già no grazie, in più c'è una ragazza nuova nella sua stanza ogni notte. E continua a trattare queste ragazze come merda fumante." Scossi la testa.

"Saresti diversa." Rispose velocemente.

"E come mai?" Risi.

"Gli faresti un pompino davvero davvero fantastico."

"Oh mio dio smettila." Scossi la testa prendendo un sorso dal mio the, ridendo nella mia tazza.

"È solo per dire."

Fissai la finestra che dava sulla strada affollata. Era mezzogiorno circa, un'orario perfetto per uscire con quel sole. Presi un sorso dal mio the grigio. Mentre le persone camminavano dietro la finestra, notai un corpo che conoscevo bene.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora