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Aven Brooks

Quando il soundcheck finì, mi diressi nel mio camerino per prepararmi al vero concerto. Evitai la band a tutti i costi, specialmente Harry. Dopo il mio piccolo atto di ribellione, non volevo davvero incontrarlo in quel momento.

Non che io volessi mai incontrarlo.

Camminavo tra i corridoi guardando la mia camera per vedere se avessi scattato una foto decente. Le foto ravvicinate erano buone, specialmente quelle di Liam che suonava la batteria. Ero riuscita a scattare alcune ottime foto della band, a parte Harry. Non avevo quasi nulla di lui considerando tutto quello che era successo.

Non era felice mentre scattavo quelle bellissime foto dalla mia sedia. Non mi stava inviando delle bellissime occhiate tra le canzoni. La sua mascella era così contratta, mi stavo chiedendo se stesse stringendo i denti così tanto. Aveva uno sguardo di pura furia.

Ma dovevo resistere per me stessa, se avessi dimostrato quanto effetto aveva su di me non avrebbe mai smesso.

Entrai nel mio camerino, scrollando tra le foto con la testa abbassata. Stavo quasi per chiudere la porta finché qualcuno si mise avanti a me, la mia schiena si scontrò con la porta chiudendola completamente.

Urlai e alzai lo sguardo verso quello che si rivelò Harry, il mio cuore perse un battito. Le sue mani erano ai lati della mia testa, non mi toccava ma era davvero vicino. Smisi di respirare mentre ero così vicina ai suoi occhi verdi, abbastanza da realizzare che aveva un tono giallastro intorno alla pupilla.

"Pensi di essere una tipa dura, piccola?" Sussurrò, fissandomi negli occhi e intimidendomi.

Il mio petto divenne pesante e la mia bocca arida. Stavo diventando nervosa, persino ansiosa per il modo in cui mi aveva intrappolata tra lui e la porta. La mia testa spinta contro la porta, le mie mani accanto ai miei fianchi e la mia macchina fotografica a penzoloni sul mio stomaco. Non sapevo che dire.

"S-sto solo cercando di fare il mio lavoro." La voce mi uscì insicura, la mia gola era secca.

Lui ispirò attraverso il suo naso, guardando le mie labbra con un piccolo ghigno.

Rimasi rigida come una tavola, troppo in ansia per muovermi o persino parlare, non importava quanto mi dicessi di rilassarmi. Mi dissi semplicemente di lasciarlo farmi sentire piccola, ero già tra le sue braccia schiacciata contro una porta.

Lasciò cadere la sua testa, scuotendola mentre guardava i nostri piedi. Il mio petto faceva su e giù mentre guardavo la parte superiore della sua testa piena di capelli, sentendolo ridere di me.

Tornò a guardarmi, con un piccolo ghigno sul viso e con uno sguardo negli occhi di qualcuno di cui non puoi fidarti. Sembrava ancora incazzato ma lo mascherava.

"Noi abbiamo iniziato con il piede sbagliato." Disse piano, sorridendo con i suoi denti perfetti.

Cosa?

Continuava a fissarmi mentre rilassava le braccia accanto ai suoi fianchi.

"Non voglio averti come nemica, abbiamo otto mesi da passare insieme dopotutto." Disse in un tono molto più gentile, stupendomi.

Lo guardai bloccata,cercando di capire cosa stesse succedendo. Non mi voleva come nemica? Tutto quello che aveva fatto da quando ero lì aveva reso la mia vita molto più difficile di quanto meritassi.

"Sono confusa." Mormorai.

Lui sorrise e scosse la testa ancora una volta, ridacchiando. La sua mano si spostò sulla mia guancia, sentivo il freddo dei suoi anelli.

Duplicity •Traduzione•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora