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Mi sedetti sul bordo del mio letto, un orribile senso di colpa nel mio stomaco. Quello che avevo fatto quel giorno era così sbagliato, seguirlo in un cimitero e scattare una foto della tomba di qualcuno di cui magari gli importava. Ero caduta troppo in basso, e la sensazione che provavo era orribile.

Era quasi mezzanotte e non riuscivo a dormire, nonostante sapessi di dovermi svegliare alle 5:30. Avevo preparato tutto, ero pronta per svegliarmi quando la mia sveglia sarebbe suonata cinque ore dopo. Ero esausta ma non riuscivo a chiudere occhio per il senso di colpa. Non sapevo cosa fare per riparare, mi stava divorando.

La mia coscienza era sempre stata una killer, e non mi avrebbe lasciata dormire finché non avessi riparato alla cosa. Tutta quella rivalità contro Harry mi faceva sentire più perfida che mai, era più difficile di quanto pensassi.

Per qualche ragione il mio senso di colpa mi diceva di cercarlo.

Forse se fossi andata da lui e lui si fosse comportato da stronzo, mi sarei sentita meno in colpa.

Mi alzai e afferrai il mio telefono, avvicinandomi alla porta e infilandomi le scarpe. Indossavo il mio pigiama, ma sarebbe stata unuscita veloce. Aprì la porta sul corridoio vuoto e freddo.

Camminai lentamente con le braccia incrociate, faceva abbastanza freddo. Era lontano solo un paio di porte, lo sapevo perché lavevo visto sul balcone quella mattina.

Nel momento in cui arrivai alla sua porta, bussai leggermente tre volte. Non riuscivo a non essere timida, non sapevo mai cosa aspettarmi da Harry. Era difficile cercarlo ma non sapere per cosa.

Bussai in po più forte, pensando che non mi avesse sentito la prima volta. Forse stava dormendo, era tardi dopotutto. Se non avesse aperto la porta sarei potuta andarmene. Avrebbe anche potuto avere una ragazza lì, solo quellidea era abbastanza per farmi fuggire.

Non udii alcun movimento mentre aspettavo pazientemente, quindi sarei solo dovuta andare via. Poteva non essere lì, non sarei stata sorpresa se stesse bighellonando per strada.

Feci per andarmene, ma un suono proveniente dai miei piedi mi fermò. Quando abbassai lo sguardo mi accorsi che il pavimento era zuppo. Non era tanto, ma abbastanza da bagnare le mie scarpe. Immediatamente ero confusa, aggrottando le sopracciglia.

Lacqua arrivava dalla sua stanza?

Harry? Bussai di nuovo alla sua porta, nervosa sul perché cera dellacqua che scorreva da sotto la sua porta.

Non ricevendo nessuna risposta bussai di nuovo, non lasciando perdere perché sentivo che qualcosa non andasse. Se cera così tanta acqua fuori dalla sua porta figuriamoci quanta sarebbe potuta essercene allinterno.

Afferrai la maniglia girandola. Quando la porta scattò capii che non era chiusa. Era davvero strano che fosse aperto, non sembrava il tipo di persona che lasciava la propria stanza aperta.

Ingurgitai il groppo che avevo in gola e aprì la porta, sperando di non vedere qualcosa che non avrei dovuto. Nel momento in cui la porta fu spalancata sentii dell'acqua scorrere, persino prima che facessi un passo all'interno.

L'intera stanza era un disastro, il tavolo piena di bottigliette aperte di liquore e troppa droga. Fui veloce a capire che non era nella stanza. L'aria sapeva di chiuso e il letto era coperto da bustine di cocaina e pillole. C'era anche una pistola nera che mi fece sussultare immediatamente.

Così tante prove.

Chiusi la porta dietro di me, realizzando che non era possibile vederlo. Spostai gli occhi da tutte quelle cose e guardai il bagno dall'altro lato della stanza. L'acqua arrivava da lì, potevo vederla scorrere velocemente da sotto la porta.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora